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Signore e Signori, Signor Ministro Urso, benvenuti all’inaugurazione della 87ª Fiera del Levante.
Caro Sindaco, Caro Vito, è con grande gioia e affetto che ti rivolgo il mio augurio per l’inizio di questo percorso d’amore verso la nostra città che segui da sempre con passione, competenza e dedizione. Sono sicuro che saprai guidare Bari verso un futuro ancora più prospero e inclusivo. A nome di tutti i pugliesi ti auguro buon lavoro: siamo e saremo al tuo fianco in questo viaggio.
Viviamo un momento della storia che non esito a definire buio.
I conflitti in Ucraina, Palestina, Libano, ci restituiscono quotidianamente un orizzonte di morte e devastazione. Scorgiamo il precipizio di una possibile guerra totale: gli equilibri mondiali sono a rischio e la politica sembra aver perso la capacità di agire nell’interesse della pace.
La Pace a cui eravamo abituati è divenuta ora un coraggioso e difficile traguardo.
Come ha ricordato appena qualche giorno fa il Segretario generale dell’ONU Guterres la situazione internazionale rischia di essere peggiore dei decenni della Guerra Fredda.
Ho sempre detto che, nella chiarezza della distinzione tra aggressore e aggredito, è necessario trovare al più presto una via di negoziato.
La pace è un bene che costa fatica, va ricercata con ostinazione, con caparbietà. Questi tentativi devono essere incoraggiati soprattutto dalla comunità internazionale e, in particolar modo, dall’Europa. Tocca a noi adesso, e nessuno deve voltarsi dall’altra parte.
La guerra si ferma con il cessate il fuoco e aprendo negoziati.
Questo va fatto certamente in Ucraina e Russia, ma soprattutto in Palestina dove il numero delle vittime innocenti, tra cui migliaia di bambini, è smisuratamente alto.
La solidarietà, il dialogo, l’accoglienza e la comprensione reciproca devono continuare a ispirare i nostri pensieri e le nostre azioni pubbliche e private.
Per questo oggi, da questo angolo del Mediterraneo, come responsabile della mia comunità, vorrei che si rinnovasse l’antica vocazione dei pugliesi ad essere costruttori di pace e coltivatori della speranza. A chi può dare vantaggio uccidere e mutilare bambini ed accumulare nei loro cuori un odio inestinguibile?
Mi auguro che Bari e la Puglia, nel nome di San Nicola, un santo vicino ai poveri, vicino alle donne e ai bambini che anche oggi continuano a rappresentare quella porzione di umanità maggiormente esposta alle ingiustizie e alle sofferenze, possano continuare ad essere sempre la terra della pace, del dialogo e della mediazione.
Abbiamo provato a ribadire questi valori in occasione del G7, un evento che ci ha dato la possibilità di far conoscere al mondo le capacità logistiche e organizzative di cui siamo padroni, coniugando sempre però quella vocazione all’ospitalità, al rispetto dell’altro, all’ascolto che ovunque ci riconoscono.
Con orgoglio portiamo alla sua attenzione Ministro, e a quella del mondo dell’economia italiana, i dati che raccontano quanta strada abbiamo fatto in questi anni per portare la Puglia a livelli di progresso costanti.
Sono numeri che dimostrano come anche da Sud si può essere efficienti, competitivi e aggiungerei anche determinanti per portare alto il nome del made in Italy.
La Puglia ha un trend di crescita che è il doppio di quello dell’Italia, basti pensare che nel periodo 2019-2023, con un più 6,1% siamo risultati la regione italiana più dinamica, e questo lo scrive Svimez, non lo dico io, mentre l’Italia è cresciuta del 3,5%.
Abbiamo generato posti di lavoro – l’Istat ha registrato un aumento di 17mila occupati da gennaio a marzo 2024 con la contestuale riduzione del tasso di disoccupazione – insieme a nuove prospettive per aziende e start-up. Rispetto al 2018, l’occupazione in Puglia è cresciuta in valore assoluto di 81mila unità. La variazione percentuale è stata del 6,9%, molto più elevata rispetto alla media complessiva del nostro Paese che è stata del 2,2%.
E soprattutto abbiamo dato una concreta possibilità ai giovani di trovare piena realizzazione nella terra in cui sono nati. Abbiamo su questo definito una vera e propria strategia regionale, che si chiama #MareASinistra, che punta a rendere la Puglia attrattiva per tutti, giovani pugliesi e non pugliesi, imprese, startup, ricercatori e centri di ricerca attraverso interventi che riguardano tutte le politiche regionali.
