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L’ho riletto diverso volte, il giudizio è sempre lo stesso. È uno lucano abituato ad andare oltre le apparenze delle cose. Giuseppe Costantini, scrittore di Episcopia, piccolo borgo nella valle del Sinni,  con il suo “L’acchiappanuvole”, edito da Albatros, riesce con parole semplici, accurate,  termini ben ricamati collocati al posto e al momento giusto, a raccontare delle storie che hanno il pregio di mettere in risalto quello che la vita in fondo è : Uno specchio ci rimanda sempre ad una realtà falsa. La vita vera è un’altra. Nello specchio bisogna guardare meglio. Probabilmente il sunto delle storie di Anacleto Tasso o del trombettista Gigì (alla francese) si possono trovare riassunte nell’ultimo capitolo “Anacleto alla ricerca”. Ma questo non significa non dover fare il percorso fin dall’inizio dove con accuratezza di scritto, l’autore trasporta i propri lettori verso la strada di quel dubbio quasi amletico: chiudersi in sé stessi e aver paura della vita. O aver paura a tal punto di affrontare i propri dolori, vivendo fuori da sé, nella musica,

nella droga, in storie senza sentimenti. Forse le protagoniste principali di questo scritto appaiono essere delle donne che cercano di dirimere la matassa della vita. Vere coscienza di vita che soprattutto per Anacleto, l’acchiappanuvole, diventano il possibile risveglio dal sogno. In particolare Lola il suono vero della coscienza. La donna che appare nella vita degli altri nel momento in cui hai bisogno che una come lei appaia. Fiumi di inchiostro per parlare di realtà e fantasia. Dove la fantasia vuole prendere il sopravvento considerando la vita un valore accessorio. Sono storie che in ogni caso affacciandosi da un balcone, appaiono vere e quotidiane. Lo specchio vero della vita tanto moderna ma legate ad infinite contraddizioni. Uno specchio che bisogna affrontare con coraggio senza maschere e senza finzioni. Sfogliando le pagine di questo interessante lavoro la prima sensazione pare essere quella di trovarsi in mezzo a storie complesse dove difficile appare il suono della comprensione. Ma nulla di più sbagliato quando nell’immergersi ancora nel profondo si avverte che dalla leggerezza del racconto l’autore vuole dire cose più importanti. Non avere paura di affrontare sé stessi, guardarsi dentro sempre, per giungere a quella giusta consapevolezza per evitare di smarrirsi e per intendere la vera nostra destinazione. Una vecchina, con in testa un cappellino senz’altro del secolo scorso, si ferma a guardare il personaggio notturno appoggiato ad un lampione. Quell’Anacleto fermo a discutere con sé stesso. È proprio lei a suonare il campanellino del risveglio quando, dopo l’avvenuta conoscenza, gli dice: “Stia attento…la prima impressione non è mai vera, dà sempre notizie deformate. E lei è uno scrittore, quindi abituato ad andare oltre le apparenze delle cose. La vita vera è un’altra. Quindi guardi meglio nello specchio”. Questo l’essenza di tutto l’impegno letterario di un autore conosciuto fin dalla mia adolescenza. Un ragazzo, riflessivo, riservato e bene preparato. Poi le esperienze di vita hanno fatto il resto. Hanno permesso al proprio IO di saper ascoltare i richiami essenziali della vita. Di capire quando incidere nei momenti importanti del nostro tempo. Un bel libro da comprare senza esitazione. Inchiostro ben speso per capire come nulla è già stato scritto senza possibilità di cambiamento. Nella giusta consapevolezza dell’istante e del tempo, si può acquisire un senso e un fine diverso da quello previsto.

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.