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(Adnkronos) – "Da quasi 60 anni "Navarma prima, e ora Moby e Toremar, da quando è stata acquisita, subiscono attacchi cattivi e ingiustificati, anche considerando che diamo lavoro a centinaia di persone all’Elba senza quantificare l’indotto". Lo sottolinea il gruppo Onorato Armatori in una nota in cui sottolinea che "nessuno è perfetto" ma – si rivendica – "colleghiamo l’isola d’Elba d’inverno con 16 partenze da Piombino e altrettante da Portoferraio, ogni giorno. Un residente per il passaggio paga a Toremar 3,88 euro e a Moby 4,10 euro, poco più della metro a Milano. Se facciamo una media tra le due compagnie, circa 4 euro a residente, sono necessari 500 residenti a partenza per pagare le spese per una sola corsa da Piombino o da Portoferraio e viceversa. Infatti una sola corsa costa al minimo della media 2.000 euro. D’inverno, tra le due compagnie, 500 residenti non li trasportiamo in un giorno intero, non in un’unica partenza".  "Abbiamo rilevato Toremar – si ricorda – trovando navi distrutte e investendo per le stesse 4 milioni di euro a nave, ovvero un totale di 20 milioni di euro. Abbiamo acquistato due nuove navi, il 'Rio Marina Bella' e lo 'Schiopparello' investendo altri 11,89 milioni di euro, per un totale di circa 32 milioni". Per Moby "i collegamenti per l’isola d’Elba rappresentano una perdita di milioni di euro, coperti dalle altre linee Moby al di fuori del perimetro Elba, e un danno d’immagine che non possiamo più permetterci, considerando, non da ultimo, un contesto di grave ostilità sociale e un quotidiano linciaggio mediatico sulla stampa locale. La Toremar considerata la sovvenzione, chiude i bilanci con utili risicati". Sul fronte occupazionale – si sottolinea – "abbiamo rilevato Toremar a gennaio 2012 conservando il contratto per i marittimi di 15 giorni a bordo e 15 giorni di riposo, un unicum nel panorama europeo" e inoltre "abbiamo assunto, a tempo indeterminato, 64 marittimi precari che lo Stato non aveva regolarizzato. Purtroppo nessuna parte sociale ha mai riconosciuto il nostro lavoro". Dal Gruppo si segnala come "esiste, in materia, una grave ignoranza generale sulla stessa. Sarebbe bastato osservare ciò che è accaduto con i nuovi bandi alle altre Società Regionali: Siremar, Caremar, Laziomar e Saremar. Gare andate deserte, contratti dei marittimi ridiscussi al risparmio, collegamenti ridotti al minimo. Per questo motivo, il nostro Armatore personalmente, oltre un anno fa, ha visitato e incontrato sulle navi Toremar, gli equipaggi per sollecitare un intervento verso gli Organi competenti, prima che la procedura partisse. Ora, e pensiamo di non sbagliare, ormai è tardi". "La Siremar e la Caronte percepiscono in Sicilia oltre 80 milioni di euro annui", si ricorda, aggiungendo che "quando abbiamo acquisito Toremar i costi, fra tutti il carburante, non erano purtroppo esplosi come lo sono oggi". Adesso inoltre "si chiede a gran voce un rinnovo della flotta: la Regione Sicilia per la Siremar ha costruito una sola nave al costo di 120 milioni di euro. Il rinnovo della flotta Toremar, alla stessa cifra, moltiplicata per sei navi, richiederebbe l’esborso di almeno 600 milioni di euro. Mancano i fondamentali economici per un investimento del genere, per non parlare delle continue richieste di diminuzione delle tariffe". "Abbiamo ottemperato, come da contratto, all’anno di proroga previsto dallo stesso" sottolinea la nota, ma "desideriamo chiarire, a seguito delle domande ricevute dai mezzi di informazione, che nell’incertezza di come verrà confezionato il bando della nuova gara, oggi non siamo in grado di garantire la partecipazione di Toremar alla stessa". Infine il gruppo segnala "le dichiarazioni dell’assessore Baccelli della Regione Toscana in cui dichiara 'irresponsabile' il comportamento della Toremar cercando così di scaricare le sue responsabilità sulla Compagnia. L’Assessore Baccelli ha avuto anni ed anni per preparare un bando di gara ed ha usufruito anche di un anno di proroga". "La Toremar non è disponibile ad alcun incontro con l’assessore a meno che non ritratti, con delle esplicite e pubbliche scuse, la sua posizione" conclude. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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