Tempo di lettura: 6 minuti

(Adnkronos) – Un lunghissimo applauso ha accolto il premier israeliano Benjamin Netanyahu al suo ingresso nell'aula del Congresso degli Stati Uniti, dove ha tenuto il suo discorso, il quarto davanti ai senatori ed ai deputati americani riuniti. "Non siamo di fronte ad uno scontro tra civiltà, ma tra barbarie e civiltà e per far trionfare le forze della civiltà America e Israele devono stare insieme. Perché quando stanno insieme, succede una cosa semplice, noi vinciamo e loro perdono. E noi vinceremo", le prime parole del premier israeliano, che ha ribadito come "Israele resterà un alleato indispensabile per gli Stati Uniti, resterà il vostro amico leale e il vostro partner costante".  Netanyahu ha parlato di "una grande alleanza" fra i due Paesi. "Grazie America, grazie per il vostro sostegno e la vostra solidarietà. Grazie per essere al fianco di Israele nel momento del bisogno. Insieme difenderemo la nostra civiltà comune, insieme garantiremo un futuro brillante per entrambe le nostre nazioni", ha ripetuto. "Non avrò pace fino a quando tutti gli ostaggi non saranno a casa", ha poi aggiunto Netanyahu, ricordando che "135 li abbiamo riportati a casa". "Una di loro Noah Agarmani è qui nella galleria insieme a mia moglie Sarah", ha detto ancora il premier israeliano, tra gli applausi di senatori e deputati, ricordando il blitz delle forze speciali che l'ha liberata insieme ad altri 3 ostaggi. "Siamo così emozionati di averti qui con noi", ha concluso.  Riguardo poi agli sforzi per la liberazione degli ostaggi, il premier israeliano ha detto che "mentre stiamo parlando siamo impegnati in intensi sforzi e sono fiducioso, alcuni sforzi sono in corso ora". "Dateci i mezzi più velocemente e finiremo il lavoro", l'appello rivolto agli Stati Uniti.  Netanyahu ha accusato quindi Hamas di una “strategia” in cui “in realtà vuole che i civili palestinesi muoiano”, in modo che Israele “venga infangato dai media internazionali e venga spinto a porre fine alla guerra". "Voglio assicurarvi che, a prescindere dalle pressioni esercitate, non permetterò mai che ciò accada".  Il premier ha quindi illustrato la sua visione per il dopoguerra, non prima di aver ribadito che la guerra durerà “finché non avremo distrutto le capacità militari di Hamas e il suo dominio a Gaza e non avremo riportato a casa tutti i nostri ostaggi”. “Non ci accontenteremo di niente di meno”, ribadisce. Quanto al post guerra, continua, "la mia visione per quel giorno è di una Gaza smilitarizzata e de-radicalizzata. Israele non vuole rioccupare Gaza, ma per il futuro prevedibile, dobbiamo mantenere il controllo della sicurezza per prevenire la rinascita del terrore, per assicurare che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele”. 
Ringraziamenti poi a Joe Biden per "mezzo secolo di amicizia con Israele" e per "gli sforzi instancabili per gli ostaggi". “Il presidente Biden e io ci conosciamo da oltre 40 anni – ha detto il premier israeliano – Voglio ringraziarlo per mezzo secolo di amicizia verso Israele e per essere, come dice lui, un orgoglioso sionista. Anzi, come dice lui, un fiero sionista irlandese-americano”. “Ringrazio il presidente Biden per il suo sentito sostegno a Israele. Dopo il barbaro attacco del 7 ottobre, ha giustamente definito Hamas 'male puro'", ha continuato, ricordando che gli Stati Uniti hanno inviato "due portaerei in Medio Oriente per scoraggiare una guerra più ampia ed è venuto in Israele per stare al nostro fianco nel momento più buio, una visita che non sarà mai dimenticata”. 
