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L’interrogativo è: Quanto Amore ci vuole per eliminare la rabbia che ogni italiano, ognuno di noi, porta con sé ormai da oltre vent’anni. Leggendo le cento trentasei pagine della scrittrice natia della lauriota Giulia Messuti “Baci rubati-Insegnami ad amare e

salverò il mondo” Brigante editore, l’interrogativo nasce spontaneo. Un libro da leggere attentamente sfogliando le pagine con calma e con attenzione perché ogni rigo è un punto nevralgico per riflettere sul nostro tempo. C’è un pensiero finale da cui partire. Quello scritto all’ultima pagina, la cento trentaseiesima: “Un nuovo giorno nasceva e, insieme ad esso, dentro di lui, si accendeva magicamente la luce dell’amore che si dona e si riceve senza chiedere, l’amore che guarisce e salva”. Un pamphlet dove l’autrice lucana vuole insegnare un nuovo linguaggio; un diverso modo di volersi bene e di viversi. Vivere di orgoglio e di illusione fa perdere di vita all’amore, quel giusto ingrediente che serve a condire e rendere limpido il valore dell’umiltà che aiuta a essere gentili con il prossimo, liberi e indipendenti dalla stupidità,  utilizzare parole suadenti ed emozionanti. Insomma l’Amore è una lacrima gentile in un mondo fatto di pianto. L’amore è quello descritto da Amin mentre si rivolge ad Ismael ( pagina 16): “Ringrazi ciò che possiede ora, ammiri le piccole, ma spettacolari meraviglie quotidiane come un tramonto, le chiacchierate con un amico. Speri in un futuro che porterà con sé novità positive, affetti sinceri, amore, leggerezza, spensieratezza e tutto ciò di cui ha bisogno adesso”. Ma sull’amore l’autrice lancia tanti messaggi che si lasciano intendere al lettore. Una scrittrice lucana al suo terzo impegno letterario che incontriamo dopo la presentazione del libro alle terme di Latronico insieme con la Presidente del CIF regionale Antonella Viceconti.  Uomini e donne arrabbiate in un mondo che ci permette di stare bene. L’amore da lei descritto nel “fresco” libro può aiutare a cambiare la direzione di vita?

“Non so se l’amore possa totalmente e, mi piace sottolineare l’avverbio, cambiare direzione alla nostra vita, ma, di certo, credo che esso sia incisivo, determinante per ogni essere umano. Esso, quando è autentico, vero, quando è AMORE e non solo fisicità o pseudo amore, dona equilibrio, stabilità, permette condivisione, cooperazione e si estranea da tutti i sentimenti ad esso contrapposti: odio, violenza”.

Nella prefazione si dice: “L’amore nessuno mai l’ha insegnato, nessuno mai l’ha imparato”. Nell’attualità secondo Lei come può essere insegnato e chi nell’immediatezza deve impararlo.?

“Oggi nella nostra società, invasa, travolta e, oserei dire sopraffatta dallo tsunami dei social network è indispensabile insegnare ad amare soprattutto alle giovani generazioni native digitali che non hanno mai sperimentato l’attesa, il desiderio, il rifiuto, la delusione, la sofferenza che, da sempre corredano una storia d’amore degna di essere definita tale. L’educazione affettivo-sentimentale dovrebbe far parte dei programmi scolastici di tutti gli ordini e i gradi di scuola e dovrebbe basarsi sull’agire, sulla pratica  quotidiana. Quindi no a sterili e inutili progetti teorici, Si all’esempio dell’educante, alla collaborazione fattiva tra scuola e famiglia per affrontare difficoltà e ostacoli oltre che dialogare su tematiche sociali attuali”

Nelle nostre realtà lucane l’abbraccio non è un sentimento conosciuto nelle famiglie. Può essere che la via di trasmissione dell’amore sia appunto l’abbraccio? Se così è, l’abbraccio è un punto concreto di partenza?

“Abbracciare qualcuno ed essere abbracciati faccia bene. A tal proposito lo scrittore Paulo Coelho ha detto che:” Quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita.” Riferendomi alla nostra realtà lucana, credo che l’insufficiente pratica all’abbraccio risalga a tempi remoti. La nostra regione si è sempre basata su una realtà agricolo-rurale, contadina con una prevalente mentalità ristretta che ha manifestato uno stile cognitivo concentrato sull’esterno della vita interiore, sulla razionalità per cui si ha avuto scarsa capacità linguistico-verbale ed è stata data poca importanza alla personale sfera introspettiva per esternare bisogni, sentimenti ed effusioni affettive ed amorose. Con l’evoluzione della nostra società e il conseguimento di una valida acculturazione da parte dei giovani lucani, francamente, credo, che la situazione si sia modificata in positivo. Oggi i giovani sono meno inibiti e più propensi ad esternare i propri sentimenti e ad abbracciarsi. Ma, per far sì che questo sia davvero un punto di partenza l’abbraccio deve scaturire sempre e comunque da nobili sentimenti”.

L’eccessivo Io porta all’individualismo e agli eccessi, ma l’amore in fin dei conti è essere amati o amare rende felice un uomo o una donna?

“Forse un tempo era così! È stato proprio l’eccesso, sotto tutti gli aspetti, a determinare o meglio a trasformare l’amore in qualcosa di tossico e di irriconoscibile. Oggi, tale sentimento è stato svuotato della sua dignità, è continuamente abusato. L’individualismo e il potere autonomo di fare tutto, il riconoscimento peggiorativo di far prevalere diritti finalizzati al bene del singolo e non alla collettività vanta e sventola l’IO e sconfigge il NOI. Quindi viviamo in una società che innalza quotidianamente termini come: egoismo, consumismo, interesse personale, tornaconto seppellendo, invece, concetti come: il vivere sociale- l’altruismo, la generosità, la solidarietà, l’inclusione e L’ AMORE”. “L’amore è una componente fondamentale per costruire legami solidi e duraturi per non essere arrabbiati”. Il pensiero della Presidente regionale del Cif di Basilicata Antonella Viceconti presente all’incontro con l’autrice alle terme di Latronico. Insomma una breve chiacchierata per intendere che  non è la solita scrittrice. Una persona che fa della penna strumento per indurre il lettore alla riflessione su temi universali e sociali di importante attualità.

Oreste Roberto Lanza

 

 

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.