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Esattamente 70 anni fa moriva lo Statista italiano più importante del secolo, il vero padre della Repubblica Italiana: Alcide De Gasperi. Negli ultimi anni mi sono chiesto se tra i politici attuali fosse presente uno Statista, un leader come si dice “uno di rango”. Se la parola Statista fosse ben attribuita a quelli che dicono di volerci governare cercando di garantire alla nostra Italia un momento di autorevolezza tra i paesi dell’Europa e non solo. La sensazione è che certi termini o gruppo di parole vengono solitamente usate perché riescono a generare molte visualizzazioni sui social (quello che conta in questa Italia liquida) meglio ancora hanno un suono tale da poter essere utilizzate e impacchettate in un discorso che all’apparenza può sembrare aulico. Ma solo all’apparenza. La parola Statista nella nostra Italia può essere attribuita a pochissimi tra questi in primis appunto ad Alcide De Gasperi. Per molti fu un grande democratico cristiano. Le pagine di storia sono fitte di un impegno che in fin dei conti è stato legato a creare un Italia protagonista. Riorganizzò durante la Resistenza il Partito popolare con il nome di Democrazia cristiana; dopo la liberazione di Roma, fece parte del ministero Bonomi come ministro senza portafogli. Ministro degli Esteri nel secondo gabinetto Bonomi e in quello Parri (dicembre 1944 – dicembre 1945), fu poi ininterrottamente presidente del Consiglio fino all’agosto del 1953, governando dapprima insieme coi socialisti e coi comunisti e, dopo il 31 maggio 1947, con la partecipazione soltanto dei partiti di centro. Tentò poi, nel breve ministero del 16 luglio 1953, un governo di soli democristiani. Presidente della CECA dal maggio 1954, resse anche, dal sett. 1953 al luglio 1954, la segreteria del suo partito. Di particolare significato rimane l’opera svolta da De Gasperi per la ricostruzione del paese dalle rovine della guerra. Ma fu la sua politica estera il pallino di questo Statista tutta tesa all’inserimento dell’Italia nell’ambito dell’Alleanza atlantica e alla realizzazione dell’Europa unita. Diversi le pagine scritte sullo Statista di Pieve Tesino; interessanti sono quelle dello storico torinese Piero Craveri (deceduto a dicembre del passato anno) semplicemente De Gasperi- edito da il Mulino. Una prima completa biografia dove analizza il suo impegno politico facendone emergere sia i successi sia le inevitabili contraddizioni. Da leggere anche “Storia della Democrazia Cristiana dal 1943 al 1993” di Guido Formigoni, Paolo Pombeni Giorgio Vecchio” edito da Il Mulino, di recente pubblicazione (10 novembre 2023), nato dalla domanda: La DC fu davvero il “partito della nazione”? In molte pagine la figura di Alcide De Gasperi emerge come protagonista di un processo lento, complesso anche volte ricco di contrasti e contraddizioni ma che alla fine con un unico obiettivo ricostruire una identità, ricostruire l’Italia. Un costruttore di democrazia, guardando oggi il nostro paese alla deriva, De Gasperi fu una luce, si può essere d’accordo o meno, che illuminò una cultura popolare rispetto a chi oggi promette un facile populismo. Tra popolarismo e populismo sarebbe forse giusto utilizzare il primo. Uno Statista che mai pensò alle cosiddette “giravolte” politiche perché di grande dignità e spessore morale, cosi raccontano i suoi comportamenti e l’azione politica. Tanto per sintetizzarla la storia cosi racconta, Alcide De Gasperi fu un unicum nel deserto dei Don Abbondio che tutti hanno la sfacciataggine di definire Statisti o leader. Qualcuno al caso direbbe: Ma fateci il piacere.

Oreste Roberto Lanza

 

 

 

 

 

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.