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Artista eclettico, batterista, musicista, compositore, direttore musicale. La sua carriera è colma di esperienze e non basterebbe un solo articolo per parlarne. Mario Riso ci ha accolti in casa come solo una persona della sua spiccata sensibilità poteva fare e si è creata subito un’empatia, un’atmosfera che ha creato le premesse per realizzare un’intervista colma di significati valoriali. In alcuni punti troverete storie interessanti che riguardano la sua sfera personale, da cui trarre molte riflessioni e nuovi spunti per i più giovani lettori. Abbiamo parlato anche della sua attenzione alle band emergenti, tema da sempre molto caro all’artista, e dei suoi nuovi progetti.

Ciao Mario inizierei, facendo un salto indietro nel tempo, ricordi i tuoi esordi?

Assolutamente si. La musica per me non è una passione, ma è sempre stata un’ossessione! Non ho mai preso in considerazione il piano B nella vita perché quando avevo 13 a mi affacciavo a queste queste nuove “ondate” musicali nel mondo, sono passato da ascoltare le canzoni come quella di “Carletto” di Corrado piuttosto che “Cicale” di Hather Parisi, a questo nuovo genere che proponeva un impatto sonoro completamente diverso da quello che avevo ascoltato fino ad allora, e mi sono completamente innamorato dell’ Heavy Metal, in particolare dello strumento della batteria.

Ma cosa ascoltavi prima di questo amore per la batteria e l’Heavy metal?

Prima quando ero più piccolo, avevo seguito un corso da pianista a cui ero stato iscritto da mio padre, e quindi “studiavo” tutti i classici; studiavo è un parolone perché in realtà non mi piaceva per nulla, e l’ho seguito per tre anni. Crescendo poi nella fase dell’adolescenza sono stato “folgorato” dalla batteria. Cosi dissi a mio padre che da grande avrei fatto il batterista metal. Lui per tre anni, giustamente mi fece “penare” perché per un po’ temette che fosse solo una scelta dovuta alla “trend” del momento, ma io continuavo a suonare con le bacchette, ovunque su qualunque superficie trovassi davanti, così “patteggiai” il mio futuro di batterista con le promozioni a scuola. Alla fine mio padre si convinse, e dopo i risultati scolastici mi disse che mi accontentava acquistando la batteria, ma che sarebbe stata una strada difficilissima perché ricordo ancora la frase che pronunciò: “in quel campo riesce uno su un milione”, e io gli risposi che quello sarei stato io! All’età di 19 anni ho iniziato a sognare e a vivere del il mio sogno.”

Hai ideato e creato un numero elevatissimo di progetti artistici, musicali, umanitari, solidaristici, sei comunque un pilastro della musica italiana e un esempio per tutti i musicisti che ti conoscono e ti seguono, a proposito di questo, immaginavi di poter realizzare tutto quello che hai poi concretamente fatto?

Io avevo sogni semplici, mi sarebbe piaciuto fare un concerto, un disco, fare della mia passione un lavoro, e chiaramente oggi che faccio dei bilanci devo ammettere a voce alta che i dischi sono diventati oltre centocinquanta, i concerti sono diventati migliaia ,e in più un percorso che riguarda il mondo della divulgazione attraverso le televisioni musicali, Rock tv e Hip Hop tv negli anni duemila, e Rezophonic che è un progetto umanitario; devo dire che i sogni che avevo erano meno belli e impegnativi della vita che ho fatto.”

Quindi sei andato oltre quello che sognavi…

Si era difficile partendo da una famiglia di persone che lavoravano al di fuori del mondo dello spettacolo, in una cittadina normalissima come Sesto San Giovanni, immaginarti sullo stesso palco con Iron Maiden, Metallica, Kiss, facendo televisione con Jovanotti, che era uno degli artisti più importanti del panorama italiano degli anni novanta oppure con gli 883, con i Movida ed altri. E’ stato un percorso meraviglioso, infatti sono grato per quello che ho avuto, e per questo penso che chi ha avuto tanto, in qualche modo debba restituire.”

Hai dimostrato in tutti questi anni di essere una persona brillante dal punto di vista creativo, e che si spende molto per la condivisione della musica emergente. In relazione a quest’ultima ci faresti una piccola panoramica di ciò che hai fatto?

