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(Adnkronos) – Hezbollah ha identificato un secondo comandante ucciso nel raid israeliano di ieri alla periferia sud di Beirut insieme a Ibrahim Aqil e ad altri 12 importanti militanti del gruppo. Si tratta di Ahmed Wahabi, 60 anni, che, secondo quanto riferito dal Partito di Dio, "ha diretto le operazioni militari dell'unità d'elite al-Radwan fino all'inizio del 2024, assumendo poi la responsabilità dell'unità centrale di addestramento dopo la morte di Wissam Tawil" ucciso in un raid a gennaio. “È con grande orgoglio che la resistenza islamica presenta oggi uno dei suoi grandi leader come martire sulla strada di Gerusalemme, e si impegna con la sua anima pura a rimanere fedele ai suoi obiettivi, alle sue speranze e al suo cammino fino alla vittoria”, ha dichiarato Hezbollah in un comunicato diffuso dall'emittente al-Manar, affiliata al gruppo, in un riferimento alla morte di Aqil, nel quale conferma anche l'uccisione di Wahabi e di altri 12 importanti militanti. Il Partito di Dio ha ricordato che Aqil ha preso parte a "una delle operazioni eroiche durante il confronto con l'invasione israeliana di Beirut all'inizio degli anni '80", in un riferimento all'attacco all'ambasciata americana in Libano nel 1983. Gli Stati Uniti non stanno versando alcuna lacrima per l'uccisione del comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil, tuttavia ribadiscono di non essere d'accordo con Israele sull'escalation e sul fatto che una guerra con il Libano faccia raggiungere gli obiettivi prefissati. "Ibrahim Aqil era responsabile dell'attentato all'ambasciata di Beirut 40 anni fa. Quindi nessuno versa una lacrima per lui”, ha detto McGurk intervenendo alla conferenza del Consiglio israelo-americano a Washington. "Detto questo – ha subito aggiunto – abbiamo dei disaccordi con gli israeliani sulle tattiche e su come si misura il rischio di escalation. È una situazione molto preoccupante. Sono molto fiducioso che attraverso la diplomazia, la deterrenza e altri mezzi riusciremo ad uscirne". Ma poi ancora McGurk ha ribadito la posizione degli Stati Uniti: "Non pensiamo che una guerra in Libano sia il modo per raggiungere l'obiettivo di riportare le persone nelle loro case… Vogliamo una soluzione diplomatica a nord. Questo è l'obiettivo, ed è quello per cui stiamo lavorando”. Israele pagherà a caro prezzo "il crimine" e la "follia" commessi a Beirut, con il raid di ieri nel quale sono stati uccisi due importanti comandanti di Hezbollah – Ibrahim Aqil e Ahmed Wahabi – e altri militanti del gruppo. Lo fa sapere Hamas, che già ieri aveva condannato "la brutale aggressione sionista". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)