Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Medici, infermieri, personale sanitario. Il loro tributo alla pandemia di Covid, contro la quale hanno combattuto in prima fila, è stato alto. Quattrocento vite perdute. Per risarcire le loro famiglie sono stati stanziati 15 milioni di euro, "ma al momento i risarcimenti non si sono visti". E quelli che "sono stati considerati eroi durante il periodo pandemico", oggi sembrano "essere stati dimenticati". Erano solo "pochi anni fa, ma sembrano distanti un'era geologica". E' la riflessione di Gennaro Avano, presidente dell'associazione 'Medici a mani nude', che riunisce i familiari di camici bianchi morti durante il loro servizio mentre il Covid imperversava. Gennaro è figlio di Mario, medico di famiglia ed endocrinologo, ucciso dal coronavirus a Napoli nel dicembre del 2020, a 66 anni. Un padre di cui vuole ora ripercorre i passi, scegliendo una seconda laurea in medicina, dopo quella in fisioterapia.  L'associazione che presiede, nata nel 2021, raccoglie soprattutto "familiari di circa 50 medici di famiglia e pediatri di libera scelta che sono stati contagiati e uccisi dal Covid in tutta Italia", ricorda Gennaro. Alla vigilia della seconda giornata nazionale del personale sanitario, in calendario domani, "non ci sono molte novità per le famiglie. Lo stanziamento dei fondi è stato da tempo deliberato a livello parlamentare e governativo, designando l'Enpam, l'ente di previdenza dei medici, per la gestione in modo che le risorse possano essere distribuite una volta accertati i requisiti per accedervi. Tutto però è fermo, non c'è un provvedimento esecutivo. Sappiamo che le domande sono state analizzate e processate ma in pratica non è successo nulla. Siamo ancora in attesa", aggiunge sottolineando che "le famiglie chiedono che si arrivi presto a una conclusione, rendendo accessibili i risarcimenti. Per molti nuclei familiari, infatti, oltre alla perdita affettiva incolmabile è venuta a mancare anche un'importante fonte di reddito".  Qualche aiuto alle famiglie è arrivato "da iniziative private, come il fondo 'Sempre con voi' della famiglia Della Valle", conclude Avano ricordando che anche "molti pazienti stanno ancora scontando la morte del medici di famiglia e dei pediatri, ci sono aree, e la Campania è tra queste, dove a causa della carenza dei camici bianchi del territorio, gli assistiti dei medici deceduti non hanno ancora un dottore di riferimento o sono stati assegnati a colleghi molto lontani dal loro domicilio e sovraccarichi di pazienti".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.