Nel duemila nacque Rock tv, su quelle piattaforme che crearono le prime opportunità digitali; da quel momento in avanti mi son sempre occupato non solo di suonare ma di divulgare la musica Rock. Rock tv infatti fu un’innovazione totale nel mondo della televisione, perché stiamo parlando di un periodo storico nel quale non c’erano strumenti come ad esempio you tube, e di conseguenza gli amanti del genere erano costretti a guardare i video dei propri idoli in orari improbabili, (il week end alle due, le tre del mattino ).Automaticamente così rendemmo più facile seguire tutto ciò che riguardava quel mondo musicale, creando un canale televisivo, dedicato ventiquattro ore al giorno alla musica Rock alternativa e non solo quindi, ska, punk, reagge, con un occhio di riguardo alla musica emergente con dei contenitori come “Sala Prove”, “Data Base”, che dette alle band la possibilità di veicolare la propria promozione. Sono stato direttore artistico dei contest per emergenti più importanti italiani come il “Tim tour” negli anni duemila, evento itinerante in giro per l’Italia. Successivamente ho gestito il “Jack ti ascolta” portando dei gruppi in Tennessee a vedere la fabbrica dove si produce il Jack Daniels e a suonare in quei posti magici; ho gestito l’Heinenken Jammin festival contest , che consentiva a ventotto gruppi di partecipare all’interno del prestigioso evento dell’Heineken, a cavallo dei cambi palco e consentiva a quattro dei gruppi vincenti del contest di suonare sul palco principale, vivendo una giornata magica. Ed infine il “Red Bull tour bass chiavi in mano”, dove gestivo i contest che consentivano alle band di suonare su un pulmann customizzato degli anni settanta, su cui era costruito un palco e con un impianto potentissimo da 4000 watt, insieme a dei gruppi principali che attraessero un po’ di platea”.

Mario Riso con il nostro giornalista Slide

Attualmente, sotto questo profilo, quali sono le attività su cui sei focalizzato?

Nel 2017 dopo aver lasciato Rock tv mi è tornata la voglia di fare qualcosa per la scena musicale che purtroppo stava soffrendo, perché il rock non è più il genere main stream che abbiamo vissuto noi negli anni ottanta e novanta e ho pensato di condividere le mie conoscenze del mondo broadcast, all’interno di una nuova visione che è quella dello Streaming. Le piattaforme di oggi sono delle televisioni tascabili, che ti consentono di accedere ai contenuti da qualsiasi parte ed in qualsiasi momento, quindi insieme a tre amici che sono diventati anche soci nel progetto, ho traslato le conoscenze del mondo broadcast all’interno del mondo Social e dopo anni di sperimentazioni siamo arrivati a Rocker tv, una realtà polifunzionale che si occupa di comunicazione a trecentosessanta gradi.”

Rocker tv non è quindi solo un canale dedicato al rock…

Rocker tv è una struttura dove poter amplificare la voce dei gruppi e degli artisti che secondo noi sono meritevoli, e anche di dargli degli stimoli, perché poi alla fine la musica è fatta anche di stimoli e quando non ti derivano dall’esterno, mi riferisco a locali, eventi, piazze, discografici che magari non sono interessati a ciò che proponi, il più delle volte devi fare riferimento alle tue risorse economiche e soprattutto di entusiasmo. In questo senso voglio essere un elemento di entusiasmo che possa mettere in condizione le band e gli artisti di continuare a darsi una motivazione e alimentarsi di questa energia positiva per dedicarsi a ciò che fanno sapendo che c’è qualcuno che gli dà visibilità e gli amplifica la voce. Questo è il senso di Rocker tv ; andiamo in onda su you tube, facebook, twich, e stiamo ideando sempre più trasmissioni dedicate agli emergenti. La novità è “Fatti scoprire” in cui le band che selezioniamo possono farsi conoscere suonando il proprio repertorio”.

Fra le nuove iniziative, hai creato il format “I batteristi salveranno il mondo” programma che ho avuto modo di vedere, e che diffonde una serie di messaggi positivi riguardanti la musica i i musicisti e le loro esperienze. Si parla anche di novità su strumenti, consigli su come eseguire correttamente alcune parti di batteria, e tanto altro; ci puoi dire qualcosa di più al riguardo?

