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Il Coordinamento Giovani FAI di Basilicata ha candidato il Castello di Lagopesole in provincia di Potenza a luogo del cuore Fai. In questi giorni tutti i lucani e non solo sono chiamati a votare sul link predisposto per l’antico maniero federiciano che rappresenta un monumento ricco di storia, simbolo identitario dell’intera Regione. Pagine di storia raccontano di una grande eccellenza Lucana. Come si apprende dal testo del professore Biagio Luca Guarnaccio sull’argomento il Castello di Lagopesole è una suggestiva fortificazione di origine pieno medievale situata nel territorio del comune di Avigliano, in provincia di Potenza a ridosso della subarea del Vulture-Alto Bradano, in Basilicata. Il toponimo «Lagopesole», da cui prende nome l’omonima frazione, deriva da un piccolo lago preistorico, prosciugato agli inizi del Novecento, appunto “pensile” in quanto adagiato sulle vicine alture dell’attuale contrada Piano del Conte. La fortezza, circondata dalla riserva naturale antropologica di Coste Castello (istituita col decreto 29.03.1972 del Ministero per l’Agricoltura e le Foreste), domina la vallata da una collina elevantesi per circa 825 metri dal livello del mare. Il castello è suddiviso internamente in due cortili di dimensioni molto diseguali, il minore dei quali, esito forse di un ampliamento successivo rispetto al progetto originario, presenta al centro un impotente torrione (donjon). Eretto plausibilmente in epoca normanna (XI secolo), la sua prima attestazione risale al 1129, quando l’abate Alessandro di Telese scrive che re Ruggero II di Sicilia († 1154) si fermò nell’”oppidum quod vulgo nominatur Lacupesulum”. La conformazione architettonica del castello, come raccontano gli storici, è essenzialmente frutto degli interventi effettuati per volontà dell’imperatore Federico II di Svevia († 1250) e di suo figlio e re di Sicilia Manfredi († 1266), con lievi modifiche sotto Carlo I d’Angiò († 1285), che utilizzò frequentemente il maniero come residenza estiva. Dal XIV secolo in poi, complici i mutamenti storico-politici e la formazione di quella che sarà la città capitale di Napoli, il castello subì un lento ma inesorabile calo di attenzione da parte dei sovrani del Mezzogiorno. Infatti, nel 1416 passò sotto il dominio feudale della casata Caracciolo e poi, dal 1531 dei Doria, che ne detennero la proprietà fino al 1969, anno in cui fu assorbito stabilmente dal demanio statale per 15 milioni di lire. Tra gli anni ’90 e i primi del ’00 è stato sede dell’Istituto Inter-nazionale di Studi Federiciani del Consiglio Nazionale delle Ricerche, grazie a Cosimo Damiano Fonseca. Da agosto 2024 il maniero è di nuovo parzialmente visitabile per alcuni giorni alla settimana, e fa parte dell’istituto autonomo dei Musei e parchi archeologi-ci di Melfi e Venosa, afferente al Ministero della Cultura. Dunque, Il castello di Lagopesole è ancora oggi un simbolo identitario in grado di catalizzare l’interesse degli appassionati di Medioevo e di racconti leggendari.