Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Ilaria Salis è arrivata nel tribunale di Budapest per sua terza udienza, per la prima volta senza catene e manette, facendosi strada attraverso una grande folla, soprattutto stampa italiana e amici, che l'attendeva all'ingresso del palazzo. Accompagnata dal padre, Salis – accusata di aver aggredito alcuni partecipanti di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023 – stringendo in mano un foglio di carta, si è diretta verso la sala riunioni del tribunale. La 39enne da ieri ha lasciato il carcere ungherese dove è stata detenuta per circa 15 mesi ed è stata trasferita ai domiciliari dove resterà fino alla fine del suo processo. Lo si apprende da fonti legali. La 39enne è accusata di aver aggredito alcuni partecipanti di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023. I suoi difensori italiani, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, sono in Ungheria. "Siamo molto contenti, aspettiamo di incontrare Ilaria e auspichiamo che al più presto le sia revocata ogni misura cautelare o quantomeno gli arresti domiciliari possa scontarli in Italia", afferma all'Adnkronos l'avvocato Mauro Straini. L'incontro tra i difensori italiani e l'insegnante è atteso in giornata. "Presto presenteremo la richiesta di trasferirla in Italia e speriamo che il nostro governo si impegni affinché ciò avvenga". E' scarno ma preciso il documento con cui, il 15 maggio scorso, il tribunale ungherese di seconda istanza ha accolto la richiesta di domiciliari e della cauzione nei confronti della 39enne insegnante in carcere con l'accusa di aver aggredito tre persone. Imputata nel procedimento iniziato lo scorso 28 marzo davanti ai giudici di Budapest – l'atto stabilisce che la sua detenzione in carcere "terminerà con il pagamento della cauzione al tribunale distrettuale di Elsofoku", cauzione il cui importo va saldato "da oggi entro un mese" e "ordina la sorveglianza speciale fino alla pronuncia finale". In regime di domiciliari Ilaria Salis potrà lasciare l'abitazione "solo con il permesso del tribunale", inoltre "sarà controllata con un dispositivo" ossia il braccialetto elettronico.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.