Rocker tv e i batteristi salveranno il mondo nascono per rimettere al centro della comunicazione lo strumento, chi lo utilizza chi lo produce e chi lo vende. Queste sono le basi da cui parto per portare avanti tutti i vari format che ospiteremo all’interno del canale. Stiamo partendo da “ I batteristi salveranno il mondo”, ma stanno nascendo altre trasmissioni per esempio dedicate al mondo della chitarra, del basso eccetera; conduco insieme ad una ragazza che è una splendida esponente del mondo batteristico femminile che ama il punk rock e che ha scelto di rincorrere il proprio sogno, cosa che mi ha spinto a coinvolgerla e a dargli la possibilità di fare insieme a me questo cammino. La trasmissione va in onda il lunedì dalle 18 alle 19 e chiaramente è dedicata totalmente a tutti i batteristi ed andiamo a toccare tutti gli aspetti che riguardano il “mondo” batteria. Per esempio si parte con “TG Drums” che è un tg dedicato al batterista, o ancora “Le Sacre Scritture”, momento interessantissimo in cui si parla di tutti i metodi per batteria pubblicati fino ad oggi dalle varie case editrici, raccontiamo i contenuti valorizzandoli, e quindi facendo vera e propria divulgazione. C’è anche una rubrica molto simpatica che abbiamo chiamato “Tempo di Affari “ ( strizza l’occhio al famoso programma tv “Affari di famiglia”), in cui ho coinvolto batteristi ed amici che hanno un passato musicale, al fine di mettere a disposizione del pubblico dei pezzi di batteria che non vengono più suonati. Pezzi questi, che abbiano una storia oppure siano semplicemente legati ad aneddoti particolari, e che i proprietari vogliano mettere in vendita in modo da restituire a questi il giusto valore, sulla base di trattative e di ospitate, a volte in presenza ed altre da remoto, in cui si racconta la storia dell’oggetto in questione. Anche questo sta crescendo vedrà degli sviluppi nelle prossime settimane, stanno nascendo collaborazioni con le aziende, in particolare le aziende italiane ed i batteristi italiani; sono molto legato a loro e credo che oggi si stiano proponendo nel palcoscenico internazionale ad altissimo livello sotto il profilo qualitativo ed esecutivo, ormai a mio parere non c’è molta differenza fra i top stranieri ed i player italiani.”

L’idea che hai sul futuro della musica italiana? e l’intervento che la AI (intelligenza artificiale) potrà avere in prospettiva?

La premessa è che il futuro lo decidiamo noi, mi sento di dire questo perché non voglio pensare che tutto sia già scritto, o programmato, mi piace l’idea di vivere in una realtà dove non ci sia un senso di libertà che sia solo apparente, dove non si debba essere degli algoritmi che camminano e dei testimoni di opportunità che poi vengano strumentalizzate a fini commerciali e di lucro. Continuo a pensare che la musica sia il colore della vita, una risorsa, e che siamo noi che dobbiamo convivere in questo momento storico facendo più gioco di squadra.” La rete ha contribuito a costruire una visione personalistica ed egoistica della realtà, “sembra si sia perso il senso di comunione all’interno delle attività che svolgiamo, ed anche nella musica constatiamo che ci sono tanti musicisti singoli che sono in cameretta, che sanno realizzare tantissime cose anche meravigliose ma che non hanno la propensione alla condivisione che è il vero senso della musica. L’equilibrio sarà la cosa più importante che determinerà il futuro, perché magari quelli della mia generazione erano più propensi ad essere rispetto che apparire, quelli di oggi sono più attenti ad apparire che ad essere, ma come sempre l’equilibrio anche in questi aspetti è l’unica cosa che fa la differenza. Avere capacità e saperle divulgare, sono entrambe caratteristiche fondamentali. Mi sto riferendo ai gruppi di oggi. Devono comprendere che la vittoria di uno è anche la vittoria dell’altro, solo con questo approccio si può realizzare una rete con la quale amplificare la voce di chi fa un certo tipo di musica. Nel rock c’è sempre stata l’idea che la vittoria di uno coincidesse con la sconfitta dell’altro, anche se in apparenza si era tutti amici. Al contrario ho notato che nel rap, questa cosa non è successa; apparentemente sembrano tutti nemici pubblicamente, invece nella vita di tutti i giorni hanno costruito una rete che gli ha portati a prendere la gestione di tutto quello che è il pacchetto musicale attuale. Uno più uno nell’arte può fare tre, e rendersi conto che fare una cosa e non comunicarla è come non averla fatta, dare uno sguardo all’essere, alla sostanza ma anche uno sguardo a come la si racconta, alla visibilità. In tanti ad esempio trovata la data e chiusa non la promozionano come se fosse tutto dovuto, come se la cosa finisse lì; invece una volta che hai un evento, devi saperlo divulgare e credere in tutti gli aspetti dell’essere musicista. La comunicazione è fondamentale soprattutto in questo periodo dove i social utilizzati in modo intelligente possono essere decisivi, senza dimenticare il fatto che oggi è più facile arrivare agli addetti del settore musicale con più semplicità, e che questo ti potrebbero dare la possibilità di coltivare il tuo sogno. Vista così, questo rispetto al passato è un miracolo, se pensi che il mio primo contratto discografico con i Royal Air Force lo firmai con un pacchetto postale con dentro una cassetta registrata in malo modo, inviata in Francia e grazie a quello nacque il mio primo lp con quella band.”

