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Aveva 14 anni quando la madre, Romilda Villani, attrice mancata, decide di portarsi la figlia Sofia da Pozzuoli, dove viveva con i nonni, a Roma. In meno di un anno la ragazza aveva avuto un notevole sviluppo, era più alta della media, era la più bella ragazza di Pozzuoli e mostrava qualche anno in più dei suoi coetanei.  La madre, di fronte ad una così promettente bellezza, aveva deciso di trasferire, come spesso accade, i suoi sogni di attrice, sulla giovanissima figlia.  A Roma, madre e figlia frequentano Cinecittà. Nei primi anni Cinquanta gli americani venivano in Italia per produrre i loro Colossal con costi irrisori rispetto alle folli cifra hollywoodiane. Cercano comparse, tante comparse e Romilda porta Sofia a fare ‘la fila’ dove capita. Ma se la madre si perde tra la folla, Sofia, appariscente, non passa inosservata: c’è sempre una voce che da un megafono grida ‘tu, laggiù, moretta, fatti avanti’. E la mamma spinge!  Comincia così la carriera di donna Sufì che alterna ‘comparsate’ in pellicole mediocri, a volte non è neanche citata. Con i fotoromanzi deve fare i conti con la concorrenza, l’invidia delle colleghe e partner maschili che, per la sua prorompente presenza, è sovraesposta ogni inquadratura: i fotografi le ronzano intorno come api sul miele.  Negli studi dei fumetti, all’epoca molto diffusi, Sofia si prende le prime cotte giovanili. È la fidanzata del ‘bello’ della canzone italiana, Achille Togliani, un fusto da un metro e novanta. Poi, d’improvviso, finisce tutto e prende una ‘sbandata’ con Ettore Manni, un attore interessante, lui pure con un fisico imponente, ma anche quest’amorazzo giovanile sarà senza storia.  La madre l’esorta a non allacciare legami impegnativi “devi pensare alla carriera. Vedrai, prima o poi troverai l’uomo adatto a te”.  Infatti, lo trova a Colle Oppio, vicino Roma, nel settembre del 1950 durante il concorso di Miss Roma dove Sofia viene eletta Miss Eleganza. Alla manifestazione c’era anche Carlo Ponti, che aveva appena fondato la Società di produzione Ponti-De Laurentiis, ed era in cerca di talenti.  Non si sa se è stato lui a mettere gli occhi addosso a lei, che naturalmente non passava inosservata, o viceversa. Resta il fatto che i due cominciano a frequentarsi. Non è proprio una bella coppia, ma la vita è piena di sorprese e non è raro che una ‘reginetta’ sposi il ‘brutto anatroccolo’: Carlo Ponti è basso, tozzo, occhi sporgenti, calvo, sposato ed è di un quarto di secolo più grande della bella Sofia. In compenso Ponti è ricco, potente e sicuro di sé come dimostrerà nel corso della sua vita.  Dunque, dopo anni di ‘gavetta’ e sacrifici con il nome d’arte di Sofia Lazzaro, nel 1953 con il film Africa sotto i mari, il produttore Goffredo Lombardo decide di cambiarle il nome che diventa Sophia Loren.  Nel 1954 infine, arriva il film e il regista che ha maggiormente influito nella carriera di donna Sufì. La  pellicola è L’oro di Napoli, un film a episodi diretto da Vittorio De Sica, dove la Loren, nel ruolo di Sofia la ‘pizzaiola’ mette in mostra la sua prorompente personalità di donna e attrice.  Altro film altrettanto determinante per la sua carriera è Pane, amore e… del 1955 diretto da Dino Risi e con Vittorio De Sica nel ruolo di attore protagonista. Con lo stesso titolo in precedenza, sono stati realizzate altre due pellicole interpretate da Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica. Il confronto, dunque, fra le due ‘maggiorate’ italiane, è atteso come una gara di atletica, e lei, donna Sufì, non delude: l’interpretazione della Loren nel ruolo di Sofia Cocozza, la pescivendola di Sorrento che i suoi compaesani chiamano ‘la smargiassa’, per sottolineare la sua spavalderia e avvenenza, non è assolutamente inferiore a quello della Lollo. La pellicola è un grande successo di pubblico e la scena del ballo della ‘smargiassa’ con il maresciallo Antonio Carotenuto, è da antologia.  Intanto il rapporto con Carlo Ponti si consolida. Sophia firma un contratto per un lungo periodo con la Ponti-De Laurentiis e l’attrice schizza come un missile fra le stelle del cinema italiano con Vittorio De Sica che sarà il suo pigmalione. È con lui che la Loren diventa attrice internazionale, è De Sica che la costringe ad esplorare e mettere a nudo le vaste possibilità della sua vena artistica, ed è ancora con lui che raggiunge livelli sempre più alti d’interpretazioni fino a farle ottenere l’Oscar, nel 1961, per la miglior attrice protagonista ne La ciociara.  Poi, nella sua strada professionale incontra Marcello Mastroianni e inizia un nuovo sodalizio fra De Sica, Loren e Mastroianni che li condurrà nell’olimpo della cinematografia mondiale.  Il 25 marzo del 1991, alla 63esima edizione degli Academy Awards, Gregory Peck le consegna l’Oscar «per una carriera ricca di memorabili interpretazioni, dando permanentemente lustro all’arte cinematografica con film indimenticabili».  “Quello che conta nella vita – dirà donna Sufì qualche anno dopo – è ottenere più dei sogni. Così tutto diventa una favola. A me è successo proprio così”.  Oggi, 20 settembre 2024, Sophia Loren compie novant’anni!

Buon compleanno Donna Sufì!

Nicola Mascellaro

Redazione

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