Tempo di lettura: 3 minuti

(Adnkronos) – Quanto costano a Regioni e città italiane le locazioni di immobili? A rivelarlo un report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, che, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, ha stilato una classifica dei costi sostenuti nel 2022 da Regioni e capoluoghi di Provincia per il mantenimento dei loro uffici e delle loro strutture, con tanto di assegnazione di rating.  
Basilicata, Puglia e Lombardia sono le Regioni italiane più ‘virtuose’, aggiudicandosi il rating complessivo AAA. In particolare, per questa voce di costo, nel 2022, la Lombardia ha speso 835.378,45 euro, la Puglia 740.158,07 e la Basilicata 13.299,08 (VEDI TABELLA). Ad essere ‘promosse’ per questa voce di spesa, con un rating complessivo da A a AA, sono anche Umbria, Calabria e Veneto, che, con un importo rispettivamente di 273.534,42, 672.876,26 e 1.595.380,54 euro, si aggiudicano la doppia AA, e poi, con la A singola, Liguria (894.052,31) e Toscana (2.153.947,03). Tra le Regioni con performance ‘intermedie’ figurano, invece: con BBB Marche (1.231.416,11) e Lazio (4.509.978,95); con BB Piemonte (6.023.974,63) e Campania (7.272.355,38); con B Molise (477.494,02), Abruzzo (2.489.900,60) ed Emilia-Romagna (10.595.898,11). Mentre risultano non comparabili per questa voce i dati di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sardegna, Valle d’Aosta.  
La Sicilia è la Regione italiana che, in valore assoluto, detiene il record per la spesa per locazioni di immobili: 32.120.653,80 euro nel 2022. Cifra che le fa meritare la C, il rating peggiore (TABELLA). Una cifra ben più alta dell’anno precedente (15.654.938,61 nel 2021), ma inferiore se comparata al 2020 (33.383.880,25) e soprattutto al 2019 (41.372.092,17). Subito dopo la Sicilia, fra le Regioni con gli importi più elevati di uscite per questa voce, superiori al milione di euro, spiccano, nell’ordine e a distanza: Emilia-Romagna (10.595.898,11), Campania (7.272.355,38), Piemonte (6.023.974,63), Lazio (4.509.978,95), Valle d’Aosta (3.367.268,64), Abruzzo (2.489.900,60), Sardegna (2.433.322,55), Toscana (2.153.947,03), Veneto (1.595.380,54), Marche (1.231.416,11), Trentino-Alto Adige (1.097.038,64).  La Basilicata è la Regione italiana che, in valori assoluti, ha la minore spesa sostenuta per locazioni di immobili: 13.299,08 euro nel 2022. Cifra che le fa meritare la tripla AAA. Fra le Regioni che spendono meno per questa voce, sempre in valori assoluti, con un importo inferiore al milione di euro, troviamo poi: Umbria (273.534,42), Molise (477.494,02), Friuli Venezia Giulia (595.096,05), Calabria (672.876,26), Puglia (740.158,07), Lombardia (835.378,45), Liguria (894.052,31).  Ventuno i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione della spesa per locazioni di immobili (TABELLA).  
A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono: Potenza (1.090,48 euro), Avellino (3.236,48), Pavia (6.782,52), Benevento (9.118,84), Verbania (25.644,32), Alessandria (32.721,78), Mantova (37.908,87), Varese (39.007,13), Cagliari (46.112,60), Barletta (52.656,97), Ancona (53.865,05), Sassari (64.404,82), Foggia (179.534,50), Latina (190.208,70), Livorno (216.321,57), Monza (264.659,30), Taranto (342.621,18), Prato (466.431,75), Firenze (664.465,86), Catania (678.846,48), Milano (1.754.963,24). Folto anche il gruppo di città che risultano fra le più virtuose per questa voce di spesa, ottenendo la doppia AA: Trapani, Andria, Torino, Terni, Belluno, Reggio Calabria, Trieste, Napoli, Bari, La Spezia, Pescara, Agrigento, Massa, Ferrara, Messina, Treviso, Pisa, Crotone, Como, Pistoia, Caltanissetta, Asti. Ma anche il gruppo che si è aggiudicato la A: Savona, Oristano, Cesena, Enna, Verona, Salerno, Novara, Lucca, Nuoro, Pesaro, Brescia, Biella, Parma, Padova, Bologna, Cuneo, Caserta, Ravenna, Rieti, Vicenza, Trani.   
Macerata, Fermo, Urbino e L'Aquila sono i quattro capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese per locazioni di immobili. Tanto da meritare il rating C. Ma a quanto ammontano le spese sostenute per questa voce in questi enti nel 2022? Analizzando la classifica, si scopre che L'Aquila ha speso ben 1.239.019,49, seguita a distanza da Fermo con 473.746,63 euro, Macerata con 408.060,36 e Urbino con 123.028,92. Ottengono un rating intermedio nella classifica: Grosseto, Viterbo, Sondrio, Bolzano, Modena, Brindisi, Roma, Udine, Vibo Valentia, Frosinone, Ascoli Piceno, Campobasso, Trento, Bergamo, a cui va la B; Rovigo, Cremona, Genova, Lecco, Lecce, Catanzaro, Chieti, Aosta, Forlì, con la BB; Rimini, Siracusa, Teramo, Siena, Palermo, Imperia, Reggio Emilia, Venezia, Isernia, Piacenza, Perugia, Lodi, Arezzo, Pordenone, Cosenza, che ricevono la BBB.  E’ Roma il capoluogo di provincia che, in valori assoluti, ha la maggiore uscita di spesa per locazioni di immobili, raggiungendo nel 2022 la cifra record di 67.156.263,27 euro. Dopo Roma, fra le città con le più elevate spese per questa voce, superiori ai 2 milioni di euro, seguono in classifica: Genova (7.901.657,21), Palermo (6.825.996,21), Modena (4.002.975,46), Bologna (3.183.791,09), Napoli (3.031.974,72), Venezia (2.913.085,63), Torino (2.465.267,69).  E’ Potenza il capoluogo di provincia più ‘parsimonioso’ in fatto di spesa per locazioni di immobili, voce cui ha destinato nel 2022 solo 1.090,48 euro (escludendo i dati che risultano non comparabili di Carbonia, Gorizia, Matera, Ragusa, Vercelli). A mantenere la spesa bassa per questa voce, al di sotto dei 50mila di euro, dopo Potenza, troviamo, nell’ordine: Avellino (3.236,48), Pavia (6.782,52), Benevento (9.118,84), Verbania (25.644,32), Alessandria (32.721,78), Enna (36.033,98), Belluno (36.067,83), Mantova (37.908,87), Varese (39.007,13), Cagliari (46.112,60).     —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.