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Si è conclusa ieri 26 maggio, con l’entusiasmo, l’elogio e il plauso di tutti i partecipanti “La festa del tartufo”, a Giurdignano, un piccolo borgo del Salento.

È qui che dal 24 al 26 maggio si è dato appuntamento il popolo dell’enogastronomia, richiamato dalla maratona di workshop, approfondimenti gastronomici, cooking show, storie di uomini e donne, visite guidate. Una kermesse che per tre giorni che ha trasformato il borgo salentino nell’epicentro della creatività enogastronomica (a base di tartufo, protagonista dell’evento) e, più in generale, della valorizzazione del territorio.

Per l’occasione il sindaco, Monica Laura Gravante, ha aperto le porte del Salone Baronale, nel centro storico del paese, dove si sono svolti la maggior parte degli incontri.

Giurdignano-Festa del Tartufo-Terra di Megaliti, Luminarie, Barbatelle e Tartufi (questo il titolo per esteso) è stato ideato con la collaborazione di Puglia Expò, l’Associazione costituita da chef, imprenditori ed esperti di marketing, presieduta da Michele Bruno, protagonista e autore di questo evento.

Le tre giornate hanno certificato che Giurdignano è ufficialmente entrata a far parte dell’Associazione Nazionale “Città Del Tartufo”. Ad insignirla di questo titolo il Direttore dell’omonima associazione, Antonella Brancadoro, e il presidente Michele Boscagli, che presenziando con grande soddisfazione a tutte e tre le giornate, hanno confermando che la “Cerca e Cavatura del Tartufo” è iscritta nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale.

E a verificare l’odore e la presenza del tartufo nella campagna di Giurdignano, direttamente noi ospiti e partecipanti a questo week end di festa, che sotto la guida sapiente di Aldo Borgia e suo figlio Giuliano, ne abbiamo scoperto la magia, recandoci, nella mattinata di sabato, in un bosco delle vicinanze, e abbiamo assistito all’ estrazione ( detta cavatura) ad opera dei cani di Aldo, tre Lagotti Romagnoli, che grazie al loro fiuto hanno fatto riempire più sacchetti di quei preziosi sassolini neri, il tartufo appunto.

Le visite guidate ci hanno condotto anche alla visita di vigneti del Salento i cui vini hanno fatto da nettare alle degustazioni che per tre giorni hanno deliziato i nostri palati. Abbiamo scoperto così, grazie alle spiegazioni di esperti, come Giuseppe Pizzolante Leuzzi, che Il Negroamaro, un vino autoctono del Salento, è di antichissime origini. La sua presenza in Puglia e nel sud Italia risale all’ epoca preromana. Fino alla fine degli anni ’50 il Negroamaro è stato un vino di grande esportazione e usato come vino da taglio. Dai primi anni ’60 si è iniziato a lavorare per valorizzare le produzioni locali in autonomia. Per la sua spiccata acidità, oltre a rosso, è possibile avere il Negroamaro Rosato, Bianco e Spumantizzato

E lo abbiamo degustato nelle produzioni di diverse cantine: Cantele, Torre ospina, Duca Guarini, Tenute Corallo, Cantina Coppola, Cupertinum, Villani maglietta, Garofano vigneti, Menhir Salento,

Un applauso a tutti gli chef e ristoranti che si sono sfidati in una gara culinaria, lasciando noi conviviali a “bocca chiusa”, data la bontà delle ricette sperimentate :Giuseppe Galeone e Maria Lanzillotti di Casale Ferrovia (Carovigno, Brindisi), Leonardo Borracci e Paolo Barletta di Leo’s Braci (Polignano a Mare, Bari), Alfredo De luca (Taverna del Porto di Tricase),Roberto Musarò (Origano Minervino di Lecce), Antonio Cera, Gianluca Tenuzzo, Ercole Maggio ( Mulino Maggio ), Silvio Protopapa( Forno Protopapa). Ciascun ristoratore si è esibito con due piatti: uno tipico del proprio ristorante e uno in abbinamento al tartufo.

