Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – Attacchi improvvisi di rabbia, d'ira e picchi di frustrazione per i bambini nella prima infanzia (4,5 anni) che usano troppo il tablet all'età dai tre anni e mezzo. E' quanto afferma uno studio canadese pubblicato su 'Jama Pediatrics' che evidenzia come l'utilizzo del dispositivo "può contribuire a un ciclo deleterio nel processo di regolazione emotiva" dei più piccoli.  Secondo un recente sondaggio statunitense – ricordano i ricercatori – la maggior parte dei bambini di 4 anni possiede un dispositivo mobile e la quantità di tempo trascorso dai bambini piccoli sui dispositivi mobili è aumentata da 5 minuti al giorno nel 2020 a 55 minuti al giorno nel 2022. "Gli anni in età prescolare rappresentano un periodo delicato per lo sviluppo delle capacità di regolazione emotiva dei bambini – sottolinea lo studio -. I bambini che trascorrono più ore davanti agli schermi potrebbero perdere l'opportunità di impegnarsi in attività come le interazioni o il gioco con altri bambini, che sono essenziali per provare a padroneggiare i processi di autoregolamentazione".  "I bambini che non riescono a sviluppare la capacità di gestire efficacemente gli scoppi improvvisi di rabbia e la frustrazione, probabilmente andranno incontro a scarsi risultati nel loro percorso scolastico e avranno difficoltà psicosociali", suggerisce il lavoro che ha preso in esame quasi 800 bimbi suddivisi in tre fasce d'età.  Sebbene la maggior parte dei bambini mostri dopo la prima infanzia "un costante miglioramento nella gestione della rabbia, permangono – avvertono gli scienziati – differenze individuali nella frequenza e nell’intensità delle esplosioni emotive. Resta quindi importante indagare la misura in cui l’uso dei tablet è associato alla gestione della rabbia e della frustrazione da parte del bambino". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.