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I rappresentanti a tutti i livelli dell'autoproclamata repubblica della Transnistria hanno chiesto a Mosca "protezione contro le pressioni della Moldova". L'appello rivolto al Consiglio della Federazione Russa e i deputati della Duma, scrive la Tass, arriva dal Congresso che si è svolto oggi a Tiraspol, capoluogo della regione separatista della Moldova, su iniziativa del presidente filorusso Vadim Krasnoselsky. Il ministero degli Esteri russo ha promesso che Mosca prenderà in considerazione la richiesta di aiuto arrivata dalla Transnistria, precisando che la tutela degli interessi dei residenti della regione e dei connazionali (sono almeno 200mila i residenti con un passaporto russo, ndr) è una priorità. "La tutela degli interessi dei residenti della Transnistria, dei nostri connazionali, è una delle priorità. Tutte le richieste vengono sempre attentamente valutate dai dipartimenti russi competenti", ha dichiarato il ministero degli Esteri, come riporta l'agenzia Ria Novosti. Il documento approvato accusa Chisinau di aver lanciato "una guerra economica" contro la Transnistria ed esorta l'Osce, il Parlamento Europeo, il Segretario generale dell'Onu, a Comunità degli Stati indipendenti e il Comitato internazionale della Croce Rossa "ad influenzare le autorità della Moldova perché ritornino al dialogo". Quello di oggi era il settimo congresso dei deputati a tutti i livelli della Transnistria dopo quello del 2006. Vi hanno partecipato 600 delegati del parlamento e le amministrazioni locali. C'erano timori che il Congresso potesse chiedere l'annessione alla Russia della Transnistria, che confina con l'Ucraina. "La Moldova è impegnata a una soluzione pacifica" della crisi con la Transnistria, dice la presidente Maia Sandu. "Il governo è attualmente impegnato a effettuare piccoli passi verso la reintegrazione economica del Paese", aggiunge. Il portavoce del governo di Chisinau, Daniel Voda, minimizza il congresso di Tiraspol, parlando di evento propagandistico che non merita di essere seguito da giornalisti stranieri. "Non vediamo nessun pericolo di destabilizzazione. Seguiamo con molta attenzione e ribadiamo che questa regione vuole pace e sicurezza", afferma Voda a Ukrainska Pravda. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)