La Puglia come luogo dove vivere e investire per tutti i talenti e le eccellenze è il nostro obiettivo. Volete sapere qual è tra tutti i territori dei grandi del G7 quello che ha avuto la maggiore crescita di PIL dopo gli Stati Uniti? È la Puglia! L’ho appreso, lo confesso, qualche giorno fa ascoltando un intervento pubblico dell’editrice Azzurra Caltagirone.
Per questo abbiamo una motivazione in più per far tornare a casa le migliaia di pugliesi ed italiani che sono andati via scappando da un paese inefficiente, inutilmente complesso, che non sa sempre riconoscere il merito.
Dobbiamo abbattere a zero la burocrazia e andare a prendere ovunque nel mondo i lavoratori e i talenti che servono ai nostri bravissimi imprenditori che non trovano la manodopera per crescere.
Sarebbe bene abrogare la Bossi Fini che pretenderebbe di far entrare in Italia chi ha già prima di partire un contratto di lavoro e i soldi per vivere. Affidando il reclutamento dei lavoratori che ci servono anche alle nostre rappresentanze diplomatiche all’estero, consentendo il controllo preventivo di chi arriva in Italia.
Non possono essere le “buone condizioni meteo” il nostro decreto flussi, perchè oggi abbiamo clandestini facili da sfruttare e sottopagare e morti in fondo al mare sulla coscienza perché non abbiamo compreso che il buco demografico è insuperabile senza una gestione intelligente dei flussi migratori.
E colgo l’occasione per dire che il dato sulla crescita dell’occupazione in Puglia è trainato dalla componente femminile: nel 2023 l’aumento è di 24 mila unità, di queste ben 18 mila sono donne.
Vuol dire che siamo stati in grado, tutti insieme, di gestire bene anche le politiche di investimento dei fondi europei e delle risorse nazionali. Nell’utilizzo dei fondi europei la Regione Puglia è addirittura prima in Italia per livelli di spesa certificata, contraddicendo il luogo comune che al Sud Italia non siamo efficienti; i dati MEF-Igrue aggiornati al 30 luglio scorso indicano che abbiamo già raggiunto e superato il 100% di spesa rispetto alla dotazione assegnata al Programma.
Sono queste le risorse che ci hanno consentito di dare una spinta ad infrastrutture e opere pubbliche, alla transizione ecologica e digitale, e soprattutto aiuti alle imprese, difesa del suolo, trasporti, inclusione e welfare, politiche attive del lavoro e della formazione. Nel ciclo 2021/2027 la Puglia ha predisposto con i fondi europei un nuovo Programma da 5,5 miliardi di euro per rafforzare il modello di sviluppo sostenibile.
Nell’anno in corso abbiamo dato concretezza alla programmazione europea con investimenti superiori ai 615 milioni di euro, distribuiti su 21 bandi per lo sviluppo economico.
Imprenditori pugliesi! Avete presentato ben 862 progetti imprenditoriali, con investimenti totali di 1 miliardo di euro.
Le misure di agevolazione come il PIA hanno raddoppiato le istanze e gli investimenti sono passati da 138 milioni a 600 milioni di euro. L’occupazione ne ha beneficiato con oltre 600 nuove assunzioni.
E poi ci sono i Contratti di Programma avviati nel 2023, che hanno attratto 200 milioni di euro di investimenti e coinvolto 39 imprese, mentre TecnoNidi, dedicata alle start-up tecnologiche, ha raddoppiato le candidature (da 41 a 80) e triplicato gli investimenti (da 8 a oltre 18 milioni di euro). Nel campo energetico, la Puglia ha autorizzato oltre un GigaWatt di nuova potenza da fonti rinnovabili nel 2023, superando l’obiettivo nazionale per il 2030.
Nel settore idrogeno, sono in corso cinque progetti per la realizzazione di hydrogen valleys, con un finanziamento complessivo di 50 milioni di euro. Sono questi i numeri che fanno della nostra regione una delle realtà più dinamiche in Italia, risultati che potremo ulteriormente consolidare e migliorare quando potremo beneficiare dei 6,5 miliardi di euro provenienti dal Fondo di Sviluppo e coesione e dal Programma Complementare del POR Puglia.
