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Anno nuovo, vita nuova anche per la musica Lucania. In particolare per quella popolare, nello specifico per i tarantolati di Tricarico con il musicista Pietro Cirillo da anni all’attenzione di palcoscenici nazionali e non solo. Il 2024 con progetti e idee nuovi? : “Il mio futuro è nella continua ricerca e scoperta dello scrigno magico che nasconde la musica popolare della mia terra. Uno dei miei progetti che quest’anno prenderanno forma, dopo tanti anni di sacrifici e grazie all’aiuto di tanti collaboratori musicali padri della musica popolare ed etnomusicologhi con cui mi confronto costantemente, è quello di continuare il cammino di approfondimento del proprio borgo. Tricarico è un centro non solo ricco di tradizioni musicali per questo il mio impegno sarà diretto alla scoperta dei quartieri arabo-normanni presenti. Questo perché resto convinto che molto della nostra musica, del nostro dialetto, dei nostri ritmi provenga da li. Da qui partirà il nuovo spettacolo e il nuovo disco. Un lavoro importante frutto del continuo studio della nostra taranta tricaricese confermata prima da Ernesto De Martino nel lontano 1952 e nell’attualità, e dagli studi fatti dal grande Antonio Infantino”. Il 2023 è stato ancora più intenso in cui sono state provate musicalità nuove frutto anche di tanti e diversi incontri con produttori e musici della musica popolare. Quale è stato quello che ti ha sorpreso di più e ti ha dato un ulteriore elemento di crescita? : “L’incontro con il grande Antonio Infantino che ha portato la nostra Taranta di diritto nella Word Music, alla pari di tante musiche etniche straniere. Questa circostanza ha accresciuto molto il mio desiderio di studiare e approfondire ancora meglio i tanti segreti e bellezze di questa straordinaria musica. Questo mi ha permesso di sentirmi un archeologo della musica popolare lucana, della Taranta tricaricese unica nei suoi modelli musicali”. C’è da esprimere un desiderio, prima che si aprano completamente le porte del 2024. Dove si nasconde il futuro di Pietro Cirillo?: “Continuare a fare musica popolare. Per me raccontare il presente con le antiche sonorità è il mio continuo desiderio. Vedere che in tante canzoni che ho scritto molti giovani si identificano, per me è una infinità soddisfazione perché penso: sono riuscito a non lasciare chiuso in inascoltato museo qualcosa che deve sempre continuare a vivere e trasformarsi. Il mio cammino è un pensiero unico, quello del suono dei tamburi dove si nasconde il segreto di una nostra identità millenaria fatta di ritmi e musiche straordinarie. Per questo il mio lavoro di ricerca e scrittura di nuovi brani continua e continuerà senza sosta”. Un musicista di altri tempi è dire poco, si potrebbe tentare di paragonarlo ad astronomo che riesce a scoprire le migliori stelle del cielo Lucano. Quelle infarcite di sonorità e dialetto che ben si legano alle forti radici di questa terra silenziosa ma piena di segreti fatti dal cuore buono. Il musicista che sa gridare al cielo, al vento, al mare le nostre belle storie, uniche della terra di Lucania. I musicisti parlano di soldi e lavoro, Pietro Cirillo è un quello che sa ascoltare il richiamo, il respiro della musica come arte. Qualcosa che va oltre il turistico o folkloristico perché sa rubare al tempo le voci di dentro più sublimi che sia mai penetrato nell’orecchio umano.
Oreste Roberto Lanza