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Cosa vuoi di più dalla vita? La domanda della domanda, un interrogativo diventato storico che porta dritti verso uno degli amari più conosciuti nel mondo ed è dire poco. Stiamo parlando dell’Amaro Lucano, un vanto della produzione in terra di Lucania, a Pisticci in provincia di Matera. Un sigillo di tradizione unico, rimasto inalterato nel tempo che racconta la genialità e il miglior discernimento, una forte tradizione arrivata ai tempi odierni con una solida quarta generazione. Per tanti un sogno, per altri una favola, per molti una realtà ormai incancellabile, una vera bandiera per i lucani che attraversando paesi, città, metropoli, piccoli borghi di ogni dove, portano con loro una carta di riconoscimento, che si identifica con quella bottiglia su cui è disegnata la “pacchiana”, abito tradizionale della donna pisticcese, che veniva indossato dalle fanciulle nel passaggio dall’età della loro adolescenza all’ingresso nell’età da marito. A raccontare la storia della storia è in libreria da tempo, il libro di Francesco Vena, proprietario di Lucano 1894 e Emiliano Maria Capuccitti, HR director Coca-Cola HBC Italia, dal titolo “Cosa vuoi dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno” edito da Rubbettino. Un viaggio nell’Italia del passato prossimo e del presente recente, con una data di partenza indicata nel lontanissimo 1894, quando nel retrobottega del suo biscottificio, a Pisticci, Pasquale Vena, grazie al suo ingegno, creava la ricetta, del prodotto che tutti noi oggi conosciamo. Un amaro che in quell’epoca divenne subito prodotto consumato dalla casa reale Savoia tanto che la sua piccola ditta fu insignita, prima, con il titolo “provveditore ufficiale della Real Casa” e successivamente, nel 1916 il Re d’Italia nominò Pasquale Vena Cavaliere all’Ordine della Corona d’Italia. Intorno a una preziosa ricetta segreta, un lavoro che la passione ha trasformato in arte, i due autori raccontano l’Italia del dopoguerra che non si è mai voluta accontentare e che alla fine si è riscattata. Un ricercare delle proprie radici, la storia di una famiglia iniziata con Pasquale Vena, il caffè aperto con 300 lire. Sono pagine di un’emozione unica disegnata con la passione e la volontà precisa di testimoniare un’invenzione, una idea nata dalla necessità del tempo e dalla forza della resilienza di rialzarsi dopo anni di guerre tra popoli. “Cosa vuoi di più dalla vita” ha un indirizzo preciso: Via Principe di Piemonte numero 2, un piccolo paese della Lucania, un’insegna vetusta e, come dicono gli autori, un liquore dal gusto retrò. Un libro come un dipinto d’autore, dove Francesco Vena e Emiliano Maria Cappuccitti, hanno saputo ben disegnare un binario ferroviario su cui il treno dell’Amaro Lucano è passato a volte velocemente altre con precise fermate per raccontarsi e raccontare storie, tradizioni e costumanze di un popolo, quello Lucano, vissuto tra dolore, sacrifici e tanta miseria, dove una goccia di un grande amaro è riuscito a risollevare con il beneficio dell’ingrediente dell’orgoglio. Una lunga storia trasformatasi in tanti litri di liquore venduto in tutto il mondo con numeri sempre crescenti come ben indicato dagli autori: nel 1956 ben trecento bottiglie al mese diventate tremila nel 1961 e oltre un milione di litri nel 1980 per arrivare ai giorni nostri con numeri sempre più alti. Un libro da leggere e conservare nella propria biblioteca perché testimonianza vera di come il Lucano, all’occorrenza, con lavoro certosino, onestà vera e il coraggio di non mollare mai, riesce a creare un successo che alla fine non è mai definitivo. Alla fine della lettura all’interrogativo “cosa vuoi di più dalla vita? si può tranquillamente rispondere “Voglio il meglio. Voglio un Lucano”.
Oreste Roberto Lanza