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(Adnkronos) –
Nuovo processo per Amanda Knox davanti alla Corte d'assise d'appello di Firenze per decidere sulla calunnia contestata alla cittadina americana di 36 anni dopo avere coinvolto Patrick Lumumba nell'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la sera del 1º novembre 2007. Knox, è stata già assolta in via definitiva, insieme a Raffaele Sollecito, per l'assassinio della studentessa inglese. Knox non è presente questa mattina all'udienza di apertura del processo: "è rimasta negli Usa, a Seattle, dove è impegnata a occuparsi dei suoi due figli piccoli, uno dei quali è nato da poco", ha detto all'Adnkronos l'avvocato romano Carlo Dalla Vedova, suo legale di fiducia insieme a Luca Luparia Donati. All'udienza è presente l'avvocato perugino Carlo Pacelli difensore di Lumumba, parte offesa nel procedimento. Il nuovo processo viene celebrato dopo che la Cassazione lo scorso 12 ottobre ha accolto il ricorso presentato dalla difesa di Knox contro la condanna a tre anni per calunnia (comunque già scontati con i quasi quattro passati in cella per il delitto) nei confronti di Lumumba, poi risultato estraneo all'omicidio. L'impugnazione era avvenuta sulla base di una pronuncia della Corte europea per i diritti dell'uomo. "Come chiaramente spiegato dalla Corte di Strasburgo, le violazioni accertate del diritto all'assistenza difensiva e linguistica hanno compromesso irrimediabilmente le dichiarazioni" della Knox "rese nella notte del 6 novembre 2007, sia quelle delle ore 1:45 che quelle delle ore 5.45’", quando fu interrogata dai pm della Procura di Perugia in relazione all'omicidio di Meredith, ha scritto la Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha disposto il nuovo processo fiorentino. Per i supremi giudici, "le violazioni hanno condizionato in modo decisivo il momento stesso della formulazione delle accuse calunniose a carico di Lumumba, rese dalla Knox senza che le venisse garantita la dovuta assistenza di un difensore e senza che fosse assicurata un'adeguata e corretta assistenza linguistica". Per la Cassazione, "quelle accertate dalla prima sezione della Corte Edu sono sì violazioni di carattere processuale, il diritto all'assistenza difensiva e a quella linguistica, che impattano, tuttavia, non già sul processo che si è svolto a carico della Knox per calunnia, ma sull'in sé di quest'ultimo reato; le violazioni, infatti, hanno condizionato in modo decisivo il momento stesso della formulazione delle accuse calunniose a carico di Lumumba, rese dalla Knox senza che le venisse garantita la dovuta assistenza di un difensore e senza che fosse assicurata un'adeguata e corretta assistenza linguistica. Ed è stata la stessa Corte Edu che, pur posta a confronto con la giurisprudenza di questa Corte sulla possibilità di considerare comunque quale corpo di reato di calunnia le dichiarazioni rese da soggetto indagabile senza l'assistenza difensiva, ha neutralizzato l'argomentazione del Governo italiano, sottolineando che ciò non costituiva un 'motivo imperioso' che consentisse il sacrificio del diritto all'assistenza difensiva. Ne consegue che la perentoria affermazione dei Giudici di Strasburgo circa la sussistenza delle violazioni in parola caratterizza negativamente e irrimediabilmente gli stessi momenti in cui la Knox si è determinata ad accusare falsamente l'innocente Lumumba". Pertanto, la Cassazione ha ritenuto "che la violazione al diritto ad un equo processo garantito dall'art. 6 Cedu, nei termini accertati dalla Corte di Strasburgo, mini in radice la possibilità di utilizzare processualmente quale corpo del reato di calunnia le dichiarazioni rilasciate da Amanda Knox alle ore 1.45 e alle ore 5.45 del 6 novembre 2007 che devono essere, quindi, espunte dal materiale a carico". Alla luce della decisione della Cassazione, nel nuovo processo, spiegano le motvazioni, "la Corte di assise di appello non potrà rimettere in discussione l'utilizzabilità quali corpo di reato dei verbali di dichiarazioni della Knox delle ore 1.45 e delle ore 5.45, ma dovrà espungerli dal materiale utilizzabile. La Corte territoriale, poi, dovrà valutare se, tenuto conto dell'intero patrimonio probatorio, il memoriale scritto da Amanda Knox il 6 novembre 2007 contenga, effettivamente, dichiarazioni accusatorie nei confronti di Lumumba formulate nella consapevolezza della sua innocenza che possano 'sostenere' il giudizio di colpevolezza già formulato’". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)