Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – “Per me è un piacere constatare che la protezione della città dal fuoco sia un tema nell’agenda di questi Stati generali”. Esordisce così Nicola Micele, comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Milano, agli “Stati generali delle ingegnerie digitali”, organizzato dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano all'Acquario civico, per costruire il futuro tecnologico di Milano e del Paese.  “Milano è una città che sta avendo uno sviluppo incredibile da alcuni decenni a questa parte: ci sono progetti di rigenerazione urbana che stanno riqualificando intere zone e aree della città”, prosegue Micele. “Il tema del rischio di incendio è un tema che deve essere affrontato contestualmente allo sviluppo della città. Non si deve parlare di pratica antincendio, ma di progetto. Non ci può essere progettazione antincendio a posteriori rispetto alla progettazione dell'edificio”, ha proseguito Micele. “L’incendio nelle abitazioni è un tipo di intervento abbastanza ricorrente. Il comando di Milano effettua mediamente ogni anno 30mila interventi di soccorso sul territorio provinciale.”, snocciola i dati Micele. “Interveniamo mediamente su 900 incendi in appartamento in un anno. Abbiamo georefenziato i nostri interventi per capire se ci fossero delle correlazioni. Quel che è emerso ce lo aspettavamo: i municipi con un'età media più elevata sono quelli che hanno un maggior numero di incendi. Così come i municipi che hanno qualche criticità dal sociale, sono i municipi che hanno una maggiore incidenza di incendi in appartamento. C'è questa correlazione tra le aree di disagio sociale e il numero degli incendi negli edifici civili. Normalmente i decessi per incendio in appartamento avvengono nelle zone di edifici dove gli occupanti hanno più difficoltà a mettersi in salvo, quindi dove ci sono persone più anziane o dove ci sono persone con disabilità”. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.