Un contributo importante arriva dal turismo, diventato un vero e proprio motore dell’economia. Nel 2023, abbiamo raggiunto numeri straordinari: 5,4 milioni di arrivi e circa 19 milioni di presenze nei settori alberghiero, extralberghiero e locazioni turistiche.
Rispetto al 2015, la crescita è stata del +56% per gli arrivi e del +40% per le presenze. La Puglia si è affermata come destinazione internazionale grazie a una promozione costante e al rafforzamento del brand, attirando sempre più stranieri. Gli arrivi dall’estero, oltre 2 milioni nel 2023 con 5,8 milioni di pernottamenti, sono aumentati del 168% per gli arrivi e del 118% per le presenze.
Mercati di lungo raggio come Australia, Canada, Brasile e Argentina hanno registrato un incremento significativo, contribuendo a posizionare la nostra regione tra le mete più ambite.
Inoltre, i dati della Banca d’Italia certificano che nel 2023 la spesa turistica internazionale ha raggiunto 1,5 miliardi di euro. Nel 2024, la tendenza positiva continua: nei primi otto mesi dell’anno, abbiamo registrato un +8% di crescita rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli arrivi stranieri, in particolare, sono cresciuti del +20%, confermando il fascino della nostra terra oltre i confini nazionali.
Con il turismo che contribuisce per oltre il 12% al PIL regionale e 200.000 addetti nel settore, la Puglia si è trasformata in una meta di qualità, capace di offrire esperienze autentiche tutto l’anno.
Un ruolo chiave lo sta giocando il nostro sistema aeroportuale sempre più accessibile e strategico: il 23 settembre, pochi giorni fa, abbiamo superato la straordinaria cifra di 40.000 passeggeri in un solo giorno tra gli scali di Bari, Brindisi e Foggia, un risultato reso possibile dal nostro impegno per la destagionalizzazione del turismo e il potenziamento dell’intermodalità.
L’aeroporto di Foggia è protagonista di una nuova stagione di crescita, con sette voli settimanali per Milano Linate, tre per Bergamo e due per Torino, rendendo le grandi aree economiche del nord Italia facilmente accessibili.
Sono in corso i lavori di adeguamento dell’Aeroporto di Taranto-Grottaglie, primo ed unico aeroporto al servizio dell’industria aeronautica e aerospaziale, lo spazioporto per i voli suborbitali e siamo comunque pronti a garantire una quota di capacità operativa anche al servizio dell’aviazione generale.
Noi abbiamo il dovere di far sì che le strutture siano pronte ad accogliere compagnie aeree e passeggeri, il mercato di far sì che sia possibile attivarle in concreto. Prossima all’inaugurazione anche la piattaforma per lo “smantellamento” di aerei a fine ciclo di vita.
Abbiamo investito in autobus confortevoli e a basso impatto ambientale, dismettendo quelli più obsoleti e mettendo su strada Euro 6, mezzi ibridi a metano e ad alimentazione elettrica.
Lo stesso abbiamo fatto per i treni, cercando di completare l’elettrificazione della rete ferroviaria regionale. Il rinnovo del materiale rotabile su ferro è quasi completo: con le risorse a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020 sono stati acquistati ben 45 treni elettrici finanziati con 225 milioni di Euro. E quindi chiediamo al Governo di premiare il nostro impegno con ulteriori fondi per poter rinnovare al 100% il parco mezzi circolante in Puglia.
Per il trasporto ferroviario stiamo lavorando con le cinque società operanti in Puglia per una rete rinnovata e sicura, un tema questo che ci sta particolarmente a cuore, con molti meno passaggi a livello e che sia dotata dei più moderni sistemi di controllo marcia treno.
E a questo proposito chiediamo al Governo di seguire con estrema attenzione, e risolvere quanto prima, la controversa vicenda di Ferrovie del Sud Est, perché la società ricopre un ruolo rilevante nel trasporto regionale e ha consistenti progetti in cantiere finanziati dal Pnrr, per cui non possiamo perdere ulteriore tempo.
Stiamo infrastrutturando anche il sistema sanitario, e penso alla realizzazione dei nuovi modernissimi ospedali e reparti per garantire un accesso più equo e qualificato ai servizi sanitari. Queste strutture saranno dotate delle tecnologie più avanzate e progettate per garantire un’assistenza sanitaria di eccellenza.
