Tempo di lettura: 2 minuti
La Giunta Leccese non sembra essere nata sotto una buona stella. Le cosiddette grane stanno arrivando in rapida successione. Mettiamole in ordine, prima di perderne il conto. La madre di tutte le incertezze, che potrebbe diventare la grana più grossa, sicuramente l’ipotesi di scioglimento. I più informati sostengono che tra breve sarà pubblicata la decisione, favorevole o contraria non conta, priva arriva meglio è: è un bel po’ che al Viminale mordono il freno. A Palazzo di Città stanno tutti col “Tup & Tup “. Poi è venuta fuori la storia della ineleggibilità di Vito Leccese. Se potrà indossare la fascia tricolore, lo decideranno i giudici baresi. Parallelamente, le toghe partenopee dovranno dire se Antonio Decaro è stato legittimamente eletto al Parlamento europeo. Il primo dei non eletti della lista PD, si aggira nei corridoi del tribunale di Napoli con la bava alla bocca. Torniamo al Comune di Bari. Pochi giorni fa la bizzarra idea del sindaco della notte. Quelli dell’opposizione ovviamente si tengono la pancia dalle risate. Però, udite udite, i risolini non mancano neppure tra gli elettori di centro sinistra. così come molti sostengono che Leonetti avrebbe meritato di più, dati i copiosi consensi e la notevole esperienza amministrativa. Passiamo alla mancata assessora odiatrice seriale. Un minuto dopo aver messo il naso nella Giunta, l’hanno invitata a guadagnare l’uscita. L’episodio ha creato perplessità nell’opinione pubblica barese. Chiunque è libero di odiare Donald Trump, i politici apertamente contrari al Greenville, i potenti del G7, e passi pure la bieca allusione al Papa in odore di pedofilia. ma per amministrare una metropoli, bisognerebbe dimostrare ai concittadini, di avere un certo equilibrio e una discreta dose di buon senso. A chi spetta valutare questi requisiti prima della nomina, se non al Sindaco che lo ha fatto fuori tempo massimo? Veniamo all’ultimo intoppo che potrebbe essere reso noto ad horas. Il Comune di Bari, forse arricchirà la giurisprudenza della Corte Costituzionale. starebbe per arrivare alla Consulta un ricorso riguardante la legge elettorale. Gli ermellini dovranno svelare un arcano: se i Sindaci o i Presidenti di giunte regionali, non possono restare al potere per più di due mandati consecutivi, perché la stessa regola non vale per chi entra nella giunta? Nel team Leccese sarebbero tre gli assessori ad libitum. Se la ratio è quella di prevenire incrostazioni di potere, perché vale solo per sindaci e Presidenti di Regioni? Una valutazione ed una curiosità. In una amministrazione subiudice, in cui il Capo di gabinetto (a costo … zero), del Sindaco diventa il primo cittadino, e tre assessori uscenti restano in Giunta, come dimostrare che non ci sia continuità? Con il precedente Consiglio comunale? La curiosità. Se la Consulta bocciasse i tre assessori baresi, probabilmente ci troveremo al cospetto del più veloce rimpasto nella storia dei nostri Comuni…
Mimmo Loperfido