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(Adnkronos) – "Le parole del Papa sulla pace sono tutt’altro che ingenuità". E' il monito che arriva dal presidente della Cei card. Matteo Zuppi. Quella di Francesco, spiega l'ex inviato di pace del Pontefice, "è sofferta e drammatica condivisione di un dolore che non potremo mai misurare. Viviamo un lunghissimo Venerdì Santo, quando si fece e si fa buio su tutta la terra e le tenebre cancellano la vita e ogni luce, a volte sembra anche la speranza e le stesse coscienze”.  "I conflitti di cui l’umanità si sta rendendo protagonista in questo primo quarto del XXI secolo ci mostrano la fatica di essere fratelli, abitanti della casa comune”. Riflette il presidente della Cei: “Vediamo anche le conseguenze di “non scelte”, di rimandi colpevoli, di occasioni perdute. È la fraternità stessa a essere messa in dubbio, la possibilità di convivere senza dover competere o addirittura eliminare l’altro per poter vivere. E se è messa in discussione la fraternità, lo è sempre anche l’individuo! Possiamo ancora accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti? Ripudiarla non significa arrestarne la progressione? O dobbiamo aspettare l’irreparabile per capire e scegliere?”. “Pace – annota Zuppi – è sicuramente una delle parole chiave del Pontificato” di Bergoglio : “L’impegno personale e di tutte le nostre comunità resta quello di essere “artigiani di pace”, tessitori di unione in ogni contesto, pacifici nelle parole e nei comportamenti, ammoniti anche a dire “pazzo” al prossimo, per imparare ad amare il nemico e renderlo di nuovo quello che è: fratello. Ascoltiamo la voce di quanti soffrono, delle vittime, di quanti hanno visto violati i diritti elementari e rischiano che le loro grida si perdano nell’indifferenza o nell’abitudine. In modo concreto e possibile a tutti vorremmo che questa scelta di essere operatori di pace fosse anzitutto nella preghiera incessante e commossa, ma che diventi anche solidarietà. Ad esempio, con l’Ucraina, mediante la diffusa accoglienza per le vacanze estive ai bambini orfani o vittime – lo sono tutti – di quella catastrofe che è la guerra”.  “In questa stessa prospettiva – annuncia Zuppi – vivremo durante la prossima Assemblea Generale una giornata di preghiera, digiuno e solidarietà. Invitiamo le nostre comunità ad accompagnare già dalle prossime settimane questo nuovo momento di unione e vicinanza verso quanti stanno soffrendo per i conflitti in corso. In realtà sono le sole ragioni che possono portare alla composizione dei conflitti, a risolverne le cause, facendo trionfare il diritto e il senso di responsabilità sovranazionale. La storia esige di trovare un quadro nuovo, un paradigma differente, coinvolgendo la comunità internazionale per trovare insieme alle parti in causa una pace giusta e sicura”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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