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“Ho fatto solo quello che mi diceva la testa, un tentativo disperato di rinascere, contro i nemici, una sorte che sembrava segnata, la sfortuna spesso di non essere sostenuta da nessuno ha reso il cammino tortuoso. Lì ho trovato e trovo la mia forza. I colpi bassi sono quotidiani ma alla fine vince il bene sul male, sempre”. Parole nette, sincere, di grande passione di una donna con una marcia in più. Una donna che utilizza la concretezza con il desiderio di donare una nuova primavera alla città di Martina Franca; non solo dal punto di vista artistico e culturale. Una donna che parla a cuore aperto con il desiderio di
sentirsi sé stessa cercando il bene possibile. Siamo parlando di Rosanna Pantone direttrice artistica e anima del Teatro Nuovo di Martina Franca, avvocato esperta in finanza agevolata alle Imprese. Da 3 anni immersa in una missione che sembrava essere impossibile: ridare vita e lustro ad un immobile di famiglia che ha segnato la storia martinese dal 1977 anno in cui fu inaugurato. Tre anni di abbandono e una riapertura su cui nessuno mai avrebbe scommesso un centesimo. Il prossimo 16 giugno una data importante: quella della ripartenza. Gaia Gentile, Luca Ward Pinuccio, Pino Campagna, Alessandro Haber, Sergio Cammariere, Brando Rossi e Antonella Genga (Mudù), Fabio Concato, Angelo Duro, Francesco Cicchella il grande Mogol. Solo alcuni artisti saliti sullo storico palcoscenico martinese. E non finisce qui. In un momento di pausa la sottraiamo ai suoi impegni per una risata e qualche pensiero tra amici. Una grande stagione quella del Teatro Nuovo per festeggiare la riapertura, forse meglio dire della ripartenza. Tra un sogno e una speranza quale sentimento ha prevalso di più? “Il sogno da perseguire con la speranza di riuscire ad essere all’altezza di un mondo completamente estraneo al mio quotidiano ed al mio lavoro, mi avranno sottovalutata sicuramente tutti e dovevo essere credibile con i fatti, quella la più grande fatica. Un fiore spuntato dalla roccia è un vero miracolo, un sogno”. Tanti personaggi nazionali e internazionali, musica, teatro comicità vista da diversi lati. Si dice sempre cosa vuoi di più. Rosanna Pantone cosa vuole di più per lei e per la citta di Martina Franca? “Fare il mio lavoro. Si combatte quotidianamente con un nemico subdolo che vorrebbe azzerare la mia realtà”. Una programmazione importante con tante serate sold out. Una soddisfazione diventata consapevolezza per dire: “la sfortuna spesso di non essere sostenuta da nessuno ha reso il cammino tortuoso.”. Cosa volevi dire? “Non ho avuto accanto nessuna istituzione o fondi pubblici, non è facile che un privato rischi così follemente in un settore ” difficile”, quella platea così grande un elemento di forza ma anche di debolezza quando non la riempi. La strada tortuosa rappresenta il percorso spesso difficile che affronti”. Qualcuno ha detto: al Teatro Nuovo non finisce qui! Cosa c’è in pentola che bolle ancora. Cosa c’è nei pensieri della direttrice artistica, dove si vuole andare. Insomma, oltre cosa c’è di interessante che i martinesi si devono aspettare? “Dico solo che se in soli 7 mesi abbiamo bruciato le tappe che una impresa normale raggiunge in anni ed anni di buon lavoro non posso che sperare di diventare davvero un punto di riferimento regionale per o nomi degli artisti che un teatro di questa capienza sarebbe in grado di avvicinare, non voglio dire altro, stiamo lavorando per portare novità, movimento, generare turismo, economia. 30.000 persone e forse più hanno partecipato ai nostri eventi, sono numeri da capogiro per una realtà come la nostra, i risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Un ultimo pensiero. Si sa benissimo che in questa città la donna ancora non trova una giusta e meritata collocazione. Alcune volte viene raggirata, derisa e peggio non ascoltata. Questa tua caparbietà, convinzione, impegno al di là di tutto, possono essere ingredienti veri per una rivoluzione gentile? “Sono felice della domanda. Questo è un tema a me tanto a cuore. Dico che mi sono resa disponibile a concedere il Teatro Nuovo per sostenere il progetto della fondazione “Una, nessuna, centomila, con Sud Est donna”, centro antiviolenza per le donne perché ritengo che sia ancora presente un’educazione degli uomini a sottovalutare il lavoro che può fare una donna”. Finisce il nostro breve incontro lasciandola con la sua lacrima gentile che scende dai suoi occhi. Poi un piccolo respiro e dice: “Noi andiamo avanti col cuore, tra persone per bene, che sanno riconoscere ma soprattutto rispettare i sacrifici del prossimo”. Si dice sempre che a volte le parole non bastano e allora servono i colori, le forme e le note finanche tante emozioni. Al Teatro Nuovo in oltre otto mesi si è riusciti a respirare tante note, tanti pensieri un fiume di emozioni. Del resto il teatro è meraviglioso proprio in quanto mette in scena gli stati d’animo, coinvolge mantenendo nel contempo le distanze della vita vera. Rosanna Pantone è riuscita a fare tutto questo. Non è poco ma non sarà mai abbastanza perché la speranza che il suo teatro diventi una scuola di emozione è già in corso d’opera. Una donna utile a questa città per pensare ad una nuova alba basta solo saperla tenere per mano.
Oreste Roberto Lanza