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Il 4 e 5 agosto Episcopia è in festa per la sua Madonna del Piano tra storia e forte identità religiosa. Tra questi momenti di storia, Episcopia, piccolo borgo della valle del Sinni, importante fiume della Lucania che nasce dalla Serra Giumenta- Monte Papa, sin dal 1500 esprime una tradizione fatta di storia, culto antico è una forte devozione alla Madonna del piano o Santa Maria del piano un tempo Madonna della Neve. La Madonna, come raccontano le pagine di storia di questo luogo, fu ritrovata in un grosso incavo di una quercia secolare da tre mietitori nascosta, con ogni probabilità durante il periodo iconoclasta (movimento, nato durante il periodo bizantino, che sosteneva come la venerazione delle icone spesso sfociasse in una forma di idolatria, e quindi tutte le statue andassero distrutte) presumibilmente da monaci greci oppure dai Cistercensi o Agostiniani. Un appuntamento, quello del 4 e 5 agosto, che nelle pagine di storia si intreccia con la festa del grano dove in tutte le realtà rurali si omaggiava il buon raccolto, anche attraverso riti propiziatori, che affondano le radici nella notte dei tempi e si identificano anche con riti pagani, che celebravano l’abbondanza delle messi. La professoressa Elisa Conte Colangelo, storica del posto autrice del libro “Episcopia, cultura, arte e natura lungo il fiume Sinni” dichiara che “ci piace pensare che la festa del grano celebrata ad Episcopia il 4 e 5 agosto di ogni anno, si distingua dalle altre feste simili per alcuni motivi. Questa festa, infatti, probabilmente già esistente nella tradizione locale, solo in epoca cristiana si è identificata con la festa della Madonna del Piano, all’origine Madonna della Neve”. Durante la festa il ricordo al grano e ai mietitori si avverte quando la Statua della Madonna del Piano viene accompagnata da fedeli che portano a spalle “le gregne” ed in testa “i scigli”, grosse strutture lignee rivestite di mazzi di spighe, mentre il popolo festante balla al suono della banda e i contadini, con il caratteristico costume dei mietitori, mimano, con falci e spighe, agitate nell’aria con gesti garbati, l’atto della mietitura e non solo. Gregne e scigli che venivano composti per devozione da tutti gli episcopioti. “Venivano preparati – sottolinea la professoressa Colangelo –  con devozione e dedizione da tutti gli abitanti delle contrade di Episcopia, che gareggiavano fra loro in quantità e qualità dei manufatti.  Essi erano contrassegnati da un distintivo delle contrade e ovviamente i portatori erano scelti fra gli abitanti delle singole frazioni, che si davanti cambio nel corso della processione”.  Una scoperta di grande significato non solo storica, ma soprattutto religiosa, all’epoca meritava di essere divulgata. Per questo furono stabiliti diversi giorni di novene e preghiere che culminano da sempre nella festa vera e propria del 4 e 5 agosto. I festeggiamenti iniziano dalla prima novena del 16 luglio, che coincide con la festa della Madonna del Carmelo. Poi il secondo ciclo che coincide con la festa di Sant’Anna del 26 luglio per poi arrivare a quella della Madonna del Piano. Poi ci sono le curiosità legate a questo evento. “Un tempo – precisa Elisa Conte Colangelo –  dopo la festa le spighe, staccate dalle strutture lignee, che erano di dimensioni notevoli, venivano trebbiate e con il grano si ricavava la farina che serviva per le ostie, ma anche per le necessità della parrocchia e dei poveri”. Studiare  la storia della nostra terra significa amare i nostri luoghi per dare un senso alla nostra vita e quella degli altri.

Oreste Roberto Lanza

Redazione

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