Non solo, ciascuno di loro ci ha raccontato una chicca, un segreto della loro attività. Mi ha meravigliato il racconto di Antonio Cera (Forno Sammarco-San Marco in Lamis), laureato alla Bocconi di Milano e tornato in “patria” a valorizzare l’economia locale. Ed è riuscito, visto che per il matrimonio di una coppia di stranieri ha venduto taralli, dalla strana forma di dito, a circa quattrocento euro al chilo. E ancora Silvio Protopapa di Giurdignano che usa i probiotici per rendere il pane meno proibitivo per la dieta.

Noi di Lsd abbiamo avuto l’onore di essere ospitati a Casa Borgia, il Ristorante del “talent scout” del tartufo a Giurdignano. Giuliano, il titolare, un giovane imprenditore laureatosi in Giurisprudenza, con tanto di Certificato Erasmus presso Colonia in Germania, successivamente assunto presso uno studio legale in Svizzera, ha sentito odore di tartufi e ha avuto la genialità di addentrarsi in un mondo tutto nuovo. Specializzandosi sempre più nella materia della micologia, in pochi anni è diventato esperto nel settore, fino ad arrivare al Ristorante gourmet, dove, seduti ad one ad un tavolo elegantemente imbandito, arricchito da panini caldi da farcire con burro di nocciole, abbiamo assistito, assaporando, ad Una sfilata di alta moda di cucina dove il tartufo accompagna delicatamente e si armonizza con tutti gli ingredienti, senza sopraffarli.

Ma oltre la cucina, che ha fatto scena principale, meritevoli di attenzione le “Storie”, appuntamento pomeridiano dell’evento, in cui sono stati intervistati imprenditori e imprenditrici che salvaguardano il patrimonio storico della nostra Puglia: Graziano Cennamo, presidente di “Pugliarmonica” ( l’associazione che tutela la banda musicale e che l’ha riportata alla gloria iniziale, facendola rivalutare anche dai giovani), Vito Maraschio (Presidente dei Luminaristi Pugliesi,e fondatore del Museo delle Luminarie, a Scorrano, in provincia di Lecce), entrambi intervistati da Toni Noar Augello (Redattore e conduttore per l’emittente nazionale Padre Pio Tv, nonché autore di romanzi e saggi)e) e Serena Fasiello.

E ancora abbiamo ascoltato il racconto di Maria Rosaria Ciullo che, nella sua tenera timidezza, ha descritto come fiorista innamorata del suo lavoro, dopo 20 anni si reinnamora della sua terra e crea il quaderno del Salento che la porta a creare in pochi mesi un nuovo marchio EMOZIONI IN LIBERTA’ a cucire le borse, i cuscini in materiale stoffa e pelle…e tutto ciò che l’emozione le suscita.

Per concludere il racconto di Aldo Borgia che, intervistato nientemeno che da Loris Coppola e Fiorella Perrone, ha raccontato la storia dell’oro nero della gastronimia a Giurdignano.- “Il tartufo in questo borgo l’ho scoperto 25 anni fa per caso-ha detto Borgia- “ Ero poliziotto e dovevo investigare per droga e armi. Durante un sopralluogo, mi imbatto in tre individui a prima vista sospetti: in realtà, dopo una serie di domande ho capito che erano tartufai dell’Umbria venuti a cavare il tartufo, qui nel Salento. Da qui è partita la mia avventura”.

Una storia densa di curiosità e colpi di scena quella raccontata dai Borgia che ha scatenato quel gran rumore che Giurdignano ha vissuto per tre giorni. Una storia avvincente e che consiglio al lettore più curioso di sentirla raccontare direttamente, presso il loro ristorante e tartufaia “Casa Borgia”.

A fare da collante, a questa rassegna e festa, la sostenibilità, vale a dire l’utilizzo efficiente e rispettoso delle nostre risorse, materie prime e lavoro umano; risorse che dovremmo sfruttare in modo tale da preservarle per un periodo di tempo più lungo senza esaurirle.

E questa cosa è possibile generarla al sud, grazie alla buona volontà e grazie a chi si rimbocca le maniche per salvaguardare il nostro territorio e non scappa a fare il manager nelle Mutinazionali a Milano o al nord in genere.

Questo significa usare il territorio, creare opportunità per chi resta e per chi ritorna.

Complimenti dunque a Michele Bruno che ha dato spunto di riflessione e a tutte le realtà che hanno animato questa allegra festa del tartufo.

Non mi resta che dire “bisogna proprio andare a Giurdignano”.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.