Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) –
Larissa Iapichino quarta nella finale del salto in lungo femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024. L'azzurra chiude ai piedi del podio con la misura di 6.87, ottenuta al secondo tentativo. La 22enne toscana, figlia di Fiona May (argento proprio nel lungo ad Atlanta '96 e Sydney 2000) si ferma a a 9 centimetri dal podio. Oro alla statunitense Tara Davis-Woodhall con 7.10 davanti alla tedesca Malaika Mihambo (6.98) e alla connazionale Jasmine Moore (6.96). Iapichino apre la sua serie con un apprezzabile 6.78, che vale il terzo posto provvisorio alle spalle delle americane Moore (6.96) e Davis Woodhall (6.93). L'azzurra è perfettamente centrata e confeziona un secondo salto da 6.87, essenziale per respingere l'assalto della tedesca Mihambo (6.81) che decolla nel terzo round (6.95) e si prende il bronzo virtuale. Iapichino non riesce a rispondere subito, incappando nel primo nullo. La marcia dell'azzurra riparte con il quarto salto, un 6.83 che non sposta nulla in classifica. Stesso copione con il quinto tentativo (6.78), mentre davanti Mihambo si prende la seconda posizione (6.98). Iapichino chiude con 6.85: quarto posto. "Forse mi è mancato qualcosa, ma non voglio assolutamente buttarmi giù. Mi dispiace, ma non bisogna darsi per vinti e contribuire a lavorare sia dal punto di vista mentale che personale, oltre che dell'allenamento. Vedrò di imparare la lezione e anche bene", dice Iapichino. "Io stavo bene, non riguarda l'allenamento ma credo che Larissa debba farsi un esamino e capire bene come affrontare le prossime gare -aggiunge la 22enne toscana al microfono di Rai Sport-. Va bene il quarto posto alle Olimpiadi, è un piazzamento buono, ma quando arrivi per giocarti qualcosa di importante devi essere pronta al 100%. Forse mi è mancato qualcosa, quindi voglio imparare e cercare di attuarlo la prossima volta".  —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.