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È calato il sipario sulla seconda edizione del Tropea Film Festival ideato e diretto da Emanuele Bertucci. Un appuntamento che ha calamitato l’attenzione, per il secondo anno consecutivo per numerosi appassionati e curiosi del mondo dello spettacolo. Sette giorni di cinema e celebrità, con ospiti di rilievo internazionale come l’iconico Matt Dillon, il visionario regista Matteo Garrone e attori di talento come Marcello Fonte e Ascanio Celestini, noto per la sua profonda sensibilità artistica. A fare gli onori di casa, la splendida madrina Madalina Ghenea, mentre il regista Mimmo Calopresti ha presieduto la giuria. Sul palco, durante la serata conclusiva, il regista Matteo Garrone ha tenuto un intenso dialogo con il critico cinematografico Francesco Della Calce ripercorrendo le tappe principali della sua carriera che si è spostata dalla pittura per assecondare il bisogno di narrare delle storie di grande umanità attraverso l’arte visiva. Non è mancato il racconto di qualche aneddoto che lo lega a Marcello Fonte, che ha scelto come protagonista per il suo film Dogman: un’interpretazione che ha meritato l’assegnazione della palma d’oro a Cannes nel 2018. Nelle giornate precedenti Marcello Fonte con la sua estrosità aveva già lasciato una traccia indelebile nel pubblico del Festival. Un attore è colui che ha qualcosa da dire, non può essere un mero interprete, è stato il messaggio lanciato dal palco di Palazzo Santa Chiara. Come un fiume in piena ha parlato delle sue origini umili, degli anni dell’occupazione del Teatro Valle, della capacità di osservare il mondo con occhi sensibili, degli insegnanti da grandi maestri incontrati lungo la strada, della pratica buddista di trasformare il veleno in medicina. Anche Matt Dillon con la sua carriera ricca di sfumature ha conquistato il pubblico presente. Innumerevoli i ruoli interpretati, da quello del giovane ribelle a quello esilarante in “Tutti pazzi per Mary” fino a indossare i panni della star del cinema Marlon Brando per il lungometraggio su Ultimo tango a Parigi. Una carriera di grandi soddisfazioni e lo sguardo proteso verso il futuro con il sogno di girare ancora quello che potrà definire il film più bello. I premi speciali sono stati conferiti a Matt Dillon, Matteo Garrone, Marcello Fonte, Ascanio Celestini. Premiati anche Madalina Ghenea, Mimmo Calopresti e il contest Un corto per Tropea. Tutti i premi sono stati realizzati dai maestri orafi Michele e Antonio Affidato, che sin dalla prima edizione accompagnano il Tropea Film Festival. L’opera consiste in una scultura che riproduce lo scoglio di Santa Maria dell’Isola, simbolo più famoso di Tropea. La giuria presieduta dal regista e sceneggiatore Mimmo Calopresti ha decretato i vincitori delle tre sezioni competitive (Lungometraggi, Cortometraggi e Documentari). Per i lungometraggi è stato premiato Il mio posto è qui di Daniela Porto e Cristiano Bortone con Ludovica Martino e Marco Leonardi; per i documentari il riconoscimento è andato all’opera dal titolo AP Giannini – Bank to the future di Valentina Signorelli. Infine, nella sezione dei corti si è imposto Prova d’amore di Denis Nazzari con Alessandro Haber e le musiche di Nicola Piovani. “È la città di Raf Vallone, è giusto che il cinema ne sia parte integrante con la presenza di una sala dedicata alle proiezioni anche d’inverno”. Ha spiegato il direttore artistico Emanuele Bertucci. Oltre alla diffusione della cultura cinematografica, il Festival si propone anche di promuovere la scoperta del borgo calabrese affacciato sul mare cristallino del Tirreno: “Ci sentiamo ambasciatori delle bellezze di questa terra – ha proseguito Bertucci – passeggiare per i vicoletti di Tropea con un divo di Hollywood come Matt Dillon, così come se si fosse in compagnia di un amico o passare serate conviviali con uno dei registi contemporanei più noti come Matteo Garrone, ed ancora vedere aggirarsi per il centro attori del calibro di Marcello Fonte, Alessio Particò, Ascanio Celestini, Fabrizio Ferracane, Nunzia Schiano, permette alla comunità di familiarizzare con il mondo del grande cinema, di entrarci in contatto con naturalezza. Crollano i muri divisori e si costruiscono legami, interessi condivisi che suscitano in tutti curiosità per tornare a vivere l’esperienza collettiva e immersiva che solo il grande schermo può regalare. Intanto si sta delineando il un nuovo volto di una Tropea internazionale e multiculturale nel panorama cinematografico”.