Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) – Webuild, leader mondiale nello scavo in sotterraneo, si dota di uno stabilimento a Terni per il montaggio e la rigenerazione delle macchine, che consente al Gruppo di ridurre Capex e costi operativi. La nuova fabbrica, si legge in una nota, rappresenta l’ultimo tassello del piano di investimenti del Gruppo in innovazione e formazione, per la creazione di lavoro di qualità nel Paese. La Tbm è una talpa meccanica gigante estremamente innovativa che scava nel terreno grazie ad una testa fresante, ma è anche una fabbrica mobile: durante lo scavo, in parallelo monta anche i rivestimenti, per cui dopo il passaggio della Tbm la galleria è di fatto già completata. (FOTOGALLERY) Webuild si avvia ad avere un parco complessivo di 58 Tbm tra quelle già in operazione, in montaggio, ordinate e da ordinare per i progetti pianificati. Al termine del loro primo utilizzo queste macchine, per essere impiegate in un altro cantiere, hanno bisogno di essere revisionate ed eventualmente modificate e aggiornate tecnicamente per soddisfare le esigenze della nuova commessa, anche in un’ottica di economia circolare. Da questa esigenza nasce l’idea della fabbrica di rigenerazione delle Tbm che ha avviato le attività a Terni, che si occupa di revisionare, modificare ed aggiornare le Tvm del Gruppo Webuild per consentirne il reimpiego in nuovi progetti. L’obiettivo di questa iniziativa, oltre a quello di allungare la vita utile delle Tbm e, quindi, ridurre i costi legati alle Tbm, è anche quello di acquisire un know-how utile, in una fase immediatamente successiva, a sviluppare nuove tecnologie che consentano di aumentare il livello di automazione delle Tbm, a vantaggio della sicurezza, della qualità del lavoro e dell’efficienza operativa. L’intervento sulla Tbm varia in funzione delle necessità e può spaziare da una semplice revisione ad una modifica sostanziale con aggiornamenti importanti. In funzione di questo, variano anche il costo dell’intervento così come il tempo necessario per eseguirlo, che può richiedere da 5 a 9 mesi.  L’impegno nella manutenzione delle Tbm, con la nascita della società Wem (Webuild Equipment & Machinery), riflette la vasta attività di scavo e realizzazione di tunnel da parte del Gruppo Webuild nel mondo ma soprattutto in Italia. Solo in Sicilia, il Gruppo è oggi impegnato nella realizzazione di 7 progetti ferroviari per 200 chilometri di rete, con 175 km di gallerie, e 19 Tbm programmate per operare nei cantieri della Regione per un investimento di oltre 400 milioni di euro. Ultima Tbm recentemente partita, quella nel cantiere Sciglio sulla tratta Taormina-Giampilieri.  Queste attività hanno quindi spinto il Gruppo a decidere un ingente piano di investimenti e ricerca nel settore, anche dal punto della formazione specializzata, anche attraverso l’utilizzo di simulatori che permettono di formare nuovo personale come se fossero direttamente sul campo. Webuild ha costruito a Belpasso, Catania, una fabbrica totalmente automatizzata e robotizzata per la produzione dei conci che rivestiranno i tunnel dei due lotti sulla direttrice Catania-Messina, con un secondo stabilimento vicino Enna di prossima apertura. Prima nel suo genere in Italia, la fabbrica è in grado di produrre un concio ogni 7 minuti (contro i 10 minuti in assenza di totale automazione). Nell’ambito del piano di formazione e impiego ’Cantiere Lavoro Italia‘, in parallelo il Gruppo si è attivato con programmi di formazione per assumere i tecnici necessari, come quelli che saranno in grado di guidare le grandi Tbm che scavano le gallerie, grazie a simulatori appositamente costruiti per il centro di addestramento di Belpasso, nei pressi di Catania. Quello siciliano si aggiunge alle altre sedi di addestramento Webuild nel Paese, come il centro presso il cantiere Novi Ligure, in Piemonte, per il progetto Terzo Valico dei Giovi, dedicato allo scavo tradizionale e alle lavorazioni all’aperto, e quello in Campania per lo scavo meccanizzato di prossima apertura.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.