Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – Proptech’ è un neologismo che unisce la parola ‘Properties’ & 'Technologies', quindi riassume, come termine, tutte le soluzioni innovative e digitali che impattano sul settore delle costruzioni o sul settore immobiliare”. Lo ha detto Andrea Ciaramella, professore associato al Politecnico di Milano, in occasione della seconda giornata di lavori della decima edizione di ReBuild – Meeting the next built environment, la manifestazione dedicata all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, in svolgimento al Centro congressi di Riva del Garda il 14 e 15 maggio 2024, partecipando al panel ‘Il Proptech per innovazione dell’ambiente costruito. Le sfide della digitalizzazione’.   “Il tipico esempio che posso fare è quello delle agenzie immobiliari online, che di fatto oggi in parte disintermediano quello che ha sempre fatto l'agente immobiliare tradizionale. E’ un fenomeno che studiamo al Politecnico dal 2018, mappando le start up che propongono soluzioni nuove, servizi nuovi o che digitalizzano processi tradizionali – spiega Ciaramella – Nel 2018 abbiamo contato 43 start up, oggi siamo a quasi 400 divise in ambiti di attività molto diverse, per cui abbiamo start up che vanno dal crowdfunding immobiliare, cioè la raccolta di denaro, dei piccoli risparmiatori come noi, attraverso piattaforme che indirizzano il denaro in progetti di sviluppo immobiliare, a start up che propongono sensori che consentono di misurare, gestire e controllare i nostri edifici con un obiettivo di efficientamento”.  “È una galassia e un ecosistema molto vasto. Quello che stiamo cercando di fare è cercare di far dialogare tra loro queste startup e portare innovazione al settore delle costruzioni e al settore immobiliare, in quanto spesso chi è sempre stato abituato a operare in un certo modo ha difficoltà a gestire il cambiamento. La sinergia tra giovani startup e mondo tradizionale forse è quello di cui abbiamo bisogno”, conclude. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.