Come vedi l’intervento che la AI (intelligenza artificiale) potrà avere in prospettiva?

Onestamente sull’intelligenza artificiale, per rispondere dovrei approfondirla ulteriormente, ma io penso che già per certi versi esistano persone che ricoprono il ruolo di intelligenza artificiale diciamo “umana” nella musica attuale, (ride) e che quindi si prendano la briga di gestire le cose secondo criteri e non secondo istinto questa è l’unica cosa che mi viene da pensare, per fortuna ho tante cose meravigliose da fare ed il tempo anche poco per realizzarle, quindi mi concentro su queste.”

E’ stato bello ed importante conoscere il pensiero di un decano della nostra musica, che ha influenzato moltissimi dei batteristi e musicisti del nostro paese. E che continua in modo coerente a portare avanti il suo concetto di musica ed arte, nel modo più sincero e dedito possibile alla riconoscibilità del valore di condivisione e benessere interiore che la musica ha su ognuno di noi. Grazie Mario!!!

Bio sintetica di Mario Riso:

Gli inizi: Suona nei Royal Air Force, prima band Metal italiana ad aver firmato un contratto con un’etichetta straniera a metà anni ottanta; viaggia e permane agli inizi degli anni novanta in USA, in quel periodo riceve le ormai famosissime proposte da parte di artisti del calibro mondiale come Ronnie James Dio e Manowar, declinate per dedicarsi ai propri progetti italiani. In Italia forma la band Movida con cui ha inciso due album (“Contro ogni tempo” e “Frammenti simili”) e successivamente fonda e crea il progetto umanitario Rezophonic, grazie al quale è riuscito insieme al coinvolgimento di tantissimi artisti (Caparezza, Giuliano Sangiorgi e i Negramaro, Negrita, Cristina Scabbia singer dei Lacuna Coil, Pino Scotto, Eva Poles della band Prozac + solo alcuni dei nomi presenti nel progetto) a far costruire pozzi d’acqua, cisterne e scuole in Africa consentendo a circa trentamila persona di poter bere acqua pulita. In concomitanza ha suonato con tantissimi artisti e cantanti italiani. Come divulgatore Mario Riso è stato fondatore dei canali Rock tv, Hip Hop Tv, condotto programmi, ed oggi ha realizzato un nuovo progetto di comunicazione a 360 gradi chiamato Rocker tv in cui sono presenti format come “I Batteristi Salveranno Il Mondo”,” TG Drums” e “Fatti Scoprire” un format dedicato alla musica emergente, mondo che l’artista ha sempre seguito e curato durante tutta la sua carriera. Mario è uno dei pochi musicisti italiani ad amplificare la voce dei gruppi e cantanti emergenti ed a farlo concretamente e costantemente.

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