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(Adnkronos) – Più competenze cliniche nei corsi di laurea per rendere l’azione degli infermieri maggiormente efficace verso il paziente, offrendo un contributo più qualificato nell’ambito della collaborazione quotidiana con i medici, gli psicologi, i bioeticisti, i fisioterapisti. Con l’obiettivo di accrescere il benessere del paziente nelle diverse fasi della cura e dell’assistenza, è stato presentato questa mattina Corso di Laurea Triennale in Infermieristica e Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche dell’Università Campus Bio-Medico (Ucbm) di Roma. Si tratta del primo dei 3 previsti. Gli altri due sono dedicati al territorio e all’emergenza-urgenza. A fare sintesi sul ruolo strategico dell’università nel processo di rinnovamento della professione infermieristica che, in Italia, vive una crisi che mette a rischio il buon funzionamento del Sistema Sanitario, nella giornata di studi ‘Innovazione nella formazione infermieristica e opportunità in sanità’ organizzata oggi dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, è la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) Barbara Mangiacavalli. “Abbiamo chiesto alle istituzioni un cambiamento e una riflessione strutturale e siamo alle battute finali, in una grande azione sinergica con il ministero della Salute e il ministero dell’Università, di un percorso che preveda, dopo la laurea triennale – spiega Mangiacavalli – la possibilità di proseguire con 3 lauree magistrali ad indirizzo clinico specialistico per costruire nuovi percorsi di carriera. Stiamo, quindi, definendone tre: cure territoriali (l’infermiere “di famiglia” e “di comunità”), emergenza-urgenza (sia ospedaliera che territoriale), neonatale pediatrica. Collocandoli, successivamente, economicamente e giuridicamente in maniera diversa”. Concorda il mondo della formazione universitaria.“Siamo convinti – aggiunge Maria Grazia De Marinis, presidente del corso di laurea triennale in Infermieristica e magistrale in Scienze Infermieristiche e ostetriche dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – che l’insegnamento delle scienze infermieristiche debba andare nella direzione di una maggiore specializzazione, approfondendo le competenze cliniche, organizzative, pedagogiche e di ricerca attorno ai problemi di salute che riguardano soprattutto anziani, malati cronici e pazienti del fine vita. Solo così la figura dell’infermiere potrà assumere uno spessore maggiore e vedere riconosciuto il ruolo che già oggi ricopre nell’assistenza e presa in carico dei pazienti”. In questo senso, il nuovo corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche dell’Ucbm di Roma, in partenza dall'anno accademico 2024-25 – si legge in una nota – punta sulla multidisciplinarietà e sulla contaminazione dei saperi per una formazione integrata che porterà gli studenti a formarsi naturalmente accanto a medici, tecnici delle professioni sanitarie e ingegneri, grazie alla possibilità di interagire direttamente nelle strutture ospedaliere messe a disposizione dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Oggi in Italia gli infermieri sono 6,4 ogni mille abitanti contro una media europea di 9,5 (4,1 i medici, contro la media Ocse di 3,7). Si registra una carenza di 65-70mila infermieri, un numero che potrebbe arrivare a 90mila se la riforma della sanità territoriale entrasse a regime. Secondo la Corte dei Conti, inoltre, 100mila infermieri andranno in pensione da qui ai prossimi 10 anni e già oggi circa 83mila hanno un’età tra i 50 e i 54 anni e 100mila tra i 55 e i 65 anni. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)