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(Adnkronos) – Decine di coloni israeliani, sotto la protezione della polizia, avrebbero fatto irruzione questa mattina nel complesso della moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme est. Lo scrive l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando testimoni secondo i quali i coloni sono entrati in gruppi separati. Rappresentanti di Hamas sono arrivati al Cairo per discutere con funzionari di Egitto e Qatar di un nuovo accordo per lo scambio di ostaggi. Lo riporta Channel 12 dopo che al-Jazeera aveva detto che il leader del politburo di Hamas Ismail Haniyeh era atteso nella capitale egiziana. Le fonti citate da Channel 12 non dicono se tra i rappresentanti di Hamas ci sia Haniyeh. La mediazione a cui hanno lavorato Qatar, Egitto e Usa prevede uno stop ai combattimenti inizialmente di sei settimane, il rilascio degli ostaggi in tre fasi, la contemporanea liberazione di un certo numero di prigionieri palestinesi e, infine, un incremento degli aiuti destinati alla popolazione a Gaza. I soldati israeliani hanno bruciato centinaia di case a Gaza e tutto quello che si trova all'interno su ordine diretto dei loro comandanti. Lo rivela Haaretz, secondo cui diversi militari hanno postato video sui social media che li mostrano bruciare delle case, descrivendo l'operazione come una vendetta per i soldati uccisi durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Secondo il giornale, le truppe israeliane hanno anche occupato abitazioni. In un caso, i soldati hanno risparmiato una casa in modo che altre truppe potessero usarla, lasciando una nota in cui si leggeva: "Non stiamo bruciando la casa perché possiate godervela, e quando ve ne andrete, saprete cosa fare". Intanto continuano i bombardamenti. “Un certo numero di persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite nei bombardamenti con missili e artiglieria israeliani nella zona occidentale della città di Gaza. Le ambulanze non sono riuscite a raggiungerli per trasportarli all’ospedale di al-Shifa”, scrive l'agenzia palestinese Wafa, aggiungendo che “i bombardamenti dell’artiglieria israeliana continuano sul quartiere di al-Amal e nelle vicinanze della sede della Mezzaluna Rossa Palestinese, a ovest della città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, per l’undicesimo giorno consecutivo”. Egitto e Israele sono vicini a un accordo sulla questione del controllo del delicato confine tra la Striscia di Gaza e il territorio egiziano alla fine della guerra in corso. Lo sostiene la radio dell'esercito israeliano citando proprie fonti a condizione di anonimato dopo settimane di colloqui per cercare di smussare le divergenze. Secondo le fonti, Israele ha promesso di non agire militarmente nell'area della città di Rafah, a Gaza, vicino al confine con l'Egitto, prima che alla popolazione che risiede lì, attualmente circa un milione di persone, venga concesso il tempo adeguato per evacuare in altre parti della Striscia. Secondo quanto riferito dalla radio dell'esercito israeliano, la principale preoccupazione del Cairo è che si verifichi un esodo di palestinesi in Egitto provocando una crisi di rifugiati per il paese. Israele non ha deciso dove vuole che la popolazione palestinese si sposti, se nel nord della Striscia di Gaza o a Khan Younis, nel sud, al termine dei combattimenti in corso. Nel dopoguerra, secondo le ultime discussioni Israele avrebbe una ''certa influenza'' sul cosiddetto corridoio di Filadelfia tra Egitto e Striscia di Gaza, ma preferibilmente con mezzi tecnologici e senza una presenza fisica lungo il confine. Verrà inoltre costruito un muro sotterraneo lungo il confine per contrastare la costruzione di tunnel transfrontalieri, ha aggiunto la radio. I lavori saranno finanziati da uno stato del Golfo, ma non è stato indicato di quale si tratta. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)