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Dunque cosa fare? E’ l’interrogativo principale che lo scrittore, divulgatore milanese, Oscar Di Montigny, nel suo libro “Gratitudine. La rivoluzione necessaria” edito da Mondadori, pone a sé stesso e ai lettori, in questo tempo di luce fioca, di oblio oltre ogni visione. Un buio fitto dove non si riesce a vedere un briciolo di luce. Dove stiamo andando e cosa vogliamo veramente. Le nostre speranze, i nostri sogni reali quali sono. Qual è la direzione: la velocità non conta se vai nella direzione sbagliata. Interrogativi veri, reali, che nella quotidianità non trovano, al momento, corrette risposte. Il libro di Montigny è diverso dal solito, riesce andare oltre, indicando una prospettiva, lasciando da parte paure, ansie, concentrandosi su una direzione precisa, un punto di partenza concreto. Dice lo scrittore milanese: “la vera sfida della nostra vita, la nostra vocazione più intima e profonda, è il sapere dare una direzione”. Per dire che un’unica soluzione possibile è riconnettersi al senso più profondo del nostro essere, allo scopo ultimo delle nostre esistenze, al vero “perché”. La vita ci viene donata, non è dovuta, a noi il compito di darle un orientamento riempendolo di senso. Proprio in questo momento di incertezza, minata da una complessità ambigua, noi tutti dobbiamo trovare una direzione. Importante saperla trovare noi stessi e non subirla da qualche predone di circostanza. La rivoluzione necessaria è appunto questo: ripensare l’economia e l’intera società, rianimandola e mettendo al centro le persone, gli esseri umani e l’ambiente in cui viviamo. Pagine scritte in maniera semplice, scorrevole, limpido nei pensieri, trasparente nei concetti. Più che accontentarsi di elezioni ogni cinque anni e di fare pressione quotidianamente sull’intero sistema sociale dice Montigny: “occorre creare individui educati intesi con una testa ben fatta, capaci di quel pensiero adeguato alla comprensione delle dinamiche esigenze che vanno oltre un il proprio naso”. L’analfabetismo funzionale e quello di ritorno devono essere riportati sotto la soglia. che per l’Italia, riguarda una percentuale che va oltre il 47 per cento. Dice l’autore: “abbiamo giovani che sanno leggere e scrivere ma hanno difficoltà a comprendere anche testi semplici e sono privi di molte competenze utili nella vita quotidiana”. La parola chiave per accendere la rivoluzione necessaria, per l’autore si chiama gratitudine: “la gratitudine è l’essenza della coopetition: l’integrazione tra competizione e cooperazione, per tenere sempre a fuoco sia l’interesse del singolo sia quello dell’insieme.”. Essere grati per ciò che abbiamo ricevuto in dono su questa Terra è l’atteggiamento che può riconnetterci al Tutto di cui facciamo parte, e far sorgere in noi la vocazione al bene, per rimettere l’essere umano al centro delle nostre azioni quotidiane. Una rivoluzione delle coscienze che ha bisogno di cultura ed educazione. Un libro con un’analisi lucida e anche visionaria che racconta un tempo nuovo che si può condividere o meno. Un fatto, però, si può approvare: se il tempo deve essere nuovo allora avremo bisogno di creativi risolutori di problemi che pensino, sentano e agiscano in modo nuovo.

Oreste Roberto Lanza

 

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.