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"Io di nuovo in campo? No, tocca a una nuova generazione". Anche oggi non si fa tirare per la giacchetta Francesco Rutelli, già enfant prodige della politica italiana, a 26 anni, era il 1980, segretario nazionale del partito Radicale di Pannella, a meno di 40 sindaco di Roma, poi ministro e vicepremier. L'intervista con 'La Stampa' riporta dell'ennesimo 'no, grazie a tutti' dell'ex leader della Margherita in risposta a chi gli chiede un ritorno alla politica attiva. Oggi, 14 giugno, intanto si gode la festa per i 70 anni. Sposato con Barbara Palombelli, giornalista e conduttrice televisiva, Rutelli, quattro figli e quattro nipoti, ieri sera con gli amici di sempre, tra cui il manager Chicco Testa, Paolo Gentiloni, commissario Ue, Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma, Svetlana Celli, presidente dell'assemblea capitolina e il consigliere regionale Luciano Nobili, era al Gianicolo, per una passeggiata culturale, terminata poi con una cena nei dintorni. Momento conviviale, quasi anticipazione del brindisi, a due passi dal monumento equestre di Anita Garibaldi, realizzato proprio da Mario Rutelli, bisnonno di Francesco, nel '32. Una statua appena restaurata, collocata a poca distanza dal busto di uno degli eroi del '48, quel Paolo Narducci, morto 19enne per la difesa di Roma -guarda il caso- tra gli antenati della Palombelli. Sono passati oltre dieci anni, era il 2013, da quando un neanche 60enne Rutelli chiuse la porta della politica attiva: "Ha scelto -si legge sul suo profilo internet- di non avere incarichi politico-istituzionali e di svolgere attività, sia su basi professionali, che di volontariato, nei campi in cui ha maggiormente sviluppato competenze ed esercitato la propria passione civile come l’ambiente e la sostenibilità, la cultura, la promozione internazionale dell’Italia". Ecco, appunto, Rutelli si muove nella sua seconda vita, mentre attraversa il traguardo delle settanta primavere, tra professione e volontariato, con i temi che restano quelli di sempre, memore delle battaglie 'radicali' della fine degli anni '80 per il verde pubblico, e per i diritti delle persone. Oppure quelli di sostegno al modo della cultura, cinema e non solo, lui che riveste dal 2016 la carica di presidente di Anica, l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive, Digitali. Qui corre il ricordo a quanto fatto da ministro per i Beni culturali del governo Prodi: sua fu la riforma del Codice dei beni culturali e del paesaggio e le misure per sostenere il settore cinematografico. Tra gli impegni e le iniziative di Rutelli il Soft Power Club lanciato nel 2020 a Venezia. Il Club, che vanta tra i soci nomi internazionali come il principe di Giordania El Hassan, punta a definire ogni anno messaggi inclusivi e obiettivi pragmatici, ponendosi come forum per un multilateralismo rinnovato ed efficace. Dal Collegio Romano Rutelli firmò le intese con prestigiosi musei statunitensi, dal Museum of Fine Arts di Boston al Getty Museum di Los Angeles: obiettivo il ritorno in Italia di tesori archeologici e culturali trafugati all'estero, per riavere indietro il Cratere di Eufronio, il Ritratto di Vibia Sabina, la Dea di Morgantina, tra gli altri. Molti oggi vorrebbero l'ex sindaco di Roma, il primo votato dai cittadini, novello federatore delle forze di centrosinistra, lui già capace di riunire tante anime diverse sotto l'insegna della Margherita. Un ritorno che però pare un po' meno semplice di quello andato a buon fine -non era scontato- con le opere d'arte trafugate al paese. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)