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Un concertone che chiederà alle donne «di alzare la voce: è il momento di farlo perché siamo arrivati ad un limite massimo». Fiorella Mannoia, maestra concertatrice della 26esima edizione de «La Notte della Taranta», ha un tono duro quando parla delle donne, delle tarantolate raccontate nei canti salentini, «di quelle ribelli o sottomesse» a cui la musica tradizionale popolare, che sarà celebrata domani a Melpignano in provincia di Lecce, darà spazio. La manifestazione, incentrata sul tema dell’identità come ricordato nella conferenza stampa di presentazione questa mattina, arriva in un momento «in cui purtroppo i fatti di cronaca» renderanno alcuni brani come «Fimmine fimmine», «molto più toccanti», ha spiegato Mannoia che ha parlato dei tormenti vissuti dopo l’orribile stupro di gruppo avvenuto a Palermo nel luglio scorso.
«Mi sono interrogata se, dopo aver letto quelle chat, fosse il caso di pubblicarle. Ho deciso di farlo perché si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna. Allora ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole», ha proseguito annunciando che domani, dal palco tarantolato «non dirò quello che sto dicendo ora» perché «è una serata di festa, però ci tengo a dire due parole e sottolineare quello che ho spiegato oggi», ha continuato Mannoia parlando con i giornalisti a cui ha riferito che le sarebbe piaciuto avere «Sting come ospite internazionale» ma che è «molto soddisfatta» di chi condividerà il palco con lei e l’orchestra popolare «La Notte della Taranta», ovvero Tananai, Brunori Sas e Arisa.
«Abbiamo lavorato tanto sugli arrangiamenti» perché «la difficoltà – ha chiarito Mannoia – sta nel toccare queste canzoni popolari, senza svilirle, lasciando l’impronta popolare e riuscendo a mettere dentro degli elementi moderni». Il concertone si aprirà con il suo omaggio al direttore artistico del festival, Gigi Chiriatti, morto di recente: interpreterà «Un giorno di venerdì» che condurrà nel viaggio sonoro curato da Carlo Di Francesco e dal direttore d’orchestra Clemente Ferrari. “Qui si cantano canzoni con la malinconia» che è «anche un pò la nostra natura al Sud che è la storia di popoli che hanno vissuto lo sfruttamento, l’emarginazione, una condizione culturale subordinata, quindi è molto bello poterlo cantare», ha continuato Brunori che interpreterà Lule Lule in arbereshe e Aremu in grico. Il cantautore ha ribadito l’importanza della contaminazione tra identità: «L’ibridazione secondo me è un processo naturale che è anche inevitabile, quindi mi dispiace per chi pensa di voler mantenere a tutti i costi i confini, di chi vuole ergere muri e mettere confini perché sono confini colabrodo. È la storia dell’uomo che è fatta di ibridazione, di somme di identità».
Ferma Zitella e Lu Ruciu de lu mare, due brani simbolo del repertorio dell’orchestra popolare, saranno eseguiti da Arisa, la superospite del concertone. «Io credo che la Notte della Taranta sia una delle testimonianze più importanti del mantenimento dell’identità e dell’orgoglio per le proprie radici». Per il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano «La Notte della Taranta è una delle manifestazioni di cultura popolare più importanti d’Europa in cui si fondono stili diversi che trovano una perfetta sintesi». Il concertone (che sarà trasmesso da Rai 1 il prossimo 2 settembre) «avrà sempre il mio sostegno» in quanto è «comunitario e identitario, che fa stare insieme e stare insieme è qualcosa di necessario», ha concluso il ministro.
In foto un momento della conferenza stampa a Melpignano (foto di Eleonora Gagliano Candela – riproduzione riservata)