Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – Non fu legittima difesa. Per questo la Corte d’Assise e d’Appello di Torino ha condannato, ribaltando il giudizio di primo grado, Alex Pompa per aver ucciso, nell’aprile del 2020 a Collegno, il padre violento al culmine dell'ennesima lite familiare. A chiarirlo sono le motivazioni della sentenza con cui il 13 dicembre scorso ha condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione il giovane, che ora porta il cognome della madre. "E’ del tutto evidente – si legge nella sentenza – che l’offesa arrecata al Pompa attraverso l’utilizzo di sei armi e l’inflazione di 34 coltellate non possa dirsi in alcun modo inferiore, uguale o tollerabilmente superiore al male subito o minacciato".  Secondo la Corte nell’agire di Pompa, “nessuno spazio può trovare un’ipotesi di eccesso colposo in legittima difesa, tenuto conto della sede dei colpi (almeno 15 coltellate in regione dorsale), della reiterazione degli stessi (34) e del numero di armi impiegate (sei coltelli) che depongono unicamente nel senso di una condotta francamente aggressiva".  Nell’escludere la legittima difesa i giudici rilevano, infatti, che i presupposti "sono un’aggressione ingiusta e una reazione legittima e mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un'offesa che, se non neutralizzata tempestivamente, sfocia nella lesione di un diritto tutelato dalla legge, la seconda deve inerire alla necessità di difendersi, all'inevitabilità del pericolo e alla proporzione tra difesa e offesa, non potendo, certamente, dirsi sufficiente al suo riconoscimento un pericolo eventuale futuro meramente probabile o temuto".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.