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(Adnkronos) –
La Francia non esclude l'invio di truppe in Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron in una intervista su France 2 e TF1. Alla domanda sul possibile invio di truppe francesi in Ucraina, il presidente ha risposto: ''Non siamo sicuri di farlo. Al momento non ci troviamo in questa situazione, ma non escludiamo questa opzione''. Macron ha sottolineato che ''non siamo in guerra con la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere''. Dicendo che ''si assume la responsabilità'' delle sue parole sul possibile invio di truppe in Ucraina, Macron ha affermato che ''abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario'', ma ''abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere''. L'Ucraina ha dei ''limiti in termini di uomini'', ha affermato il presidente francese. ''La controffensiva ucraina non è andata come previsto. La situazione è difficile per gli ucraini. Hanno dei limiti in termini di uomini perché la Russia è un Paese più grande'', ha spiegato Macron aggiungendo che ''la situazione sul fronte è estremamente fragile''. ''La Russia è un avversario. Il regime del Cremlino è il nostro avversario'', ha affermato Macron, ribadendo che ''non siamo in guerra con la Russia. Ma siamo pronti a rispondere ad una possibile escalation da parte della Russia''. Per Macron il Cremlino ''si è indurito negli ultimi mesi'', ha detto riferendosi alla morte di Alexei Navalny. 
"La nostra forza nucleare ci dà sicurezza", ha aggiunto poi il presidente che rivolgendosi a Vladimir Putin ha detto che ''non è appropriato minacciare quando disponiamo di un'arma nucleare''. Quanto al dialogo diretto con il leader del Cremlino, "la nostra forza nucleare ci dà sicurezza", si è interrotto "da diversi mesi. Gli ho parlato ogni volta che era necessario'', ma ''Putin è intrappolato in una deriva repressiva e autoritaria nel suo Paese e ha scelto, negli ultimi anni, di essere una potenza destabilizzante'' in diversi teatri operativi. Come francesi, ha proseguito il capo dell'Eliseo, "dobbiamo innanzitutto sentirci protetti perché siamo una forza nucleare. Siamo pronti, abbiamo una dottrina. Quando si parla di nucleare bastano poche parole: è uno strumento di sicurezza. Questo ci dà la responsabilità di non trovarci mai in una escalation''.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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