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(Adnkronos) – "Non era una gara ad armi pari". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in visita a Casa Italia a Parigi per le Olimpiadi 2024, si esprime così sul match in cui Angela Carini si è ritirata. L'azzurra ha abbandonato il ring dove combatteva con l'algerina Imane Khelif, esclusa dai Mondiali 2023 per elevati livelli di testosterone e ammessa ai Giochi. "Su questa materia non sono d'accordo da anni con il Cio. Non ero d'accordo con la scelta del 2021, non sono d'accordo oggi, ringrazio Angela Carini per come si è battuta anche se non siamo riusciti a vederla, abbiamo visto solo dei piccoli flash… Ritirata? Mi dispiace ancora di più questa non era una gara ad armi pari", dice Meloni. "Nel 2021, quando il Cio cambiò il regolamento su questa materia, noi presentammo una mozione per segnalare le conseguenze che questo poteva avere, perché è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina la gara in partenza non sembra equa. C'erano anche profili legati alla sicurezza e penso che bisogna anche fare attenzione nel tentativo di non discriminare, a discriminare, perché sono anni che tento di spiegare che alcune tesi portate all'estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne", ha sottolineato la premier. "Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non dovrebbero essere ammesse alle gare femminili e non perché si voglia discriminare qualcuno ma per tutelare il diritto delle atlete a competere ad armi pari. Ringrazio Angela Carini per come si è battuta. Mi ero emozionata ieri quando lei ha scritto 'combatterò' perché in queste cose conta anche la dedizione, la testa, il carattere e competere ad armi pari e questa non lo era", ha concluso Meloni. Il tema è da giorni al centro del dibattito anche politico. "Il pianto inconsolabile di Angela ci colpisce ma il suo ritiro le fa onore. L'aspetto in Senato per abbracciarla", dice Ignazio La Russa, presidente del Senato. "Tutta la nostra solidarietà ad Angela Carini, vittima di un’ideologia che colpisce lei e con lei tutte le donne. Oggi è una pagina nera per le donne, è una pagina nera per lo sport, e anche per la verità. Una verità che ancora questa mattina in tanti hanno provato a mascherare, affermando che Imane Khelif sarebbe 'sempre stata donna', in quanto 'intersex'”, scrive quindi su Facebook la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella. "Anche su questo sarebbe bene fare chiarezza: la persona che oggi ha ingiustamente vinto una competizione che di sportivo non ha avuto nulla, è una persona con cromosomi maschili, con corpo e fisicità maschili. Le persone intersex, che nascono con ambiguità nei caratteri sessuali, sono 'assegnate' al genere femminile con vari criteri, tra cui il fatto che, se necessario, è più facile ricostruire un apparato genitale femminile che uno maschile – sottolinea – Ritenere, come ha fatto il Cio, che basti l’assegnazione anagrafica al genere femminile per rendere equa una gara di pugilato fra un uomo e una donna, è inaccettabile". "Possiamo solo sperare che le lacrime che hanno riempito gli occhi di Angela Carini già dopo i primi colpi, possano servire alle altre atlete, e chiarire le idee a chi ancora fa finta di non vedere le nuove forme di ingiustizia a cui l’ideologia rischia di sottoporre le donne e tutta la nostra società", conclude. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)