Grazie anche a Donald Trump, che vedrà venerdì in Florida. "Voglio ringraziare il presidente Trump per tutte le cose che ha fatto per Israele, dal riconoscimento della sovranità israeliana sulle alture del Golan alla risposta all'aggressione iraniana, al riconoscimento di Gerusalemme come nostra capitale e al trasferimento dell'ambasciata americana in quella città”, dice. E aggiunge: “Come gli americani, anche gli israeliani sono stati sollevati” dal fatto che sia sopravvissuto all'attentato del 13 luglio scorso. "Ci incontriamo oggi a un bivio della storia. Il nostro mondo è in subbuglio. In Medio Oriente, l'asse del terrore iraniano si confronta con l'America, Israele e i nostri amici arabi", ha detto il premier israeliano, secondo il quale "l'Iran sta promuovendo le proteste anti-Israele in America, vogliono distruggere l'America". "L'Iran sta finanziando anche la protesta fuori da questo edificio, non sono tanti ma ci sono", ha aggiunto riferendosi alla mobilitazione contro la sua visita in Washington. "Ho un messaggio per voi siete diventati gli utili idioti dell'Iran", ha detto ancora.  Netanyahu ha poi parlato in tono molto concitato contro le proteste che nei mesi scorsi ci sono state nei mesi scorsi nei campus americani, prendendosela non solo con gli studenti che hanno protestato ma anche con i presidenti della principali università, compresa la sua alma mater Mit, che ha chiamato "intellettuali istupiditi" che non hanno condannato in modo chiaro le proteste anti-Israele.  Quanto alle decine di esponenti democratici che hanno boicottato il suo discorso, Netanyahu ha accusato chi protesta contro Israele di stare con gli assassini di Hamas, di "stare con il male". "Dovrebbero vergognarsi, si rifiutano di fare la semplice distinzione tra chi difende il proprio popolo e chi prende di mia i civili", ha detto il premier israeliano.  Infine un attacco a Karim Khan, procuratore del Tribunale penale internazionale, che ha “vergognosamente” accusato Israele di aver deliberatamente affamato la popolazione di Gaza. “Questa è una completa assurdità. È una completa invenzione”, denuncia il premier israeliano. “Le calunnie oltraggiose che dipingono Israele come razzista e genocida hanno lo scopo di delegittimare Israele, demonizzare lo Stato ebraico e demonizzare gli ebrei ovunque”, l'accusa rilanciata da Netanyahu, che paragonato quelle che ha definito “accuse selvagge” al tipo di menzogne storiche antisemite che hanno portato all'Olocausto.  Al discorso erano assenti oltre una cinquantina di deputati democratici oltre alla vice presidente Kamala Harris, impegnata in un evento elettorale. . Harris, ormai nuova candidata in pectore dei democratici, domani avrà un faccia a faccia con il premier israeliano. Non c'è neanche Nancy Pelosi. L'ex Speaker ha reso noto che "non parteciperà oggi alla sessioni a camere riunite del Congresso", ma "questa mattina parteciperà ad un incontro con le famiglie che hanno sofferto a causa dell'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e i rapimenti". Anche la vice presidente Kamala Harris, che è la presidente del Senato, non presiederà la seduta, ma – assicurano dal suo ufficio – a causa di impegni precedenti della campagna elettorale Secondo quanto riferisce Nbcnews, alcuni boicotteranno completamente il discorso, altri lo ascolteranno dai loro uffici senza andare in aula. Ed alcuni hanno organizzato programmi alternativi.  Tra i senatori che non saranno in aula anche Patty Murray, presidente pro tempore del Senato avrebbe dovuto presiedere dal momento che Kamala Harris, che è anche presidente del Senato, non ci sarà per impegni precedenti. "Assicurare un duraturo, reciproco cessate il fuoco è di vitale importanza in questo momento, ed io continuerò a spingere affinché si raggiunga al più presto possibile – ha dichiarato la senatrice dem eletta nello stato di Washington – spero che il primo ministro Netanyahu usi l'opportunità di questo discorso per dire come intende assicurare un cessate il fuoco ed una pace duratura nella regione".  Anche la frusta della maggioranza dem al Senato, Dick Durbin, ha annunciato che diserterà il discorso in una dichiarazione in cui afferma che la guerra a Gaza sotto la direzione di Netanyahu "è una strategia brutale che va oltre un livello accettabile di autodifesa. Io starò al fianco di Israele ma non applaudirò all'attuale primo ministro al Congresso".  Anche JD Vance non ha assistito al discorso, conferma Jason Miller, consigliere della campagna di Trump, assicurando che il senatore dell'Ohio scelto da Donald Trump come candidato alla vice presidenza "è solidamente schierato con il popolo di Israele nella sua lotta per difendere la propria patria, sradicare la minaccia terroristica e riportare a casa i suoi cittadini tenuti in ostaggio". "Non sarà tuttavia presente al discorso del primo ministro Netanyahu al Congresso a causa dei suoi impegni come candidato repubblicano alla vice presidenza", conclude Miller.  
Presente Elon Musk che, avvicinato dai giornalisti, ha detto di essere ospite del premier israeliano. In effetti, il Ceo di Tesla e Space X è stato fermato mentre usciva dall'ufficio dello Speaker repubblicano, Mike Johnson, ed ha detto di aver avuto "una grande incontro", ma non ha specificato con chi.   La polizia del Campidoglio ha allontanato e arrestato cinque persone che nella Galleria della Camera protestavano contro il discorso di Netanyahu. Lo ha reso noto su X la Capitol police, che in un altro post ha affermato che alcune persone "avevano cominciato a diventare violente, disobbedendo agli ordini di indietreggiare. Abbiamo spruzzato spray al peperoncino verso chiunque cercasse di violare la legge e di superare le barriere".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.