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Ho incontrato Francesco Trecci di persona per la prima volta nel novembre 2017 a Bari, la città in cui vivo da dodici anni, da quando mi sono sposata. Stava presentando la sua seconda fatica letteraria, “Il paese che Dio voleva per sé”, nell’aula magna dell’Università Aldo Moro di Bari. La sala era piena persone: georgiani arrivati a Bari per lavorare e studiare, studenti pugliesi, giornalisti e molte persone incuriosite all’argomento. Al termine della presentazione mentre mi scriveva la dedica e l’autografo, gli ho mostrato il suo primo libro, che aveva presentato al pubblico georgiano durante la sua prima visita ufficiale in Georgia. A quell’incontro era presente anche un mio amico, professore alla Tbilisi State University. Insomma, è stato un incontro meraviglioso: lui mi aveva dedicato il suo libro senza avermi mai conosciuto. Alla presentazione del suo secondo libro, accadde una cosa ancora più incredibile: dopo la presentazione, gli proposi di imparare la lingua georgiana da me, poiché avevo molti anni di esperienza in questo ambito. Francesco accettò felicemente e presto diventò mio allievo e io, la sua prima insegnante, di georgiano. Ora è ritornato con il suo ultimo libro “Sakartvelo – Viaggio in Georgia la perla del Caucaso” con la prefazione di Padre Andrìa Latsabidze.
Francesco Trecci è una persona che ti offre sorriso, calore e fascino senza esitazione. Il suo amore per la Georgia è così grande che si è già rivelato in tre libri, ma Francesco ancora non riesce a contenerlo. È un amante incondizionato della cultura, della storia, della lingua e della letteratura georgiana e cerca di dare agli italiani un’immagine corretta e positiva dei georgiani. Coloro che sono venuti qui non sono solo badanti; dietro di loro c’è un paese che ha adottato il cristianesimo alla fine del III secolo e per molti decenni non solo si è difeso dai paesi musulmani, ma ha anche fatto da scudo all’Europa, custode della religione cristiana. La posizione geopolitica ha conferito alla Georgia una missione speciale: proteggere la propria identità attraverso il cristianesimo e il cristianesimo attraverso la sua identità.
La Georgia è il paese d’origine del vino: ci sono 400 diverse varietà di uva, alcune di esse, quelle che producono il miglior vino, vengono esportate e coltivate in tutta Europa. La scrittura georgiana ha un alfabeto proprio, che è stato creato prima del cristianesimo. Letteratura, storia, architettura, pittura, musica, tutto questo si riflette nei suoi libri, dove descrive in dettaglio la forza del Colchide occidentale e dell’Iberia orientale e la loro unificazione in un unico potente stato all’inizio del X secolo. Il libro è ricco di materiale fotografico, da lui stesso scattato; troverete anche foto di incontri con personaggi famosi, che hanno contribuito molto allo sviluppo del mio paese, nonché al rafforzamento dei contatti italo-georgiani. La sua visita quest’anno si è svolta in diversi centri e associazioni, per dare modo a molti georgiani, che già lavorano e vivono a Bari, di avere più opportunità di incontrarlo.
Foto e testo di Vardi Tvaladze (Riproduzione riservata)