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(Adnkronos) – "Si passerà dal precedente paradigma, che poneva uomini e macchine come avversari, ad uno di cooperazione, sino ad arrivare poi all’ibridazione fra esseri umani e Ia". Così Mariarosaria Taddeo, professoressa di etica digitale e tecnologie di difesa e Direttrice del programma DPhill (Icss) Internet Institute Oxford, in occasione del XVIII Convegno Nazionale Asstra, in corso a Roma. “Il problema – ha continuato Taddeo – sorgerà quando vi sarà discrepanza fra uomo e macchina nell’ambito del processo decisionale”. “L’Intelligenza artificiale – ha spiegato Taddeo – è un agente che riesce a fare ciò che l’uomo fa con l’intelligenza senza esserne dotata”. “L’IA – ha aggiunto Taddeo – è un’infrastruttura che comporta opportunità ma anche sfide, prima fra tutte quella etica”. “L’Ia – ha proseguito Taddeo – funziona bene perché opera grazie alla grande quantità di dati che noi produciamo, ma che non siamo in grado di analizzare”. “Nell’ambito dei trasporti – ha osservato Taddeo – l’Ia potrà prevedere incidenti, tramite telecamere e sensori. Questo potrebbe però compromettere e sacrificare la privacy e sottoporre la popolazione ad un controllo esagerato”, ha precisato l'esperta. “Inoltre l’Ia ha mostrato di favorire le discriminazioni, essere poco trasparente e, dunque, poco controllabile e prevedibile. In merito – ha sottolineato Taddeo – alle sfide per fruire appieno dei benefici dell’Ia, un ruolo importante lo assumono i dati". "Stiamo andando a rilento – ha evidenziato Taddeo – dobbiamo accelerare la digitalizzazione, in quanto l’evoluzione dell’Ai va di pari passo con questa”. “Un’altra questione è quella della sostenibilità, in quanto da un lato l’Ia potrebbe contribuire a uno scenario futuro più sostenibile ma è importante che le aziende che si servono dell'Ai attuino pratiche di utilizzo sostenibili, riducendo le emissioni”, ha concluso Taddeo. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)