In sanità sappiamo che il lavoro non deve fermarsi mai, c’è ancora da fare, ma molte questioni vanno contestualizzate, come ad esempio le liste di attesa: se guardiamo cosa accade nel resto di Italia, emerge che in Puglia comunque fronteggiamo questo tema meglio che altrove.
Dal 2015 in poi, abbiamo assistito a un miglioramento costante dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), indicatore fondamentale che misura la qualità e l’efficacia dei servizi sanitari erogati sul territorio.
La Puglia era ultima in Italia sino a nove anni fa, ma in questi anni, un passo alla volta, siamo riusciti a risalire la classifica nazionale, arrivando tra le prime nove regioni adempienti.
Significa che qui ci si cura con una tempestività e qualità che vogliamo ancora migliorare, ma comunque più alta che altrove, con tempi di attesa più ridotti e un maggiore accesso alle prestazioni essenziali. Guardiamo al futuro e per questo come Regione abbiamo investito anche nell’ampliamento dell’offerta formativa in campo medico con tre nuove facoltà di medicina.
Grazie a queste nuove sedi, centinaia di nuovi medici potranno formarsi direttamente nella nostra regione, contribuendo a rafforzare il sistema sanitario con una nuova generazione di professionisti della salute.
Non si può ignorare che regioni come la nostra hanno dovuto affrontare le sfide dell’austerity, che ha limitato le capacità di reclutamento e l’offerta sanitaria. A titolo di esempio, il Rapporto Agenas dell’ottobre 2022 riporta che la Regione Puglia ha 6.346 unità di personale medico e 15.403 infermieri in servizio nel 2020 mentre la Regione Emilia Romagna conta su 9.098 medici e 27.631 infermieri.
Se rapportiamo questi numeri alla popolazione, la Puglia ha un tasso di operatori sanitari pari a 5,56 per 1000 abitanti e l’Emilia Romagna di 8,29. Per raggiungere lo stesso valore, la Puglia dovrebbe poter assumere circa 12.000 tra medici e infermieri in più, passando dagli attuali 21.749 a 33.000.
Ma se il Fondo sanitario nazionale non verrà aumentato e diviso secondo le reali esigenze, e quindi in proporzione alla popolazione, sarà veramente difficile mantenere l’uguaglianza dei cittadini italiani di fronte al loro diritto alla salute. Il lavoro per rafforzare il nostro sistema sanitario è incessante.
Migliaia sono comunque le assunzioni che abbiamo fatto in questi anni. Non posso quindi non ringraziare anche in questa occasione tutti coloro che ogni giorno in corsia e nei reparti lavorano con abnegazione per prendersi cura di noi tutti.
Vorrei rivolgere un pensiero e una dedica anche a chi oggi non è più con noi ricordando il dottor Vito Procacci, un medico straordinario, che ha diretto il pronto soccorso del Policlinico di Bari senza risparmiarsi anche negli anni della pandemia.
Sono storie come la sua che continuano a darci l’esempio e l’ispirazione per non piegarci di fronte a nessuna avversità e a continuare a lavorare sempre per ciò che è giusto. Siamo consapevoli che la strada è ancora lunga, ma abbiamo gettato le basi, insieme, per una sanità moderna, più vicina ai cittadini, e in grado di offrire a tutti pari opportunità di cura.
La salute passa però anche da scelte strategiche che riguardano l’impatto ambientale che la grande industria ha sul territorio. Signor Ministro, in Lei ho trovato sempre un interlocutore serio su una questione che da anni attende risposte nette dal Governo e mi riferisco alla vicenda dell’ex Ilva di Taranto.
Prendiamo atto della presenza di numerose manifestazioni di interesse per rilevare la fabbrica. Non mi stancherò mai di dire che per noi è condizione fondamentale, perché la fabbrica continui a funzionare, che si realizzi il processo di decarbonizzazione, unica soluzione per renderla compatibile con la salute, condizione imprescindibile.
Ma uscire dall’epoca del carbone è anche una scelta coerente con le ragioni di competitività, sostenibilità e tutela dei lavoratori, ragioni che una fabbrica strategica come quella deve garantire.
Per evitare gli errori del passato, per noi è fondamentale che ci sia un forte presidio all’interno della società e nelle sue attività da parte dello Stato. L’Accordo di programma, stipulato col consenso dei sindacati, sarà lo strumento attuativo del piano industriale, con la definizione delle competenze, delle responsabilità del cronoprogramma, delle risorse economiche e delle misure di sostegno disponibili.
