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Solidarietà e calore,  al Blue Note di Milano. Ad esibirsi Sarah Jane Morris una delle più raffinate e meno formali cantanti degli ultimi anni. Sarah Jane Morris uno spirito veramente indipendente con una voce straordinariamente espressiva che produce musica emozionante da 25 anni. 

Simpaticamente ironica per tutta la serata. A partire dall’abbigliamento, un gonnellone in tulle –acquistato a pochi pounds in un charity shop- puntualizza la stessa Sarah ed in tono di sfottò aggiunge -per “onorare” la fashion week che si sta tenendo nella stessa Milano in questi giorni-.

Accompagnata dalla sua affiatatissima band composta da Tony Remy, Henry Thoma, Martun Barker, Matteo Saggese e Marco Scipione, Sarah ha spaziato da ritmi jazz, blues, rock e africani e per tutta la serata ha coinvolto totalmente il pubblico, invitandolo ad alzarsi e a ballare sulle note delle sue canzoni.

Ha cominciato con la famosa Lovely day che ha dedicato a tutto il pubblico, seguito da un assolo del chitarrista Tony Remy, passando attraverso “”Fragile” di Sting.

E a seguire tanta altra bella musica. Canzoni romantiche, soul o famosi blues interpretate con la sua voce così graffiante e raffinata , sensuale e sofisticata appassionando il pubblico stupefatto.

Fino ad arrivare alle note della canzone di tutti i tempi, “Imagine” di John Lennon.

Su queste note Sarah ha spiegato che con il suo meraviglioso e collaboratore di lunga data Tony Remy ha scritto un seguito del capolavoro di Lennon, intitolato No War In My Name in cui “Imagine” è stata reimmaginata musicalmente e prosegue dolcemente con il loro grido di aiuto “No war…”.

No war, infatti, è il suo appello a rispettare i diritti dei rifugiati, perché un giorno chiunque di noi potrebbe aver bisogno e bussare alla porta di qualcun altro per cercare aiuto caldo e in quel momento” we could be refugee”, anche noi potremmo diventare rifugiati.

Un artista dotata di una grande sensibilità e rispetto per il sociale e Sarah ha più volte ribadito durante il concerto che non si può rimanere in silenzio di fronte alla catastrofe umana. Per questo lei e i suoi musicisti cercano sempre di sensibilizzare l’opinione pubblica con la loro musica. E’ proprio la difficile situazione dei rifugiati ad essere al centro della sua attenzione da anni e anche dei suoi musicisti. Con la guerra in Europa, la catastrofe è ancora più vicino a casa nostra e per questo ha riunito i suoi amici e colleghi musicali per contribuire ad un progetto di solidarietà.

Ed è nata “The Sisterhood” una raccolta musicale composta da dieci canzoni che ha scritto con il suo braccio destro Tony Remy sulla vita di dieci cantanti e cantautrici che l’ hanno ispirato nel corso degli anni e che hanno lasciato il segno nella storia della musica.

Artiste come Billie Holiday, Miriam Makeba, Nina Simone, Aretha Franklin, Janis Joplin, Annie Lennox.  di loro si è innamorata Jane mentre dava vita al progetto Sisterhood, la Sorellanza.

Tutte grandi donne e artiste e tutte grandi trasformatrici culturali, donne straordinarie, dalle vite appassionanti e che hanno affrontato tante sfide… E sono sicura che lo farete anche voi.

E con un ultimo appello alla solidarietà ha salutato il pubblico, ricordando che nel Regno Unito sta partecipando con il supporto ai rifugiati alla sensibilizzazione e alla raccolta di fondi .

Ancora una volta, il concerto di Sarah Jane Morris, nota anche come la rossa di Southampton è stato espressione di qualità e di vero amore per la musica e delizia per un pubblico raffinato come quello del Blue Note di Milano.

Foto di Mariagrazia Giove (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.