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«Era stato proprio il Signore dei destini a guidare il suo progenitore, Enea, il semidio, dalle rovine di Troia alle coste dell’Esperia. Lo aveva spinto attraverso mari e terre lontane, lo aveva condannato a molte sofferenze, costretto ad affrontare la guerra, perché negli oscuri propositi del Fato era stato deciso che la sua stirpe, insediatasi nel Lazio, germogliasse e si espandesse, fondando in futuro una città destinata alla gloria imperitura, il cui potere sarebbe stato conosciuto da tutte le genti, fino ai confini del mondo»: “La dinastia dei re” di Alessandro Troisi è un romanzo storico dalle tinte fantasy, in cui si racconta una versione del mito di Romolo e Remo basandosi sulla leggenda e sulle fonti storiche ma rielaborando gli eventi anche con un approccio più immaginifico. Ne risulta un’opera suggestiva, in cui si narra di una rivalità epica tra fratelli e della nascita di due gemelli che cambieranno le sorti del mondo antico; tutto ha inizio con la morte del sovrano di Alba Longa, Proca, e della salita al potere del suo primogenito, Numitore. Suo fratello minore, Amulio, non ha però mandato giù il volere del padre, considerato da lui tanto debole e remissivo quanto lo stesso Numitore: Amulio è convinto di essere l’unico vero sovrano di Alba Longa, perché in possesso delle qualità necessarie per dominare e conquistare. Una rabbia cieca lo invade già durante il funerale del padre, e decide quindi di non accettare il volere del Fato e di ribellarsi ad esso; egli è infatti il diretto discendente di Enea – l’eroe, il vittorioso – e può essere quindi in grado di sconfiggere il Destino stesso e di capovolgere gli eventi. Alessandro Troisi racconta delle vili macchinazioni di Amulio per conquistare potere e ricchezze; narra della determinazione di un uomo in lotta non solo contro il proprio fratello e la sua progenie ma anche contro un volere superiore, che a quei tempi nessuno osava mettere in discussione. Amulio è una figura complessa, ben restituita dall’autore nelle sue sfumature: nella prima parte dell’opera assistiamo alle sue turpi azioni che lo conducono a rapire i neonati gemelli di Rea Silvi’ figlia di Numitore e legittimi eredi al trono. Romolo e Remo verranno messi in una cesta e abbandonati al loro destino su un fiume, che sarebbe stato la loro tomba; in realtà, secondo il racconto di Troisi, verranno salvati da una donna, Acca Larenzia, che rappresenta la leggendaria Lupa. E da questo punto della vicenda inizia l’avvincente narrazione delle valorose gesta dei due fratelli, che culmineranno nella mitica fondazione di Roma.