Solo i fatti concreti potranno ristabilire un rapporto di affidamento tra la popolazione tarantina e le istituzioni della Repubblica. Siamo ancora traumatizzati e disorientati dall’azzeramento del processo “Ambiente svenduto” che pure aveva determinato pesantissime condanne nei confronti dei colpevoli, un fatto che rischia di compromettere definitivamente la fiducia nei confronti dello Stato, non solo nella sua attività di governo e prevenzione delle minacce alla salute delle persone, ma persino nella giustizia.
Signor Ministro, lei segue personalmente la chiusura e la bonifica della centrale Enel di Cerano a Brindisi. Abbiamo il dovere di assicurare ai dipendenti diretti e dell’indotto il rispetto dei loro diritti, ad avere un futuro di lavoro certo e nella loro terra.
Se guardiamo indietro a com’era la Puglia venti anni fa davvero possiamo comprendere quanto siamo riusciti, come comunità, a superare i nostri stessi limiti. Ci siamo schierati contro le mafie e la criminalità organizzata, dando vita a politiche antimafia organiche e innovative che partono dalle scuole per arrivare a coinvolgere tutte le istituzioni del territorio. Un impegno, quello per l’affermazione della legalità, che non si esaurisce mai e che noi oggi ribadiamo con forza, unità e senso di responsabilità.
Abbiamo investito come mai era stato fatto prima nelle politiche culturali, in maniera diffusa, plurale e democratica, perché niente come la cultura svolge una funzione di leva per la crescita individuale e sociale. Abbiamo difeso un bene assoluto come l’acqua pubblica, grazie al nostro Acquedotto pugliese che è diventato un punto di riferimento mondiale per la sua capacità di trasformare la regione con il più lungo tratto costiero di Italia, nella regione con il mare più pulito di Italia.
La proprietà pubblica di Aqp, difesa con le unghie e con i denti, è da sola un manifesto politico. Il bene più importante per il futuro dell’umanità non può che essere gestito dal pubblico.
Queste consapevolezze maturate in anni e anni di impegno collettivo fanno dei pugliesi una comunità partecipe e con la schiena dritta. E se da questa terra si muove una mobilitazione a tutela dei diritti e delle conquiste di civiltà che ci siamo guadagnati, è giusto che la nostra voce venga ascoltata.
La Puglia che non vuole tornare indietro è al fianco di chi in Italia si sta mobilitando contro la legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Siamo stati la prima Regione a impugnarla davanti alla Corte Costituzionale nella convinzione che questa legge renda diseguali i cittadini delle regioni italiane. Lo spirito che ci muove è tutelare l’unità stessa del nostro Paese nel rispetto dei principi sanciti dai padri costituenti.
Oggi in questa sala abbiamo una rappresentanza autorevole della società pugliese e italiana.
Di fronte al popolo che ha firmato in massa per il referendum, di fronte all’allarme e alla presa di posizione di tante regioni e amministrazioni locali di ogni schieramento politico, di fronte a Confindustria, ai sindacati e finanche alla Conferenza episcopale che per voce del vescovo Francesco Savino ha manifestato preoccupazione per una legge che crea tante Italie e rischia di scatenare un far west, beh io penso che sia necessario fermarsi.
Penso che invece di spaccare l’Italia, il Governo debba riprendere la via maestra per introdurre una norma sull’autonomia così come prevista dalla Costituzione, che puó essere solo un disegno di legge costituzionale ex art. 138 che ridisegni i poteri delle regioni senza fare differenze tra territori ricchi e meno ricchi.
Addirittura si dice che a Roma un comitato di saggi stia preparando i cosiddetti Lep, differenziando il danaro necessario per la tutela dello stesso diritto tra le zone ricche e le zone povere, quindi dando meno soldi a chi è povero e più soldi a chi è ricco, svolgendo una funzione che è inversa a quella che la logica ci suggerisce.
Ministro, se può ci rassicuri che non subiremo oltre al danno anche la beffa!
Le assicuro che il blocco sociale che ha costruito il successo della Puglia senza autonomia differenziata e a legislazione vigente si opporrà con tutte le sue forze alla dissoluzione dell’Unità d’Italia e alla condanna a morte del Mezzogiorno. Ci batteremo con le armi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e basata sull’uguaglianza di tutti i cittadini e le cittadine.
È con questo spirito che dico a tutti buona Fiera del Levante!
Viva la Puglia e viva l’Italia!