Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – Anticipare di 5 anni, da 50 a 45, lo screening per la diagnosi precoce del cancro al colon-retto attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci. La proposta arriva dagli oncologi italiani in trasferta a Chicago per il Congresso dell'American Society of Clinical Oncology (Asco). "Come evidenziato da uno studio pubblicato su 'Annals of Oncology' – sottolinea Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) – nel 2024 il tasso di mortalità per il carcinoma al colon-retto tra i giovani (25-49 anni) in Italia aumenterà dell'1,5% negli uomini e del 2,6% nelle donne rispetto al periodo 2015-2019. Invece nella fascia d'età compresa fra 50 e 69 anni, inclusa nell'attuale programma di screening colorettale, nel 2024 è prevista una diminuzione dei decessi del 15% negli uomini e del 16% nelle donne. L'anticipazione dell'età dello screening per questa neoplasia, quindi non più a partire dai 50 anni, ma dai 45, consentirebbe di salvare più vite". Anche negli Stati Uniti, evidenziano gli oncologi, il tumore del colon-retto sta diventando sempre più diffuso negli under 50: alla fine degli anni '90 era la quarta causa di morte per cancro sia negli uomini sia nelle donne più giovani, oggi è la prima negli uomini e la seconda nelle donne. Non a caso "le nuove raccomandazioni della U.S. Preventive Services Task Force hanno abbassato l'età iniziale dello screening per cancro colorettale a 45 anni", rimarca Cinieri che suggerisce di seguire l'esempio. "Questo programma di prevenzione secondaria – ricorda – è in grado di individuare, oltre alla presenza di un tumore in persone asintomatiche, anche adenomi, cioè polipi, potenzialmente in grado di trasformarsi in cancro". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.