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“La scomparsa del dialetto non sarebbe soltanto la scomparsa dei termini arcaici; sarebbe lo smarrimento della nostra anima, la grave ed irreparabile perdita della memoria e delle radici della nostra cultura contadina e della nostra storia, pur se fatta di piccoli avvenimenti tramandati oralmente, dal fascino antico, di un patrimonio di vita vissuta”. Parole decise e vere. Soprattutto vere. È il giusto pensiero di Luigi Viceconte, già Sindaco di Francavilla in Sinni nel 1981 al 1983, avvocato e segretario comunale nel suo “Dizionario dialettale di Francavilla Sul Sinni” edito da Osanna edizioni. Sono ben 671 pagine divise e coordinate tra di loro, in cui viene sapientemente raccontata la storia di Francavilla Sul Sinni, una comunità da sempre in cammino, che nel tempo ha saputo dare un forte contributo, non solo in termini economici, ma di civiltà all’intera comunità dei paesi della valle del Sinni. Un paese che è stato tra gli anni 50, 60 e 70 e più, luogo dove si sono concentrate e sviluppate tante e diverse iniziative economiche, che hanno generato ricchezza per l’intero comprensorio. Negli anni migliori è stato anche luogo dove le tradizioni, le proprie costumanze hanno scritto pagine importanti. Ci sono stati momenti politici di grande rilievo, dove il termine stesso riceveva una giusta linfa legata a discussioni e osservazioni prodotti da politici capaci, perché preparati e competenti. Ma soprattutto che amavano il proprio paese. Il libro, o meglio il dizionario, riassume molto bene tutto questo. Lo fa con due specifici percorsi. Il primo, in più pagine, attraverso etimologie, proverbi, modi di dire, canti, curiosità, indovinelli e notizie storiche. La seconda parte, attraverso le foto e le immagini, imprime nella mente del lettore o di colui che l’ha vissuta nella propria adolescenza come curioso spettatore di quegli avvenimenti, ore e giornate, un moto forte di emozione, riportandolo dove il proprio cuore è da sempre rimasto pur se il quotidiano l’ha costretto a ricercare il proprio futuro fuori dall’alveo natio. Un dizionario che è più di un semplice vocabolario dialettale. È un vero libro di storia, che la scuola non ti offrirebbe e probabilmente con i tempi attuali non ti farebbe leggere. A pagina 440 le suggestioni più interessanti. Quelle della raccolta di notizie sulla storia del Castello di Rubio, meglio del castrum Rubii, risalente all’epoca romana e ubicato nella zona tra il piano Lacco e San Biase. Il racconto della certosa di San Nicola, simbolo religioso e storico di questa comunità. Brevi cenni sul fenomeno del Brigantaggio a Francavilla da Giuseppe Antonio Calone (detto Ciccandrella) al più famoso Antonio Franco con la sua Serafina Ciminelli. Gli ultimi anni della dominazione Borbonica e del Risorgimento. La storia dei collegamenti viari dove Francavilla come i paesi del circondario erano legati da strade secondarie, non rotabili che seguivano le valli, i corsi dei torrenti e dei fiumi. Qui si lega anche la bella storia del cosiddetto “passatore”. L’ultimo fu Pietro Pangaro. Poi il periodo migratorio verso le Americhe. La storia amministrativa di questo Comune con i tanti e diversi Sindaci e assessori. Tra questi quello più longevo, amministrativamente parlando, fu l’insegnante Alberto Viceconte, che governò Francavilla per oltre 20 anni. Tra le righe la scoperta di aver avuto un nonno, Oreste Lanza, assessore nella giunta del Sindaco Luigi Ciminelli nel periodo amministrativo 1952/1954. Un paese a cui è stata conferita l’onoraria cittadinanza anche a personaggi famosi della storia: da Francesco Saverio Nitti, Benito Mussolini, nel 1924, al senatore e Presidente del Consiglio Emilio Colombo. Nel capitolo, infine, “come eravamo”, oltre 58 pagine di foto, che valgono un centinaio di libri messi insieme. Foto che commuovono. Di una bellezza tale da sciogliere anche il più impassibile dei cuori. Insomma sono foto che ritraggono momenti storici che provocano empatia. Sono foto che valgono più di mille parole. E’ ben detto, quello che dice il prof. Ferdinando Felice Mirizzi, Direttore – Dipartimento delle culture europee e del mediterraneo dell’Univesità di Basilicata, nella introduzione al libro: “ Luigi Viceconte fornisce con il suo libro dati ed elementi, che possono contribuire a connettere solidarmente tra di loro e con il proprio paese gli abitanti di Francavilla, quelli residenti e quelli andati via per varie ragioni, mettendo a disposizione ragioni di appartenenza”. Tutto vero. È così. Alla fine della mia lettura la sensazione forte recepita è di essere stato, anche da lontano, per un momento, a piazza Manieri ascoltando e parlando con la gente della mia giovinezza. Averlo fatto tutto in dialetto francavillese è stato bellissimo.
Oreste Roberto Lanza