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Una storia attuale, tutta da raccontare e da onorare. Dopo la presentazione ufficiale, avvenuta presso la sede dell’Associazione della Stampa Romana, il libro “Terra Promessa”, scritto da Cristiana Cimmino, edito da Rossini Editore, da oggi 25 giugno è in tutte le librerie e su Amazon.

Il romanzo avvincente e amaro racconta la storia di una truffa affettiva, fenomeno molto diffuso e presente nella nostra società. Attraverso una ricca narrazione e un’accurata ricerca l’autrice, Cristiana Cimmino, giornalista e scrittrice ha saputo cogliere l’essenza di questo problema insieme all’altro strettamente presente nel libro, l’emarginazione e lo sfruttamento minorile nelle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo.

Due i protagonisti principali, seguiti dall’adolescenza ai giorni nostri, tra Roma, Lagos e il Congo. Giulia è una donna oltre la mezza età, con alle spalle uno stupro e un omicidio mai denunciati. Abasi è un giovane congolese, fuggito da una miniera di cobalto, vittima di uomini violenti e spietati.

Giulia vuole riscattare le occasioni perse della sua vita e questo desiderio diventa la sua più grande vulnerabilità, che la rende preda di Abasi. Le speranze e le paure dei due protagonisti si incontrano online e l’uno diventa per l’altra la terra promessa, il miraggio di una vita migliore.  

Lei, occhi profondi come laghi di montagna e un profilo fiero appannato dal tempo, sorrideva davanti allo schermo di un tablet. Lui, occhi di brace ardenti di voglia di vivere, pelle d’ebano lucido e muscoli guizzanti di gioventù, sorseggiava un gin con ghiaccio, con la cannuccia, davanti a un display”.

Cristiana Cimmino, l’autrice: Giornalista professionista da oltre 35 anni. Nata a Roma e diplomata al Liceo classico, laureata in <Scienze della Comunicazione> all’Università LUISS di Roma. Ha lavorato per il Messaggero e per l’Ansa. Poi è passata a Paese Sera, infine assunta nella redazione romana della Gazzetta del Mezzogiorno, il più noto quotidiano del Sud, dove ancora oggi svolge il compito di cronista parlamentare, il ruolo che ha ricoperto per 25 anni, intervistando i maggiori politici della prima e della seconda Repubblica.

Noi di Lsd Magazine l’abbiamo incontrata per voi e per saperne di più.

-Il titolo del libro ,“Terra Promessa”, a cosa vuole alludere?-

I protagonisti sono le terre promesse l’uno per l’altra. Lui per poter realizzare il suo sogno di sfuggire alle violenze dello sfruttamento nelle miniere ha bisogno di denaro, lei, invece, rincorre un sogno : l’amore.

-L’aspetto sociologico, da cui la storia prende spunto, è la truffa affettiva. Come mai questo problema è cosi dilagante?-

Nel mondo più di 500 persone l’anno sono vittime di questo particolare tipo di raggiro e il 70% è costituito da donne. La ragione è proprio la solitudine che affligge chi casca in questo ingranaggio e ciò a causa dell’evoluzione tecnologica che allontana le persone tra di loro e le rende esposte al cento per cento. La Rete è una specie di fuoco fatuo che si vede ma non esiste, ed è facile essere raggirati quando soprattutto quando si è più vulnerabili.

-Attraverso l’artifizio del romanzo, il libro indaga le oscure piaghe di Internet, prendendo spunto, come già detto, da tematiche di grande attualità, le truffe affettive e l’emarginazione.-

Ho utilizzato la tecnica narrativa perché voglio che il lettore entri direttamente nella storia e la narrativa sicuramente arriva con i suoi messaggi all’animo del lettore, laddove la cronaca stenta. Per questo non ho inserito dati. Lo stile narrativo è consapevolmente asciutto con un linguaggio mai scontato per raccontare una storia reale e spietata. L’intento, ripeto, è quello di invitare il lettore ad una riflessione, una pausa da un mondo in costante evoluzione, che sta trasformando la società e le nostre vite, senza lasciare spazio ad un’analisi critica del cambiamento in atto. Sono partita dalla vicenda della protagonista, poi però mi sono resa conto che mancavano riferimenti all’Africa e agli schiavi di cobalto.

-La storia di “Terra Promessa” nasce da un’esperienza personale?-

Ho sperimentato una storia simile attraverso una persona a me vicina, e ho vissuto tutti i risvolti da quando incominciano le richieste di soldi fino a quando spariscono definitivamente. In generale i criminali contattano la vittima sui social, inviando una richiesta di amicizia ed utilizzando immagini di uomini molto avvenenti che si presentano spesso come imprenditori o militari in servizio in Paesi territori di guerra, o comunque con posizioni lavorative di alto livello, e che fanno credere alla vittima di essere single, vedovi o separati.

-Abasi, il protagonista, è un giovane ventenne ed è l’artefice del raggiro ai danni di Giulia , ma nella realtà si parla di un sistema che opera in questo ingranaggio.-

Infatti è una vera e propria organizzazione, dietro a un fantomatico principe azzurro c’è una squadra di esperti, almeno cinque o sei. Utilizzano più o meno gli stessi copioni, circa una dozzina, e li modellano in base alla sensibilità e al background culturale della vittima, della quale sanno tutto. Di solito queste organizzazioni operano in Nigeria o Costa d’Avorio. La mafia nigeriana è l’ideatore di questo particolare tipo di truffe. Io credo siano spinti da un desiderio di vendetta, la cosiddetta “nemesi” (dal greco classico: vendetta), vale a dire il desiderio di rivincita per gli abusi che da bambini subiscono in quella terra. Molti sono i giovano cha fuggono di lì in cerca di speranza e con il desiderio di vendicarsi.

-Perché vendetta? nei confronti di chi?

Come faccio riferimento nel libro, in Nigeria e nel sud della Repubblica Democratica del Congo  i ragazzi e le ragazze minorenni dai 6 ai 17 anni sono  impegnati nelle miniere di cobalto, prezioso minerale utilizzato per la produzione di batterie ricaricabili utilizzate per i nostri cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici. Questi bambini lavorano in condizioni estreme, senza alcuna protezione e percependo salari da fame. Si ammalano prima e più dei loro coetanei. Rischiano ogni giorno incidenti sul lavoro a causa di carichi troppo pesanti fino alla morte a causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali. Spesso sono picchiati e maltrattati dalle guardie della sicurezza se oltrepassano i confini della miniera. Nessuno sa che per il nostro telefonino e 15 grammi di cobalto muoiono centinaia di migliaia di bambini, che rimangono seppelliti nelle miniere. Ma per le organizzazioni spietate e criminali questi bambini rappresentano una piccola cosa senza importanza ( Kadogo come li chiamano in Congo). Chi riesce a fuggire da queste brutture, come il protagonista di “Terra Promessa”, finisce nelle organizzazioni delle truffe sentimentali a danno degli occidentali. Ecco il senso della nemesi, vendetta a cui facevo riferimento prima. Ho messo in atto un progetto a fronte dello sfruttamento minorile che gestivo con il tramite di un gruppo di salesiani, ma dopo la morte di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso inspiegabilmente, nel Febbraio 2021, il progetto è saltato.

-Alla fine del libro i protagonisti trovano la felicità, la terra promessa?

Il libro si conclude con la fine della storia tra i protagonisti, senza che vi sia una vittime né un carnefice.

Terminata l’intervista, non rimane che l’amarezza e mi sorge spontanea la domanda: quale tributo stiamo offrendo sull’altare del progresso?

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.