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(Adnkronos) –
Polemiche strumentali che hanno "inquinato la gara". Così, all'Adnkronos, Vladimir Luxuria commenta il match di boxe alle Olimpiadi di Parigi 2024 tra l'algerina Imane Khelif e l'italiana Angela Carini che si è ritirata dopo soli 46 secondi. Secondo la conduttrice si è tentato sin dall'inizio di strumentalizzare questa edizione dei giochi olimpici: "Prima la polemica fake sull'ultima cena, che in realtà era il banchetto degli dei. Poi la campagna che hanno fatto con le donne nuotatrici, col costume intero, con la scritta tra le gambe 'non sono un ragazzo'" e infine l'incontro di boxe.  "Improvvisamente – commenta Luxuria – sono diventati tutti allenatori, mister e coach. Tutti sono esperti di gare olimpiche e regolamenti". E polemizza anche con la politica: "Prima Salvini con la fake news dell'atleta trans e poi Meloni che non ha visto l'incontro". "Khelif non è trans", ribadisce Luxuria spiegando anche che in Algeria la transessualità è illegale, rendendo dunque impossibile per una persona trans gareggiare per quel Paese. Per Luxuria quindi la polemica non esiste: "C'è un Comitato Olimpico Internazionale formato da più persone esperte di sport da più parti del mondo. C'è anche una rappresentanza italiana e sono loro che decidono le regole. Ognuno deve fare il suo mestiere". Le polemiche, però, "hanno inquinato anche questa gara. Una gara che doveva essere come tutte le altre, tanto che Angela Carini ha deciso di salire sul ring, accettando le regole del Cio e considerando legittima la sua avversaria". Ed è probabile, suggerisce Luxuria, che anche "il pugno dell'atleta algerina sia stato caricato da tutto lo stress e dalle frustrazioni". "Angela poi ha preso la sua decisione, rispettabile, di ritirarsi. Ma è stato un ritiro. Punto. Il resto – aggiunge – sono polemiche, fumo negli occhi di persone che veramente vogliono creare delle minacce immaginarie per poi autoproclamarsi difensori". Secondo Luxuria, "la pericolosità di tutta questa polemica è voler far pensare che le persone trans vogliono vincere facile e avere la meglio sulle donne che sono le nostre principali alleate. Io non voglio una corsia preferenziale. Vorrei l'inclusione". "Probabilmente anche Angela (Carini, ndr) ha subito tantissime pressioni. Ma sono sicura che sua la carriera non finisce qui. Ci darà ancora tantissime soddisfazioni ed io sarò sempre pronta a tifare per lei e per tutte le azzurre, indipendentemente dall'identità sessuale", conclude Luxuria. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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