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Bari dichiara guerra ai locali alla strada. Dopo l’insurrezione nella città vecchia e nel quartiere Umbertino, esplode lo scontento nel quartiere Picone, a un tiro di schioppo dal centro città. Nel rione c’è una concentrazione di locali frequentati da giovani.
“Non ne possiamo più di sentire musica ad altissimo volume”, afferma Vincenzo, che ci chiede di non rivelare le sue generalità. “Abbiamo inviato – aggiunge – da oltre venti anni esposti a Sindaco, Prefetto, Asl, Arpa, senza risultati. Oltre alla musica dei locali, davanti agli stessi si intrattengono fino a notte fonda molte persone che urlano vistosamente ubriache”.
“Sono intervenute per decine e decine, forse centinaia, di volte le forze dell’ordine. La verità è che i locali vanno chiusi e le licenze ritirate. I gestori non mostrano alcuna volontà di cambiare rotta. Lasciano aperte perfino le porte alla strada facendo così diffondere la musica che si sente nitidamente anche a duecento metri dai locali”, dice Pina, anche lei residente nello stesso quartiere.
Pare che anche i proprietari dei locali siano stati oggetto di lettere legali. Dopo la recente sentenza della Cassazione che ha ritenuto responsabile un Comune per i danni causati dai rumori provenienti da un locale, il Comune di Bari potrebbe cautelarsi facendo guerra ai disturbatori seriali.
La questione ha anche risvolti penali poiché verrebbe commesso il reato di disturbo della quiete pubblica non osservando i gestori nemmeno la fascia protetta 12-16. E sarebbero fioccate già alcune denunce.