Tempo di lettura: 1 minuto
(Adnkronos) – Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-Un hanno firmato un Accordo globale di partnership strategica. I due hanno avviato questa mattina prima con le rispettive delegazioni, poi a tu per tu, i colloqui previsti nell'ambito della visita a Pyongyang del presidente russo. Un formato, ha voluto sottolineare il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov, citato dalla Tass – che permette di affrontare "le questioni più importanti, più delicate" e al quale i membri delle due delegazioni possono sempre unirsi, se ritenuto necessario. Putin è arrivato ieri in Corea del Nord per quella che è la prima visita nel 'regno eremita' negli ultimi 24 anni. Si tratta del terzo incontro tra i due leader dal 2019. Ma la loro non può essere una vera alleanza, sottolineano gli analisti americani, nonostante il G7 abbia evidenziato il trasferimento di missili balistici nordcoreani alla Russia, e quindi sul fronte ucraino, e a fronte del tentativo del capo del Cremlino di normalizzare il 'regno eremita' trascinandolo nel calderone del sud globale idealizzato a guida russo cinese. E' vero che Putin e Kim negli ultimi anni si sono avvicinati, ma si tratta di uno spostamento frutto di necessità a breve, dettate dagli interessi di ognuno dei due, più che di una alleanza formale e duratura. "C'è così tanta sfiducia reciproca fra i due Paesi. L'attuale miglioramento delle relazioni bilaterali è trascinato da circostanze definite dalla situazione", ha commentato Andrei Lankov, analista specializzato nelle relazioni fra Mosca e Pyongyang alla Kookmin University di Seul, in una intervista al Washington Post. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)