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(Adnkronos) – Riflettori accesi sui negoziati oggi 15 agosto in Qatar. Hamas ha ribadito che non sarà a Doha per i colloqui con Israele, condotti con la mediazione di Stati Uniti, Egitto e Qatar, sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Parlando con Sky Arabia, uno dei leader del movimento, Mahmoud Mardawi, ha affermato che Hamas non intende negoziare su quello che è già stato concordato e che Israele deve ritirarsi completamente dalla Striscia di Gaza. Dai colloqui in Qatar dipenderà anche la reazione dell'Iran, decidere o no se attuare la rappresaglia contro Israele, secondo quanto riferito da diverse fonti iraniane.
Hamas sta perdendo fiducia nella capacità degli Stati Uniti di mediare e parteciperà ai colloqui di Doha solo si concentreranno sull'attuazione della proposta di Joe Biden presentata a maggio e sostenuta dalla comunità internazionale. "Abbiamo informato i mediatori – ha detto Osama Hamdan, membro dell'ufficio politico di Hamas, in un'intervista all'Ap rilanciata da vari media – che ogni incontro dovrebbe essere basato sulla discussione riguardante l'attuazione dei meccanismi e le scadenze, piuttosto che negoziare qualcosa di nuovo". "Altrimenti – ha ammonito – Hamas non vede ragioni di partecipare". Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha approvato la partenza della delegazione per Doha per partecipare ai negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi e il mandato a negoziare. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro. Il comunicato dell'ufficio del premier Netanyahu non specifica chi esattamente parteciperà ai colloqui. Tuttavia, in precedenza, Channel 12 aveva riferito che la delegazione dovrebbe essere guidata dal capo del Mossad David Barnea, dal capo dello Shin Bet Ronen Bar e dal generale delle Idf Nitzan Alon. La radio dell'esercito riferisce che anche il consigliere senior di Netanyahu, Ophir Falk, si recherà a Doha. Fonti ufficiali libanesi hanno riferito ad Al Jazeera, secondo quanto riporta il sito Ynet, che il vertice che si apre oggi a Doha durerà due giorni. La Casa Bianca considera "la ripresa dei colloqui un passo importante. Vi parteciperà il direttore della Cia Burns", ha spiegato ai giornalisti la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. Durante la sua visita a Beirut, alla vigilia dell'attesa ripresa dei negoziati per Gaza, l'inviato speciale Usa Amos Hochstein ha detto che è arrivato il momento delle soluzioni diplomatiche per Gaza e Libano. Hochstein ha incontrato il presidente del Parlamento Nabih Berri, uno stretto alleato di Hezbollah, col quale ha discusso l'accordo quadro sul tavolo per il cessate il fuoco a Gaza. "Io e lui siamo d'accordo sul fatto che non ci sia più tempo da perdere e che non ci sono più scuse valide per nessuna delle parti per ulteriori rinvii – ha riferito Hochstein ai giornalisti – l'accordo renderebbe possibile anche una soluzione diplomatica qui in Libano e impedirebbe lo scoppio di un conflitto più ampio". Un altro raid di Israele nel sud del Libano ha provocato vittime, secondo quanto reso noto dal ministero della Salute libanese. Un attacco del "nemico israeliano" alla città meridionale di Marjayoun ha ucciso due persone e ne ha ferite quattro, ha affermato il ministero, sottolineando che il bilancio è provvisorio. Secondo l'agenzia di stampa nazionale ufficiale libanese, un "drone nemico ha preso di mira un'auto" nella piazza della città, in una zona solitamente affollata. La Palestina non accetterà in nessun caso l'esclusione della Russia dal processo di soluzione del conflitto in Medio Oriente. Lo ha detto alla Tass il presidente palestinese Mahmoud Abbas, dopo il suo incontro a Mosca con il presidente russo Vladimir Putin. La Russia "ha sempre cercato e sta cercando vie per una soluzione di pace" e si sta impegnando per "una soluzione giusta alla questione mediorientale, in conformità con il diritto internazionale", ha sottolineato Abbas. "E non dimentichiamo il suo ruolo nel 'Quartetto per il Medio Oriente' – ha aggiunto il presidente dell'Anp – Gli Stati Uniti hanno sempre voluto escludere la Russia da questo processo. In nessuna circostanza accetteremo l'esclusione della Russia da qualsiasi piattaforma di soluzione della crisi in Medio Oriente, perché ha una posizione veramente equa sulla questione mediorientale basata sul diritto internazionale", ha affermato Abbas. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)