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Le relazioni tra le persone sono complesse e non ci sono manuali con soluzioni facili, magari a portata di click. Una convinzione maturata in tanti anni di lavoro dagli operatori della cooperativa Gea, che hanno deciso di condividere le loro competenze con la cittadinanza, attraverso una serie di incontri gratuiti e aperti a tutti, dedicati alla genitorialità moderna.

Si comincia lunedì 15 gennaio alle 17, nella sede del centro per famiglie “Gea for Family” a Bari, in via Livatino 94 nel business center di Carbonara, con la presentazione dell’ultimo libro del giornalista e scrittore, Giancarlo Visitilli, dal titolo “Dell’Amore e di altre storie”, edito da Caissa Italia Editore. Con lui dialogheranno Grazia Vulpis, presidente della cooperativa Gea, e Saverio Abruzzese, psicologo e psicoterapeuta.

Al centro del dibattito, e dell’intero ciclo di incontri, la crescita dei figli e il rapporto con i genitori, spesso conflittuale. Spiega Grazia Vulpis, presidente della cooperativa Gea, che gestisce diversi progetti, anche pubblici per conto del Comune di Bari, dedicati alla genitorialità e all’inclusione in genere. “Le relazioni fra le persone sono complesse – dice Vulpis -, e quelle tra genitori e figli ancora di più. Con questo assunto abbiamo deciso di mettere a risorsa di tutti le nostre competenze e le nostre esperienze, aprendo le porte della nostra sede. Invitando a discutere, senza pregiudizi e preconcetti, genitori ed esperti del settore. Operatori sociali, educatori e psicologi che possono dare un contributo, non certo soluzioni magiche, alle donne e agli uomini che hanno preso consapevolezza della difficoltà del loro ruolo genitoriale”.

Il libro di Giancarlo Visitilli racconta le storie dei ragazzi che frequentano un centro per adolescenti, La risacca. Qui opera Saverio, un educatore e insegnante di Lettere, che insieme ai ragazzi svolge un laboratorio sul tema dell’autobiografia, quindi dell’amore e della riscoperta di sé. Durante il laboratorio, educatori e ragazzi trascorrono insieme tanto tempo. Fra ascolto, discussioni, scontri e incontri, ciascuno ripassa in rassegna la propria tempesta, qualcuno con l’idea di annegare i propri incubi, problematiche e paure. Nessuna terapia o proposta di ‘guarigione’. Solo acquisizione di consapevolezza: dare il nome alle cose – al dolore, al problema, al trauma – e mutarle in altro.

Redazione

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