Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) –
Joe Biden ritira la candidatura, Donald Trump si prepara a sfidare Kamala Harris nelle elezioni del 5 novembre per la Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti ufficializza il passo indietro e lancia la vicepresidente, che dovrà essere 'incoronata' dalla convention di agosto. Intanto, Trump si prepara a modificare la strategia per affrontare un avversario nuovo ma, tutto sommato, atteso. Il candidato repubblicano, nel comizio di sabato a Grand Rapids in Michigan, aveva preannunciato il cambiamento: "I democratici cacceranno Biden" e aveva iniziato a martellare Harris, "una pazza". Domenica 21 luglio arriva l'annuncio ufficiale: Biden out, Harris pronta a scendere in campo. 'Biden è stato il peggior presidente in assoluto della storia degli Stati Uniti", il primo commento di Trump alla Cnn. Harris ''sarà più facile da sconfiggere di quanto lo sarebbe stato Biden", aggiunge.  Quindi, l'offensiva social: ''Il corrotto Joe Biden non era adatto a candidarsi alla presidenza'' e "non è mai stato'' in grado di fare il presidente. Biden, scrive Trump su Truth, ''ha ottenuto la carica di presidente solo con bugie, fake news". E ''tutti quelli che lo circondavano, incluso il suo medico e i media, sapevano che non era in grado di essere presidente''. "Davvero qualcuno crede che Joe il corrotto avesse il covid? No, voleva scappare dal 27 giugno, dalla serata del confronto televisivo in cui è stato totalmente distrutto. Quello è stato il momento in cui Joe Biden è finito. In quel momento Joe si è rivelato per quello che è, un incompetente che non avrebbe mai dovuto diventare presidente. Joe Biden non è idoneo per l'incarico, sta distruggendo il nostro paese", incalza l'ex presidente in un altro post. "Insomma, siamo costretti a spendere tempo e denaro per combattere il corrotto Joe Biden, che ottiene pessimi risultati nei sondaggi dopo un dibattito terribile e abbandona la corsa. Ora dobbiamo ricominciare tutto dall'inizio", scrive preparandosi al confronto con un altro avversario. "Il partito pepubblicano non dovrebbe essere rimborsato per la frode subita? Tutti quelli che erano attorno a Joe, compresi i suoi dottori e i Fake News Media, sapevano che non era in grado di candidarsi o di essere presidente", scrive l'ex presidente, auspicando che il prossimo dibattito, a settembre, non vada in onda sulla Abc e venga trasmesso su FoxNews. La campagna di Trump intanto si appresta a trasmettere i primi spot centrati su Harris. Intanto, si comincia con il fuoco di fila delle dichiarazioni: Harris 'complice' di Biden, come afferma anche il candidato vicepresidente repubblicano JD Vance.  "Joe Biden è stato il peggior presidente della mia vita e Kamala Harris è stata lì con lui in ogni fase del suo percorso", scrive su X, indicando la Harris come la "responsabile" dei fallimenti del presidente e accusandola di aver "mentito per quasi quattro anni sulla capacità mentale di Biden, accollando alla nazione un presidente che non può svolgere il compito. Il presidente Trump e io siamo pronti a salvare l'America, chiunque sia in cima alla lista dei democratici", assicura Vance. "Negli ultimi quattro anni -prosegue Vance- Harris ha co-firmato le politiche di confini aperti e di truffa verde di Biden, che hanno fatto aumentare il costo delle case e dei generi alimentari. "È responsabile di tutti questi fallimenti e ha mentito per quasi quattro anni sulle capacità mentali di Biden, consegnando alla nazione un presidente che non è in grado di fare il suo lavoro". Dalla seconda fila, partono i fendenti del governatore della Florida Ron DeSantis, che per mesi è stato il principale sfidante di Trump alle primarie repubblicane. Harris ha "coperto Biden" e la scelta scelta di nominarla come candidata democratica alla Casa Bianca equivale a ''sistemare le sedie a sdraio sul Titanic'' prima che affondi. ''Kamala Harris è stata complice di un enorme insabbiamento per nascondere e negare il fatto che Joe Biden non era in grado di svolgere i suoi doveri'', scrive.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.