Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) –
Ventiquattro giorni di strenua lotta politica, per cercare di dimostrare che ''una brutta serata capita a tutti'', come aveva detto ''l'amico e alleato'' Barack Obama, e che dopo il disastroso flop nel dibattito tv con Donald Trump era ancora il candidato migliore per batterlo. Quarantotto ore per prendere una scelta che passerà alla storia, perché nessun presidente americano aveva prima d'ora abbandonato la corsa alla Casa Bianca in un momento tanto vicino al giorno delle elezioni, 107 giorni prima del voto. Isolato nella sua casa a Rehoboth Beach nel Delaware dopo aver contratto il Covid, Joe Biden ha ceduto ai leader del suo partito, ai donatori e anche ai sondaggi che dimostravano un divario crescente rispetto a Trump. Si è consultato con la sua famiglia e con i suoi principali consiglieri e, in 48 ore, ha deciso. "Credo che sia nel migliore interesse del mio partito e del Paese che io mi faccia da parte", ha detto Biden in un colloquio sabato sera con i suoi più stretti collaboratori, Mike Donilon e Steve Ricchetti, facendo eco a quanto gli era stato chiesto, pubblicamente e no, da sempre più rappresentanti democratici nelle ultime settimane. Insieme a loro, ''fino a notte fonda'' come scrive il New York Times, Biden ha scritto la lettera in cui ha annunciato che non si sarebbe ricandidato alla Casa Bianca e che la famiglia e i suoi stretti collaboratori pensavano sarebbe stata diffusa proprio sabato. Ma poi la sua vice, Kamala Harris, è stata avvisata solo il giorno dopo, domenica, della decisione di Biden. E la maggior parte dello staff della campagna presidenziale democratica è stata avvisata letteralmente ''60 secondi'' prima della condivisione della lettera di Biden su 'X'. Tanto che, scrive il Times, 30 minuti prima che venisse fatto lo storico annuncio lo staff della rielezione di Biden era impegnato a chiamare i delegati, chiedendo di esprimere pubblicamente il loro sostegno al presidente. Anche una delle sue più strette consigliere per le comunicazioni, Anita Dunn, è rimasta all'oscuro della decisione di Biden fino a pochi minuti prima che la lettera venisse condivisa. Lei che, insieme al marito Bob Bauer, si era occupata di preparare il dibattito del presidente con Trump e aveva dovuto affrontare l'ira della famiglia dopo la performance disastrosa di Atlanta. Intanto, lontano da eventi pubblici causa Covid, Biden "non si è trincerato" ma ha analizzato i dati e si è convinto che la sua candidatura avrebbe reso più difficile sconfiggere Trump. Secondo quanto dichiarato alla Cnn da un alto funzionario della Casa Bianca, la decisione di Biden non ha nulla a che fare con questioni mediche. Piuttosto, durante la conversazione di sabato con i suoi due più stretti consiglieri, quello che è stato chiaro a Biden è che, dai sondaggi e dalla posizione dei principali esponenti democratici, la possibilità di vittoria era "praticamente inesistente", come ha riferito un'altra fonte alla Cnn. Ma non c'è stato un sondaggio in particolare, nessun democratico indeciso o raccolta fondi che abbia spinto Biden a prendere questa decisione.  A differenza del 2015, quando Donilon disse all'allora vicepresidente Biden che non avrebbe dovuto candidarsi alla presidenza nel 2016 perché in lutto per la morte del figlio Beau, questa volta nessuno dei due collaboratori gli ha detto esplicitamente di ritirarsi dalla corsa, spiega la fonte citata dalla Cnn. E' stato proprio il presidente a comunicare la sua decisione, prima della fine del colloquio, e a istruire i due su come comunicarla. Prima di dirlo ai consiglieri, Biden ha tenuto una riunione di famiglia sabato sera e ha comunicato ai suoi affetti più cari la decisione di ritirarsi dalla corsa. Sua figlia Ashley e il genero Howard sono andati a Rehoboth domenica mattina, secondo una fonte. A loro ha confermato la decisione, con Ricchetti al suo fianco, e ha iniziato a telefonare ai leader Dem. Biden e Harris hanno parlato più volte domenica al telefono prima del suo annuncio, secondo una fonte ben informata. Il presidente americano ha anche avuto conversazioni telefoniche separate con il capo dello staff Jeff Zients e la co-presidente della campagna Jen O'Malley Dillon, informando entrambi della sua decisione. Dando così inizio a una nuova era che, come scrive Politico, è piena di ''speranza e paura''. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.